Aletti editore: Gli emersi narrativa

"L'inferno della depressione" di Alessio Atzeni è un libro duro ma positivo. In esso è espresso, in maniera molto chiara, il personale percorso dell'autore nell'affrontare il suo persistente "mal di vivere", che ha come conseguenza immediata il profondo disagio nello svolgere le attività della vita. La sostanza, anzi il pregio di questo testo, è l'esposizione del mistero dell'anima, che tocca estremità particolari della realtà. Il lettore è introdotto in un ampio spazio incline alla disperazione. "Scrivere non è stato facile, i ricordi violenti e tragici hanno fatto in modo ch'io quasi vivessi, per l'ennesima volta, la malattia: quel male che si contraddistingue con poca coscienza, e a causa del quale non si ha altra forza che piangere - confessa Alessio Atzeni -. L'uomo non ha luce se il domani riflette, imponente, il doloroso presente di ieri. Questo vivevo, la brutalità di essere perseguitato e offeso da un male che avrei voluto scacciare da me".

"Cosa accade dopo la morte?". "Cosa accade quando la tua anima abbandona il tuo corpo?". Sono questi i quesiti che porteranno Anika Solei ad iniziare la sua avventura nell'aldilà quando, passati ben undici anni sotto forma di spirito, continuerà a vagare sulla terra in cerca di qualcuno che l'aiuti a varcare la misteriosa soglia. Un qualcuno che pare volersi prender beffe di lei, che la sfida ad intraprendere una corsa pericolosa contro il tempo; una corsa nella quale il premio in palio sarà il destino del fratellino Andrea, a cui lei è da sempre molto legata. Le rimane dunque un solo tentativo per riuscire a salvarlo prima che sia tardi: rivolgersi ad un sensitivo, con la speranza che la sua dote sia veritiera. È in questo modo che conosce Derek, un Medium dall'aria affascinante, che metterà Nik al corrente di notizie a lei sconosciute sul "dopo morte" e la aiuterà ad arrivare nell'aldilà, consigliandola ed incoraggiandola. Farà poi la conoscenza di tanti personaggi eccentrici e curiosi, con i quali instaurerà un forte legame d'amicizia, e scoprirà di non poter più fare a meno di loro.

I sette racconti di questa raccolta sono uniti insieme dallo stesso filo di ambiguità, di sdoppiamento. Sono ambigui i personaggi, le vicende, i miti, i sentimenti, le emozioni, le percezioni sensoriali e i luoghi della terra. Tutto ha una doppia natura, un doppio aspetto, una doppia ragione. In qualche modo è tutto legato a quel primo momento in cui l'homo si fece sapiens attraverso la parola, originando per sempre quella "deuteronomia" in cui ancora non è chiaro se è il significante a determinare il termine relativo o la parola a produrre la realtà. Al giorno d'oggi, dopo due o trecentomila anni, siamo ancora pervasi da una generale insicurezza, cognitiva e semantica. Tuttavia, sembra dirci l'autore nei suoi appassionati racconti, questo dubbio è la nostra forza; il male e l'errore si annidano paradossalmente proprio nelle certezze. Dalla consapevolezza dell'impreciso e del nostro doppio, scaturiscono invece le nostre qualità migliori: la curiosità, la tolleranza, la compassione e l'amore.

Oltre quattro secoli fa, un piccolo alieno si è smarrito sul nostro pianeta durante un sopralluogo esplorativo. Ha cercato di sopravvivere fino ai giorni nostri, mentre nella base provvisoria su Marte si davano da fare, con svariati tentativi, per recuperarlo. Il tempo per loro scorre in modo diverso, la loro vita dura per più di duemila anni. Le difficoltà sono molte e il piccolo, che vive nascosto in solitudine come un animale selvatico, ha bisogno di affetto e protezione. Si susseguono durante il lungo, (per noi), periodo di permanenza sulla terra, persone che sembrano reincarnarsi apposta per aiutarlo in questa estenuante attesa, fino all'arrivo dei suoi genitori. Giulio stranamente è sparito. Questa storia probabilmente è inventata da lui, come tante altre stravaganze che raccontava. Dopo un grave incidente ha perso il senso della realtà, vive in un mondo tutto suo. Chissà dove sarà ora? Forse con uno dei suoi amori passati, sicuramente in Germania. Ma quello che è scritto su un diario dà modo di pensare. Del resto prove di visite documentate da parte di extraterrestri sono innumerevoli, da tempi remoti. Se fosse veramente su Marte?

Questi cinque racconti sono lampi di realtà fasciati da aloni di sogno con un pizzico di magia e tanta fantasia. In essi, sono descritti nobili sentimenti, atti coraggiosi che veicolano i comportamenti e le azioni umane, storie curiose e comiche che ci faranno sorridere, ma anche favole eteree. Ci sono, poi episodi di sfortune, figuracce e delusioni, di cui, pure, è fatta la nostra vita. Ancorché destinato a chi usa il termine "bella fratè", questo libro piacerà ai meno giovani perché in ognuno di noi, giovane o meno giovane, alberga forte lo spirito dell'adolescente che ci fa sentire immortali e intimamente capaci di fare e pensare qualunque cosa. Da ragazzo ognuno di noi ha creduto che con il coraggio, il vigore della gioventù e con l'ardore della passione si potesse raggiungere qualunque vetta. Qualunque impresa ci appariva, allora, facile e possibile. Ma, poi, la lezione impartita dalla vita ha insegnato ai meno giovani che non è mai facile ed indolore guadagnare una conquista. Tutto ha un prezzo. In ognuno di noi, però, non morirà mai la speranza che domani sia ancora possibile la conquista. È questo, in sintesi, "Bella fratè"; una lettura piacevole per svagarsi ed anche per ritenersi, per un solo piccolo istante, migliori di ieri e conquistarsi un atomo di felicità.

Chi ha paura del lupo cattivo? Cosa ci portiamo dietro fin dalla nostra origine primordiale? Siamo cattivi, o siamo solo animali istintuali che sopravvivono alla loro stessa modernizzazione? Sotto quale coltre di convenzioni, educazione, istruzione ed emancipazione sta nascosto il nostro essere interiore, inconfessato e segreto? È davvero così difficile scoprirlo, è davvero così difficile riconoscerlo e soprattutto perdonarlo? Forse, capire fino in fondo chi siamo, ci può guidare nel labirinto delle nostre angosce, nella nostra incapacità di essere felici.

"Vorrei dire a tutte le donne, specialmente a quelle che hanno sofferto e soffrono ancora per vari motivi nella vita, che la sofferenza mi ha ferito ma è stata anche la mia maestra: mi ha insegnato a vedere in positivo nelle circostanze più nere e negative, ho imparato ad ascoltare le persone, a trovare sempre un po' di luce nel buio, per scaldare il mio cuore e trasmetterla agli altri. Un sorriso sincero è una sensazione di gioia. Vi auguro di sorridere sempre nella vita". (Emilia Bonacquisti)

La ruota si volve: ritorna al punto d'inizio. La partenza e l'arrivo sono un unico punto. Vercingetorige perde la vita, ma non invano; la sua vita passerà ad un altro uomo. L'amore se ne era andato; l'amore ritorna. Sarà un amore affatto diverso. Dove prima era univoco, adesso è doppio; ma rimane sempre amore. Passano le civiltà e i popoli, ma il cuore dell'uomo è fermo, anzi gira vorticosamente attorno a se stesso. Il movimento circolare è quello che dà senso. La linea dritta va oltre l'orizzonte a raggiungere il niente. Questa vicenda si svolge in un preciso anno, il 46 a. C., l'anno nel quale, a Roma, alla fine di settembre, viene giustiziato Vercingetorige. La sua sconfitta, avvenuta sei anni prima, aveva costituito il trampolino di lancio per Cesare, che diverrà, in assoluto, l'uomo più potente di Roma. La sua vita "migrerà" verso un altro uomo, Arrius, un uomo non più giovane, destinato da sempre alla solitudine e all'infelicità.

La storia è quella di una donna di un paese non meglio specificato del sud Italia: una terra senza aspettative e senza progetti, dove l'unica speranza per costruirsi un futuro è emigrare al nord. Ma lei è in parte fortunata, può contare, infatti, sull'unità della famiglia che l'aiuta moltissimo; i riferimenti si possono cercare e trovare, basta guardare dentro sé stessi. Un finale un po' esoterico e fantasioso permetterà alla protagonista di comprendere i suoi valori.

"Un laborioso e difficile cammino per dare, da uomo e da calabrese, il responsabile apporto alla causa dell'interesse collettivo attraverso l'esperienza della comunicazione, eretta sia a mezzo di esplicazione per il 'farsi' persona da parte dell'individuo che si proietta verso la società per la crescita della coscienza sociale in un contesto accentuatamente particolaristico, sia a mezzo di esplicazione della comunicazione stessa. Tutti abbiamo delle responsabilità che sono maggiori per chi ricopre un ruolo più elevato e significativo e se più ci troviamo avanti negli anni, rispetto a chi non ricopre funzioni rilevanti e rispetto ai più giovani. Allora il Mezzogiorno, i giovani, l'ambiente e gli altri soggetti 'deboli' che hanno meno responsabilità, o che responsabilità non hanno perché passivi per natura, si ritrovano in sofferenza: si dovrebbe avere la consapevolezza anche verso il più debole; dal beneficio altrui deriva anche il mio beneficio. Quale chiave di lettura di questo lavoro emerge una costante ricerca di contribuzione al Bene Comune attraverso il vivere la propria individualità in pienezza e senza rinunciare ai propri interessi. Ogni intervento di stampa commentato presenta sia l'esplicazione analitica di alcune delle criticità della società ed in particolare di quella meridionale e calabrese, che la proposizione di soluzioni a queste difficoltà." (Carlo Rinaldo)