Libri di B. M. Filippini
Osso di maiale e mani di lebbroso
Mostafa Mastur
Libro: Copertina morbida
editore: Ponte33
anno edizione: 2011
pagine: 96
Utilizzando la scrittura come una macchina da presa, Mostafa Mastur esplora la quotidianità palpitante di un condominio di Tehran, megalopoli metafisica nella quale si coagulano le contraddizioni irrisolte di un'intera società. Decine di appartamenti di un grattacielo ultramoderno, angusti come celle o risplendenti di uno sfarzo desolante come le vite dei proprietari, costituiscono il fondale di uno spettacolo nel quale il lettore si trasforma in spettatore di un mondo in frantumi, in cui le fondamenta di qualsiasi fede stanno crollando. Porte e finestre si aprono e si chiudono lasciando filtrare tracce di quella sostanza amara che è la vita. Nonostante i continui riferimenti religiosi, i personaggi di Mastur sono in preda ad un'assoluta mancanza di certezze, scaraventati nel caos della vita fino a sfiorare talvolta il baratro della pazzia. Ad ogni pagina, il lettore viene trascinato in un vortice dove Susan, Nowzar, Malul, Bandar e tutti le altre monadi angosciate di questo microcosmo simbolico di un Iran che non riesce a trovare se stesso, si agitano freneticamente alla ricerca della fortuna come una terra promessa o una patria perduta.
Come un uccello in volo
Fariba Vafi
Libro: Libro in brossura
editore: Ponte33
anno edizione: 2010
pagine: 136
Lontano dalla descrizione stereotipata del modello femminile propria della letteratura mainstream sul Medio Oriente, "Come un uccello in volo" ci accompagna nel viaggio interiore di una giovane donna alla ricerca della propria identità nell'Iran contemporaneo. Casalinga e madre riluttante, la protagonista si rivela nella sua complessa umanità attraverso la scoperta e la tentata ridefinizione del proprio ruolo di madre, moglie e figlia. Fossilizzata in una condizione d'inerzia alla quale sembra averla condannata il suo passato familiare, prende coscienza di se stessa nel confronto con un marito inquieto, la cui unica risposta alle difficoltà del vivere imposte da un Iran mai citato direttamente, eppur vivido nella sua minuta quotidianità, si cristallizza nel sogno ossessivo dell'emigrazione. Lo stile denso e asciutto, misto a una sottile ironia, riflette le reticenze della narratrice, la cui auto-rivelazione avviene grazie alla riscoperta di recessi del passato, rimasti intoccati da anni di silenzio e sensi di colpa. Liberandosi della "gabbia" che i legami affettivi le hanno creato intorno, come un uccello in volo, la protagonista esplorerà gli spazi aperti iniziando a cantare.