Storia dell'arte: stili artistici
Arte in Italia dopo la fotografia 1850-2000. Catalogo della mostra (Roma, 24 dicembre 2011-4 marzo 2012)
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2012
pagine: 327
Tra le fine del XIX e l'inizio del nuovo secolo si arriva al totale riconoscimento dell'invenzione e dell'originalità come momenti propri dell'iter fotografico, della autonomia e della natura estetica delle sue immagini. Anche la natura meccanica del mezzo e la sua iper-oggettività può essere interpretata ormai come scelta individuale dell'artista. Seguendo così le vicende dell'arte italiana dal 1850 ad oggi, il percorso espositivo si snoda attraverso la focalizzazione dei più significativi momenti storico-artistici e storico-fotografici, soffermandosi e valorizzando artisti e opere selezionati dalle collezioni della Galleria nazionale d'arte moderna e dall'Istituto nazionale per la Grafica. Il volume è generosamente illustrato per dare evidenza visiva all'intensità degli scambi tra i differenti mezzi espressivi; introducono il libro un saggio di Marina Miraglia sulla storia della fotografia, un testo di Silvia Bordini sugli scambi la tra pittura e la nuova tecnica ed un testo di Andrea Cortellessa sul rapporto tra letteratura e immagine. La mostra è incentrata sull'intenso rapporto tra le arti e la fotografia, dagli albori della nuova tecnica, quando la fotografia è utilizzata sia come modello e strumento del lavoro pittorico, sia come veicolo di diffusione della produzione artistica, alla progressiva affermazione come mezzo di espressione autonomo.
L'arte del Quattrocento a nord delle Alpi. Da Jan Van Eyck ad Albrecht Dürer
Frédéric Elsig
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 237
Le arti prodotte a Nord delle Alpi alla fine del Medioevo hanno suscitato fin dall'inizio del xix secolo l'interesse degli studiosi, che però, condizionati dalle proprie categorie spazio-temporali, le hanno per molto tempo associate al declino del "Tardo Gotico", considerandole alla luce della successiva formazione degli Stati moderni. Questo volume si propone di comprendere l'intera dinamica geografica, interpretata secondo le identità politiche del periodo, all'epoca in cui tali identità erano ancora in gestazione. L'autore individua due modelli culturali. Il primo, imposto dal duca di Borgogna, Filippo il Buono, è rappresentato soprattutto da Jan Van Eyck: il suo illusionismo pittorico, che soddisfaceva le aspettative delle persone colte, nutrite della lettura degli antichi, si diffuse rapidamente in tutta Europa. Il secondo, forgiato principalmente alla corte di Massimiliano d'Asburgo, si distingue per lo sviluppo delle arti grafiche (disegno, incisione) e trova il suo emblema in Jheronimus Bosch: le sue invenzioni dimostrano un gusto retorico per la novità e il virtuosismo, e promuovono un fenomeno importantissimo per l'arte occidentale, la rinascita dei generi pittorici.
Ritratti di città europee. Dal Rinascimento al secolo XVIII
Cesare De Seta
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 376
Il ritratto di città è la forma più alta di celebrazione del potere urbano, sia esso quello di un re, di un papa, di un principe o di un mecenate, e nasce nel Rinascimento con l'invenzione rivoluzionaria della prospettiva. I primi ritratti di città sono databili all'ultimo trentennio del Quattrocento e la loro manifesta intenzione è quella di mettere in scena la bellezza, la prosperità e la grandezza di capitali dell'Occidente come Firenze, Roma e Napoli. L'interesse per queste immagini si propaga a macchia d'olio in tutta l'Europa e non c'è città, sia essa capitale o dominante, che non ambisca a un manifesto ideologico e politico, che in molti casi ha intrinseche qualità d'arte. Questo studio ricostruisce la mappa dei ritratti dal Rinascimento al secolo dei Lumi, sia in senso geografico che tecnico e artistico. Con l'invenzione della stampa il genere conosce un'eccezionale fortuna da cui nascono i primi Atlanti di città dal Miinster ai Merian, a Braun e Hogenberg: sillogi con intenzioni universalistiche che hanno lo scopo di far conoscere città di ogni paese. Sovrani e principi si appassionano a questo soggetto e commissionano affreschi per adornare i loro palazzi. Lentamente il baricentro della produzione iconografica si sposta dall'Italia alla Svizzera, alla Germania e all'Olanda, e poi in Francia, Spagna e Inghilterra. Il Seicento vede il trionfo di questo genere con ritratti incisi e dipinti di città sempre più precisi e ampi.
La pittura nel Veneto. Il Settecento di Terraferma
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori Electa
anno edizione: 2011
pagine: 479
Il volume, contenuto in un cofanetto, fa parte di un'opera che ripercorre la storia della pittura veneta dalle origini al primo Novecento. In linea con gli altri volumi, la ricerca filologica sul territorio, operata privilegiando a scopo di chiarezza il perimetro delle attuali province del Veneto, è tesa a evidenziare non già la figura del singolo artista e il suo percorso, quanto piuttosto l'opera valutata nel suo tessuto connettivo, incentrandosi sull'importanza che essa ha avuto in un certo contesto, in un certo luogo, in un certo tempo, nel rapporto con tutte le altre che la circondavano.
La scoperta della natura. I primi studi italiani
Otto Pächt
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 107
Solo alla fine del XIV secolo l'osservazione della natura e lo studio del mondo esterno nelle sue manifestazioni particolari si sono imposti all'interno della produzione artistica dei pittori italiani. Otto Pàcht studia la comparsa del paesaggio nella pittura concentrandosi sui suoi diversi gradi di importanza (ornamento marginale o elemento principale) e sulle sue qualità formali. Sembra infatti che i lavori ispirati alla natura non avessero in origine una funzione estetica, ma pratica. Pàcht indaga le influenze della scienza empirica, dei manuali di zoologia e delle illustrazioni negli erbari; e si concentra soprattutto sul momento in cui le piante prendono possesso non solo dello spazio vergine sotto il testo, ma invadono anche i margini, come piante rampicanti all'assalto di una parete nuda: quando inizia quel gioco con l'illusione pittorica in cui lo spazio dipinto e lo spazio reale, l'arte e la vita vengono costantemente e deliberatamente fusi.
Museo del Novecento. La collezione
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2010
pagine: 376
Il 6 dicembre 2010 ha aperto al pubblico il Museo del Novecento di Milano, rinnovando il progetto del Cimac (Civico Museo d'Arte Contemporanea), chiuso dal 1998. Dai punti di forza delle grandi collezioni civiche milanesi nasce il modello di allestimento del Museo, dove sono descritti Futurismo, Spazialismo, Arte povera e i maggiori artisti del secolo, come Boccioni, Carrà, Soffici, de Chirico, Sironi, Martini, Morandi, Fontana, Manzoni, Kounellis e molti altri. In 26 sezione tematiche sono catalogate le ca. 270 opere in esposizione permanente: una selezione delle oltre 2.000 opere che costituiscono il patrimonio del Museo. Fra queste: il Quarto stato di Pelizza da Volpedo - che sarà esposto in uno spazio esclusivo, visibile dal pubblico senza dover accedere al Museo - il Trittico degli stati d'animo e la scultura Forme uniche di continuità nello spazio di Umberto Boccioni o La struttura al neon per la IX triennale di Milano di Lucio Fontana illuminata e visibile giorno e notte da Piazza Duomo.
La fotografia come arte contemporanea
Charlotte Cotton
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 306
Questo libro descrive e illustra il vasto repertorio di modalità di cui l'artista contemporaneo fa uso per produrre arte attraverso la fotografia dagli anni '80 a oggi. Documentando l'opera di più di 170 artisti affermati a livello internazionale accanto a quelli della generazione più giovane, da Andreas Gursky a Nan Goldin, da Richard Billingham a Yinka Shonibare e Gregory Crewdson, da Wolfgang Tillmans a Lue Delahaye e Allan Sekula, da Sophie Calle a Cindy Sherman e Gillian Wearing... Organizzato per capitoli tematici, il saggio di Charlotte Cotton esamina specifiche tematiche quali la narrazione nell'arte fotografica, la registrazione dell'insignificante dettaglio dell'esistenza quotidiana o della vita intima, l'uso della fotografia nell'arte concettuale, la distaccata estetica oggettiva prevalente nello stile contemporaneo, la fotografia quale privilegiato deposito di valori personali, sociali e culturali in un mondo saturo di immagini. L'ultimo capitolo studia il particolare ricorso di molti artisti alle proprietà fisiche e materiali della fotografia nell'era del digitale. Presentando artisti affermati a livello internazionale accanto a quelli della generazione più giovane, "La fotografia nell'arte contemporanea "documenta i molteplici approcci e la forza d'impatto della fotografia artistica contemporanea. Il libro costituisce un punto di riferimento indispensabile per chiunque si occupi di arte e fotografia ed è arricchito da 232 immagini a colori e in bianco e nero.
L'orientalismo e le arti
Emanuelle Gaillarde, Marc Walter
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2010
pagine: 240
"Quando si sente parlare di cose lontane, esse appaiono sempre più straordinarie di quanto siano in realtà. In questo caso, invece, è tutto il contrario: la Cina è ancora più straordinaria di quanto si possa dire". Nelle parole del missionario portoghese Gaspar da Cruz, che nel 1548 si imbarca per l'Oriente, si intuisce tutto il fascino che fin da subito esercita la Cina su un viaggiatore occidentale. Un fascino che si consolida quando nel Seicento sbarcano in Europa manufatti e prodotti come porcellane, lacche, sete, avori e spezie. Lo "stile cineseria" nasce nella Francia di Luigi XIV, che diventa il cuore del rococò à la façon de Chine. Poi il gusto orientalista invade l'Europa e si diffonde per tutto il Sette e Ottocento in Inghilterra, in Italia e in Spagna, in Germania, fino alla lontana Russia. Committenti colti e facoltosi fanno allestire nelle loro dimore salottini cinesi, boudoir alla turca, gabinetti di oggetti orientali o orientaleggianti. In questa diffusa e talvolta ossessiva ricerca dell'esotismo non sono infrequenti gli esempi di eclettismo che trasportano il padrone di casa in una stravagante successione di universi differenti. L'apparato di immagini raccolte in questo volume alterna architetture e decorazioni d'interni, stoffe e carte da parati, mobili e tappeti, lacche, vetri e porcellane, ma anche una straordinaria documentazione di repertori di modelli, fotografie d'epoca e testimonianze di chi ha viaggiato in quelle lontane contrade.
Neoclassicismo
Hugh Honour
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 160
Hugh Honour traccia un profilo completo dell'arte neoclassica cercando di sgombrare il campo da forzature interpretative e inutili contrapposizioni metodologiche. La sua attenzione si concentra sui grandi protagonisti di questa importante stagione dell'arte europea e sui loro capolavori, contrastando i tentativi di riassorbirli nel romanticismo, e di intendere il neoclassicismo come una sorta di puro stile decorativo, slegato dai grandi temi culturali e civili che l'hanno animato. «Ora - come ricorda lo stesso autore - il termine "neoclassico" ha perso le sue connotazioni spregiative. Ma per ciò che riguarda l'arte del tardo Settecento è ancora utile distinguere tra l'imitazione dell'antichità, accademica e dettata soltanto da una moda, e lo studio serio dell'antico, compiuto alla ricerca di quella che allora veniva definita la "buona strada" per raggiungere il vero stile...»
Andy Warhol
Arthur C. Danto
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 149
A distanza di vent'anni dalla morte, Andy Warhol rimane l'artista più popolare del nostro tempo, forse l'unico il cui nome, volto e stile sono riconoscibili anche da chi non sa nulla di arte. In questo saggio equilibrato e penetrante, all'incrocio tra biografia, critica culturale ed estetica, Arthur C. Danto dimostra come Warhol abbia ridefinito radicalmente la questione dell'arte, obbligando con le sue celebri Brillo Boxes e lattine Campbell a chiedersi qual è la differenza tra due cose esattamente uguali, una delle quali è arte e l'altra no. Ricostruendo l'evoluzione personale, artistica e filosofica di Andy Warhol, le reazioni del pubblico e della critica al suo primo apparire sull'effervescente scena culturale americana, i rapporti con artisti quali Jasper Johns e Robert Rauschenberg, la nascita della Factory, Danto offre al lettore una precisa lettura delle sue opere più emblematiche, le loro implicazioni sociali e dimensioni filosofiche, lo scarto rispetto a precedenti esperienze artistiche di rottura quali quella di Duchamp come i paralleli con successori come Jeff Koons. Mettendo a disposizione del lettore una conoscenza enciclopedica dell'epoca warholiana, Danto ci mostra l'artista come una figura prismatica di enorme complessità, un'icona pop che si è impressa indelebilmente nel nostro immaginario contemporaneo.
Pittura, fotografia, film
Laszlo Moholy-Nagy
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: LXXX-149
"Pittura Fotografia Film" (1925) di Làszló Moholy-Nagy è insieme il manifesto teorico della fotografia moderna, una riflessione sull'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica scritta dieci anni prima del saggio di Benjamin, e un testo di teoria dei media e della cultura visuale che continua a stupirci per la sua attualità. Da un lato va considerato come uno dei documenti decisivi di quella straordinaria stagione di riflessione sul ruolo culturale della fotografia e del cinema che furono gli anni Venti e Trenta, in stretta relazione con gli scritti di registi e teorici come Vertov, Epstein, Benjamin e Kracauer, le sperimentazioni fotografiche di Man Ray e Rodcenko, i fotomontaggi dei costruttivisti russi e dei dadaisti berlinesi, il cinema astratto di Ruttmann, Eggeling e Richter. Dall'altro può essere letto come un testo che introduce per la prima volta alcuni dei temi ancora oggi al centro della teoria dei media e degli studi sulla cultura visuale: la capacità dei media di riorganizzare l'esperienza sensibile degli individui, il ruolo dell'arte nella sperimentazione di un uso umanistico-estetico della tecnologia, gli effetti epistemologici e sociali di quel primato del visivo che proprio allora cominciava a manifestarsi in piena evidenza.
Gaetano Fracassio. Senza passare dal via
Libro
editore: Carlo Cambi Editore
anno edizione: 2010
pagine: 82
In collaborazione con la Galleria Eleonora D'Andrea Contemporanea, la Carlo Cambi Editore pubblica il catalogo della personale dell'artista Gaetano Fracassio. Le opere di Fracassio non sembrano avere bisogno di un nutrito corollario di elaborazioni critiche: la propensione principale del suo gesto creativo è quella di disciplinare le forme e le figure con cui agisce e, una volta recepite nell'intuizione e concepite nella visione, di chiuderne il carattere nell'auto-sussistenza riscontrabile in immagini assolutamente chiare e, per questo, efficaci. Per lui la ricerca artistica è dettata da un'esigenza prioritaria, l'esplorazione eclettica e trasversale di generi, tecniche ed espressioni: regista, musicista, pittore, scultore e fotografo, Fracassio ha affinato una sensibilità particolarissima muovendosi da autodidatta e lasciando crescere liberamente il suo sguardo artistico. Il volume è il catalogo della mostra di Milano (Galleria Eleonora D'Andrea Contemporanea, 26 maggio - 31 luglio 2010).

