Libri di A. Laserra
Il convitato di pietra nei versi di Thomas Corneille. I retroscena degli attacchi al «Dom Juan» di Molière. Testo francese a fronte
Thomas Corneille
Libro: Libro rilegato
editore: Euno Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 376
Portato in scena il 15 febbraio 1665, il "Dom Juan" di Molière rimase in cartellone solo pochi giorni a causa della violenta reazione di una parte della corte, che lo considerò lesivo della morale pubblica, e non apprezzò che fosse scritto in prosa. La pièce ritornò solo dodici anni dopo, ma in versi, e con sostanziali modifiche nei contenuti. Portava il nome di Molière, si trattava invece di una riscrittura di Thomas Corneille che riscosse un grandissimo successo. In questo volume si ripropone il testo originario di Corneille in francese con traduzione italiana a fronte, con un saggio critico introduttivo che cerca di chiarire alcuni dubbi sul perché furono rivolte aspre critiche all'opera di Molière e perché essa cadde nell'oblio per circa due secoli.
La comunione dei forti
Roger Caillois
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2007
pagine: 204
Uscita a Città del Messico nel 1943, in tempi di guerra che per Caillois coincisero con l'esilio in Argentina, questa raccolta di saggi ebbe l'anno successivo una ristampa marsigliese amputata di circa due terzi, e da allora circolò mutila. A distanza di oltre sessant'anni viene riproposta in edizione integrale e il pensiero che vi si esprime è ancora sonante. Oltranza, paradosso ed enigmaticità non nascono solo dagli incroci disciplinari, allora inusitati, tra sociologia, antropologia, filosofia e teoria politica, ma sono la cifra stessa di una riflessione inclassificabile che ci interpella con immutata radicalità. Nel momento della mattanza, dell'antagonismo frontale e mortale tra democrazia e nazifascismo, Caillois non distoglie lo sguardo dalle debolezze e dai luoghi comuni della democrazia, e ne sottopone i princìpi a critica radente. Ai suoi occhi fascismo nazionalistico e democrazia universalistica sono in un certo senso accomunabili, al punto che uno si riduce a una "variante patologica" dell'altra. Il vero scarto da entrambi, dai loro difetti e dalla loro distruttività, sarebbe costituito da un regime di "gerarchia degli esseri" fondato sull'eccellenza spirituale e le virtù individuali. È l'ideale "aristocratico" di una comunità di eletti in grado di instaurare un ordine insieme più universale della democrazia e più antiugualitario dei fascismi, e capace di un'ultima, spiazzante mossa utopica: l'identificazione possibile con il comunismo.

