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La supplico, mi salvi! Dell'alleanza tra il medico e il paziente

La supplico, mi salvi! Dell'alleanza tra il medico e il paziente
Titolo La supplico, mi salvi! Dell'alleanza tra il medico e il paziente
Autore
Collana Orso blu
Editore Scholé
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 144
Pubblicazione 04/2022
ISBN 9788828403883
 
12,00

 
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Come impostare il rapporto tra medico e paziente in una logica di dialogo e all’insegna di una alleanza contro la malattia? L’ospedale può diventare un luogo in cui riconoscere il sacro e l’unicità che caratterizzano la condizione umana e quella del malato in particolare? Un medico-scrittore cerca una risposta a questi interrogativi e individua alcuni fattori decisivi per la salvezza del ricoverato: il rispetto, la cura per le parole, l’accoglienza (che è cosa diversa dall’accettazione). E il paziente? Per lui la malattia è una “pietra d’inciampo”, un tempo alternativo alla quotidianità dell’esistenza: la solitudine, il silenzio, la stessa sofferenza possono essere una occasione per pensare, dialogare con sé e con gli altri, conoscersi meglio, recuperare la propria storia, attendere il futuro nella speranza di godere della vita ritrovata. La malattia sarà allora un viaggio di purificazione in una terra straniera, l’ospedale, e al ritorno a casa chi è guarito forse sarà diverso, più saggio e curioso. «L’ospedale è un santuario, è una chiesa, una cattedrale che incute timore, che affascina e al contempo mantiene le distanze: e noi, noi pazienti che vi siamo reclusi, siamo a chiederci il perché di tanta soggezione, e ci sentiamo quanto mai desiderosi di ritrovare parole buone e persone amiche da ascoltare al fine di lenire le nostre paure. Di questo luogo si spalanchino dunque le finestre, e non alle cinque del mattino e solo per cambiar l’aria: vi si affaccino voci diverse, a queste finestre, parlino, cinguettino, sussurrino, purché i loro suoni siano gradevoli e rilassanti: d’ora in poi si dovrà pensare, e visto che pensare non è un esercizio facile, si evitino gli schiamazzi, perché non serve un genio per capire che gli schiamazzi disturbano».
 
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