Arti, cinema e spettacolo
Meravigliose creature. Le chine
Altan
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2025
pagine: 144
Le creature meravigliose disegnate da Altan vivono in un mondo in cui l’umano e il bestiale si incontrano. In pari misura atlante scientifico e favoloso catalogo di mirabilia, questo libro raccoglie le tavole a china realizzate da Altan nei primi anni settanta in Brasile, e di quel paese trasmettono la primigenia energia vitale. Ispirata dai tratti di Dürer come dalle visioni di Bosch e Goya, la nuova arca di Altan – scandita dalle folgoranti definizioni dell’autore, che si è divertito a ricostruire a posteriori le storie di alcuni dei personaggi ritratti – è un campionario di animali volanti, creature fantastiche, volti diabolici, donne bellissime e volitive, invenzioni pronte a raccontarsi di un maestro del disegno italiano. “Io ho sempre disegnato, fin da piccolo, cambiando tecnica a mano a mano che imparavo qualcosa di nuovo: alla fine degli anni sessanta avevo pubblicato una serie di vignette a china e avevo trovato la mia dimensione perfetta. La china è un disegno che può portare via un sacco di tempo senza che uno se ne accorga nemmeno, è come un ricamo delicato.”
Joel Meyerowitz. A sense of wonder fotografie 1962-2022. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2025
pagine: 224
Dedicato a Joel Meyerowitz (New York, 1938), uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea, e realizzato in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York, il libro presenta oltre novanta immagini organizzate per capitoli tematici; fotografie che hanno contribuito a ridefinire il concetto di street photography, all’interno del quale Joel Meyerowitz fa il suo ingresso introducendo l’uso del colore per interpretare e cogliere appieno la complessità del mondo moderno. A cominciare dagli anni sessanta, Meyerowitz emerge come uno tra i giovani fotografi d’avanguardia più interessanti di New York. La sua ricerca corre in parallelo con quella di altri grandi autori quali Robert Frank, Gerry Winogrand, Diane Arbus. L’arte di Meyerowitz si distingue per una peculiare capacità d’immedesimazione e d’immersione totale in ciò che il suo occhio vede e il suo obiettivo traduce in immagine. La cifra più caratteristica della sua fotografia si può definire con il termine inglese intimacy, ovvero l’abilità di avvicinarsi il più possibile alla scena per cercare di catturare l’intimità del momento, per accogliere e riconoscere l’inaspettato.
Dello spirituale nell'arte
Vasilij Kandinskij
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 160
“Il colore è il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde.” Vasilij Kandinskij Nel 1910, quando Kandinskij inizia a scrivere questo volume, si trova davanti a un abisso. Dopo Kant e Nietzsche, l’arte è ormai ridotta a mera imitazione di un mondo che non ha più consistenza filosofica e in cui la scoperta della divisibilità dell’atomo fa vacillare anche la certezza della realtà materiale. Che ci si debba arrendere alla pittura come gesto decorativo, alla desolante concezione dell’arte per l’arte? Per tutta risposta, Kandinskij inizia una ricerca appassionata sul significato profondo del gesto creativo e, affidandosi alla sensibilità sinestetica che lo contraddistingue, si mette di fronte alla tela per indagarne tensioni, desideri e richiami. Il risultato è un testo bifronte, in parti uguali analisi formale e scientifica delle condizioni della creazione artistica e saggio visionario di un taumaturgo dello spirito, che traccia paralleli tra suoni e colori, musica e pittura per muoversi in direzione di una sintesi di tutte le arti. Viene così a delinearsi una sorta di “metafisica” della forma, che di fronte a un mondo decaduto ritrova il suo significato nella necessità interiore dell’artista. In questo testo cardine dell’astrattismo pittorico, Kandinskij ci consegna uno degli scritti più luminosi e folgoranti del Novecento intero. Una dichiarazione d’intenti, la sua, che mescola misticismo e artigianato nel presentimento di un’arte nuova, di un nuovo modo di vivere il mondo.
Invettive musicali
Nicolas Slonimsky
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 429
"Invettive musicali" è l’irriverente campionario di «giudizi prevenuti, ingiusti, maleducati e singolarmente poco profetici» che critici autorevoli ma non sempre così illuminati hanno espresso nei confronti di grandi compositori, da Beethoven fino a Copland. Nessuno di loro è sfuggito al «rifiuto dell’insolito», o peggio, a quella cronica durezza d’orecchio che tanto spesso impedisce di riconoscere il bello in ciò che è radicalmente nuovo. Scopriamo per esempio, scorrendo le citazioni ritagliate dalle forbici erudite e affilate di Slonimsky, che la musica di Berlioz è simile «ai farfugliamenti di un grande babbuino», Un americano a Parigi «uno sproloquio ... volgare, prolisso e inutile», mentre i Cinque pezzi per orchestra di Webern sono da considerare «significativi e sintomatici quanto un mal di denti». A Brahms hanno dato dell’«epicureo sentimentale»,a Wagner dell’«eunuco demente», ad Alban Berg del «millantatore... pericoloso per la collettività»; Verdi è stato etichettato come un «signore italiano» autore di «tiritere per ottoni e piatti tintinnanti», Liszt come «uno snob uscito dal manicomio», Reger come «uno scarafaggio miope, gonfio... accovacciato su una panca d’organo». La condanna delle dissonanze è pressoché universale – a partire, nientemeno, da Chopin –, e ogni novità è immancabilmente bollata come cacofonica: quella di Bruckner è «polifonia impazzita», La mer di Debussy diventa perfidamente «Le mal de mer», e Rachmaninov viene liquidato con un perentorio «mai più!». L’irresistibile antologia di Slonimsky si legge, dunque, come un’ilare antistoria della musica, «arte in progress» per eccellenza, sempre proiettata oltre sé stessa, e oltre le regole e le comode certezze dei ‘benascoltanti’.
Architettura Open Source reloaded
Carlo Ratti, Matthew Claudel
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 168
Nel Novecento, l'architettura è stata spesso associata alla figura dell'architetto-eroe, capace di plasmare da solo intere città e stili di vita. Oggi, però, viviamo un momento di profonda trasformazione: l'approccio collaborativo sta riemergendo con forza. Con questa nuova edizione “Reloaded” del suo seminale testo “Architettura Open Source” Carlo Ratti - curatore della Biennale Architettura 2025 - propone una riflessione sul dialogo tra sistemi naturali e artificiali, esplorando i processi di co-evoluzione e adattamento che collegano l'Architettura Open Source ai meccanismi sia del mondo naturale, sia dell'Intelligenza Artificiale. È una rivoluzione che ci riguarda, ancora.
Il Secolo d'oro olandese
Jan Blanc
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 608
Gli storici dell’arte sono abituati a utilizzare l’espressione «Secolo d’oro olandese» per riferirsi alla civiltà dei Paesi Bassi della fine del Cinquecento e poi del Seicento, e in particolare all’esplosione artistica di quel momento straordinariamente fecondo. Jan Blanc, uno dei maggiori conoscitori del periodo, si propone di ridiscutere questa definizione, analizzando il modo in cui sono stati tracciati i contorni del XVII secolo dagli olandesi dell’epoca, oltre che dai loro contemporanei nel resto d’Europa. Questa età dorata è stata infatti un momento di profonde inquietudini e sconvolgimenti: tra i feroci conflitti che l’hanno attraversata e lo svanire delle tensioni religiose precedenti che ne ha fatto un’epoca di grande apertura e tolleranza. Un’epoca in cui le Province Unite hanno riaffermato la propria egemonia economica e commerciale, fondata soprattutto sui traffici e sul dominio coloniale. Intellettuali, poeti, filosofi e artisti hanno colto con la parola, il colore e le idee questa profonda trasformazione; studiare i loro contributi, nella varietà che offrono, consente di dare vita al composito ritratto di una nazione in divenire, dalla guerra degli Ottant’anni al primo decennio del Settecento. Da Frans Hals a Carel Fabritius, da Rembrandt a Vermeer, passando per interpreti meno noti ma altrettanto stupefacenti, un libro prezioso, ricco di meravigliose illustrazioni, che ricostruisce, con rara profondità storica, la cultura e la società che hanno dato vita a un periodo artistico irripetibile.
Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 160
Il catalogo accompagna la mostra "Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito" (La Spezia, CAMeC - Centro d'Arte Moderna e Contemporanea 12 aprile - 14 settembre 2025). Le opere di Giorgio Morandi e Lucio Fontana sono vere e proprie icone del Novecento e hanno cambiato il nostro modo di guardare il mondo e di pensare all'arte, offrendo argomenti e spunti di riflessione alle nuove generazioni. Due artisti che, pur restando inconciliabili come due rette, hanno entrambi indirizzato lo sguardo verso l'infinito e l'invisibile: Morandi vivendo l'arte come una missione sublime, tutto dedito alla poesia senza tempo del colore e delle forme in cui è riuscito a imbrigliare l'irrappresentabile e l'irraffigurabile; Fontana proiettandoci verso quanto di più lontano e irraggiungibile potesse esserci da rappresentare, forando la superficie, tagliandola con chirurgica precisione. A Morandi era caro l'infinito dell'invisibile. A Fontana l'invisibile dell'infinito. I numerosi saggi e il ricco apparato iconografico delineano un confronto diretto tra i due artisti, mai così vicini, sebbene ravvicinati in precedenza da numerose mostre collettive. Una cronologia comparata di Morandi e Fontana chiude il volume, e consente di seguire con facilità il percorso delle loro vite, seppur molto diverso, così come dello svolgersi della pratica artistica.
La fortuna di essere donna. E altre storie per il cinema
Suso Cecchi D'Amico
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 824
Per quanto dietro le quinte, Suso Cecchi d’Amico è stata una protagonista del cinema italiano per oltre mezzo secolo, dall’immediato dopoguerra fino ai primi anni Duemila. Ha scritto piú di centoventi sceneggiature per registi come De Sica, Visconti, Antonioni, Comencini, Monicelli e tanti altri. Per dare un’idea dell’opera complessiva di Suso, ma anche per dare un’idea della varietà delle scritture per il cinema, Caterina d’Amico e Francesco Piccolo hanno scelto quattro sceneggiature, sei soggetti e un trattamento (che è una via di mezzo tra il soggetto e la sceneggiatura), e anche un racconto focalizzato su un solo personaggio (la Nadia di “Rocco e i suoi fratelli”) e una lettera al regista Michalkov in cui c’è già l’idea di “Oci ciornie” per come verrà poi effettivamente realizzato. Insomma, il volume si propone come ritratto di una grande scrittrice ma anche come repertorio delle forme di scrittura cinematografica. L’intento è quello di rivalutare la scrittura per il cinema, finora considerata unicamente ancillare nei confronti del lavoro registico. Gli sceneggiatori sono stati e sono scrittori “tout court”. Questo vale senza alcun dubbio per Suso e tanti suoi colleghi che hanno costruito, insieme ai registi, la leggenda del cinema italiano del dopoguerra. Un discorso a parte meriterebbe il fatto che ai tempi di Suso “la fortuna di essere donna” non si abbinava al fare fortuna nel mondo del cinema (attrici a parte). Il caso di Suso è stato più unico che raro nel mondo della sceneggiatura italiana. Oggi la situazione è molto diversa, ma la carriera di Suso va considerata per certi versi pionieristica da questo punto di vista e dunque porta con sé un valore aggiunto. Da film come “Bellissima” e “Speriamo che sia femmina” a una sceneggiatura e tre soggetti inediti, il campione qui proposto spazia dai lavori più noti a quelli sconosciuti e copre pressoché l’intero arco della carriera di Suso. Con un apparato di foto tratte dai film, dai backstage e dall’archivio di famiglia.
Barocco globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 360
Il catalogo accompagna la mostra allestita a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, dal 4 aprile al 13 luglio 2025. Delle pagine del volume, riccamente illustrato, e dalle opere in mostra emerge l'articolata realtà storica e artistica dell'età barocca a Roma, che la vede connessa a un contesto Globale ampio, oltre i confini europei: dalle Americhe all'Africa e all'Asia. E' il contesto in cui Gian Lorenzo Bernini, con la Fontana dei Fiumi, dà una forma tangibile ai rapporti che legavano Roma al mondo conosciuto. Con quest'opera cardinale per lo sviluppo della cultura artistica dell'Occidente, evocata in mostra da spettacolari bozzetti, il mondo si portava al centro di Roma, e Roma al centro del mondo. Al capolavoro di Bernini, cui viene dedicato un focus, nella seconda parte del catalogo si aggiunge lo studio di una selezione di altri lavori che conducono il lettore in un viaggio dalle ampie prospettive interpretative, tra religione, potere, letteratura e arti del tempo. Nel ricco apparato iconografico spiccano le molte mappe che disegnano il mondo di allora, ma il catalogo dà conto soprattutto della variegata scelta delle opere in mostra, tra cui dipinti, sculture e paramenti sacri realizzati con piume e tessuti. Testimonianze di un momento storico in cui cosmopolitismo e transculturalismo erano tratti salienti del tessuto sociale e politico della città.
L'arte del Rinascimento in Italia. Volume Vol. 1
Stephen J. Campbell, Michael W. Cole
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 568
Questa nuova e originale storia dell’arte italiana del Rinascimento, basata sulle più recenti ricerche critiche, prende in considerazione quanto si produceva non solo nelle grandi città (Roma, Firenze, Venezia...), ma anche in altri, innumerevoli centri abitati dell’Italia tra il 1400 e il 1600. Stephen J. Campbell e Michael W. Cole ripercorrono l’intero patrimonio della pittura e scultura rinascimentale, ampliando il tradizionale campo d’indagine fino a comprendere nella loro indagine l’architettura, le arti decorative, il disegno, l’incisione e gli oggetti d’uso quotidiano. Superando i limiti di un approccio eccessivamente ancorato alle biografie degli artisti, il volume individua, decennio dopo decennio, inedite connessioni formali e tematiche fra le opere d’arte; analizza le tecniche di produzione, collega le opere stesse ai luoghi in cui furono create e sottolinea il ruolo dei committenti, nonché le aspettative e le reazioni dei primi fruitori. Nuova edizione ampliata. 410 immagini a colori nel testo. «Questo volume costituisce una sorta di ricognizione, una storia dell'arte in Italia e dell'arte prodotta da artisti italiani all'estero lungo due secoli, a partire dal 1400. Abbiamo puntato alla completezza piuttosto che all'enciclopedismo; abbiamo fatto scelte e fissato limiti, in modo da poterci concentrare su singoli oggetti e monumenti. Il testo è stato organizzato secondo una sequenza cronologica neutrale, piuttosto che per capitoli costruiti intorno alle carriere dei singoli artisti, anche per sottolineare i limiti dell'approccio biografico e per indicare possibili alternative. La scrittura storica è la costruzione di una narrazione e si possono narrare storie differenti su ognuna delle opere prese in considerazione: la vita del suo autore, l'interesse del compratore, o committente, la tradizione che sta dietro a quel soggetto, la risposta del pubblico e così via. Ogni capitolo intende mettere in risalto le circostanze e le aspettative che definiscono i momenti storici in cui l'opera venne eseguita, nonché i temi e i problemi condivisi da oggetti coevi anche piuttosto diversi fra loro. Così, al singolo capitolo corrisponde un tema che le opere realizzate in un particolare decennio si prestano particolarmente bene a esplorare. La produzione di immagini nella cultura del Rinascimento fu guidata dalla memoria di immagini precedenti e controllata da supposizioni spesso taciute circa il formato, lo stile, la tipologia. La trasformazione storica consisteva non solo in una sequenza di scoperte e innovazioni ma anche in un graduale cambiamento della relazione dell'artista con il manufatto; stavano mutando i valori e le idee alla base del fare, del lavoro artistico (per esempio la verità divina, la verità della natura, l'emulazione degli antichi e la concezione dell'artista come autore). Questa dimensione auto-riflessiva rispetto all'opera d'arte sostiene una ricca narrativa storica di per se stessa, che cercheremo di proporre a fianco di quella sui committenti, le istituzioni, le pratiche religiose».
L'arte del rinascimento in Italia. Volume Vol. 2
Stephen J. Campbell, Michael W. Cole
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 544
Questa nuova e originale storia dell’arte italiana del Rinascimento, basata sulle più recenti ricerche critiche, prende in considerazione quanto si produceva non solo nelle grandi città (Roma, Firenze o Venezia), ma anche in altri, innumerevoli centri abitati dell’Italia tra il 1400 e il 1600. Stephen J. Campbell e Michael W. Cole ripercorrono l’intero patrimonio della pittura e scultura rinascimentale, ampliando il tradizionale campo d’indagine fino a comprendere nella loro indagine l’architettura, le arti decorative, il disegno, l’incisione e gli oggetti d’uso quotidiano. Superando i limiti di un approccio eccessivamente ancorato alle biografie degli artisti, il volume individua, decennio dopo decennio, inedite connessioni formali e tematiche fra le opere d’arte; analizza le tecniche di produzione, collega le opere stesse ai luoghi in cui furono create e sottolinea il ruolo dei committenti, nonché le aspettative e le reazioni dei primi fruitori. Nuova edizione ampliata. 454 immagini a colori nel testo. «Questo volume costituisce una sorta di ricognizione, una storia dell'arte in Italia e dell'arte prodotta da artisti italiani all'estero lungo due secoli, a partire dal 1400. Abbiamo puntato alla completezza piuttosto che all'enciclopedismo; abbiamo fatto scelte e fissato limiti, in modo da poterci concentrare su singoli oggetti e monumenti. Il testo è stato organizzato secondo una sequenza cronologica neutrale, piuttosto che per capitoli costruiti intorno alle carriere dei singoli artisti, anche per sottolineare i limiti dell'approccio biografico e per indicare possibili alternative. La scrittura storica è la costruzione di una narrazione e si possono narrare storie differenti su ognuna delle opere prese in considerazione: la vita del suo autore, l'interesse del compratore, o committente, la tradizione che sta dietro a quel soggetto, la risposta del pubblico e così via. Ogni capitolo intende mettere in risalto le circostanze e le aspettative che definiscono i momenti storici in cui l'opera venne eseguita, nonché i temi e i problemi condivisi da oggetti coevi anche piuttosto diversi fra loro. Così, al singolo capitolo corrisponde un tema che le opere realizzate in un particolare decennio si prestano particolarmente bene a esplorare. La produzione di immagini nella cultura del Rinascimento fu guidata dalla memoria di immagini precedenti e controllata da supposizioni spesso taciute circa il formato, lo stile, la tipologia. La trasformazione storica consisteva non solo in una sequenza di scoperte e innovazioni ma anche in un graduale cambiamento della relazione dell'artista con il manufatto; stavano mutando i valori e le idee alla base del fare, del lavoro artistico (per esempio la verità divina, la verità della natura, l'emulazione degli antichi e la concezione dell'artista come autore). Questa dimensione auto-riflessiva rispetto all'opera d'arte sostiene una ricca narrativa storica di per se stessa, che cercheremo di proporre a fianco di quella sui committenti, le istituzioni, le pratiche religiose».
Capolavori della fotografia industriale. Mostre 2020−2021 Fondazione Mast-Masterworks of industrial photography. Exhibitions 2020−2021 Mast Foundation
Libro: Libro rilegato
editore: Electa
anno edizione: 2025
pagine: 746
Il settimo volume sulle attività promosse da Fondazione Mast presenta le sei mostre del biennio 2020 - 2021, fortemente segnato dal periodo di lockdown. Questo fa sì che questo libro si configuri come dispositivo privilegiato di presentazione e documentazione di mostre e iniziative la cui fruizione è stata necessariamente limitata. "Uniform. Into the Work / Out of the Work" è la mostra inaugurata nel gennaio del 2020 e dedicata a uniformi e divise. 44 grandi fotografi internazionali mostravano attraverso le loro immagini come l'abbigliamento da lavoro non abbia una valenza meramente funzionale, ma sia rivelatore di contesti storici, sociali e professionali diversi e delle loro implicazioni simboliche. Allo stesso tempo, un'area della Photo Gallery era stata dedicata al progetto monografico dell'artista americano Walead Beshty Industrial Portraits, costituito da centinaia di ritratti di addetti al lavoro del mondo dell'arte, per i quali l'abbigliamento professionale, estremamente differenziato, rispetta una sorta di tacito codice dell'anti-uniforme. Nell'autunno dello stesso anno, Mast ha ospitato la mostra conclusiva della sesta edizione del concorso Mast Photography Grant on Industry and Work, con le opere dei cinque finalisti: Chloe Dewe Mathews, Alinka Echeverría, Maxime Guyon, Aapo Huhta e Pablo López Luz. Contemporaneamente "Inventions", a cura di Luce Lebart, in collaborazione con Urs Stahel, presentava le immagini delle più brillanti invenzioni registrate in Francia tra il 1915 e il 1938, nell'ambito di una politica che incoraggiava la ricerca scientifica e industriale. "Richard Mosse. Displaced", la prima grande mostra antologica dell'artista, si è aperta nella primavera del 2021. L'anno si è concluso con la Biennale Foto/Industria di Bologna, di cui la Fondazione Mast è promotrice, presentando in particolare nei propri spazi la mostra "Ando Gilardi. Fototeca", che rappresenta un'esplorazione dell'iconografia del cibo e del potere della fotografia nel mantenerla sempre viva.