Libri di Bruno Carnevali
Luna allo zenith. Testo russo a fronte
Anna Achmàtova
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2021
pagine: 416
Nata a Odessa nel 1889 e morta a Mosca nel 1966, la vita di Anna Achmatova si è intrecciata con la storia del suo Paese, e anche con le tragedie di quella storia; basti pensare che il suo primo marito, il poeta Nikolaj Gumilëv, venne fucilato nel 1921 con l’accusa di attività controrivoluzionaria; che il suo unico figlio, Lev, venne arrestato e condannato ai lavori forzati nel 1938; e che lei stessa fu continuamente ostacolata dal regime sovietico – che accusava i suoi versi di pessimismo nevrotico e di erotismo malato – e venne espulsa dall’Unione degli Scrittori. In realtà l’Achmatova si ricollegava a ciò che c’era di più alto, e ancora fertile, nella grande tradizione della letteratura russa fra Otto e Novecento, da Puskin a Blok; e lo faceva rifiutando, come scrive Carnevali nella prefazione, ogni «compiacimento estetizzante», ogni «tentativo di evasione». La sua voleva essere innanzitutto poesia della realtà, e «la stessa misura del suo tono lirico, la precisione del dettaglio, la sobrietà insomma del linguaggio conferiscono tanta più intensità, intima tensione drammatica ai suoi versi». Questa raccolta delle poesie di Anna Achmatova, che uscì in prima edizione nel 1962 e dunque solo quattro anni prima della scomparsa della grande poetessa russa, resta a tutt’oggi la più completa e organica antologia della sua opera poetica in edizione italiana; anche per questo, riproponendola oggi a distanza di oltre cinquant’anni, abbiamo preferito lasciare intatto il lavoro del traduttore e curatore, Bruno Carnevali, anche per quanto riguarda l’apparato critico-bibliografico.
Confessione di un teppista. Poesie e poemetti
Sergej Esenin
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2015
pagine: 249
Nato nel 1895 nella regione di Rjazan', Esenin cominciò prestissimo a scrivere, pubblicando poesie in giornali di provincia. Prima a Mosca, poi a Pietroburgo, si legò a poeti come Blok e Kljuev, ed a quest'ultimo in particolare, che condivideva con lui l'origine contadina. Rispettivamente del 1916 e del 1918 sono le prime due raccolte, "Festa dei defunti" e "Azzurrità". Un anno più tardi fu tra i fondatori, insieme a Mariengof e Sersenevic, della nuova scuola poetica degli "immaginisti". È in quegli anni, che la fama di Esenin cresce, al punto da poter arrivare a competere con l'altro astro nascente della nuova poesia russa, Vladimir Majakovskij. Al 1921 appartengono il poemetto "Pugacév" - forse la sua opera più vicina alla poetica degli "immaginisti"- e la raccolta "Confessione di un teppista"; del 1924 è "Mosca delle bettole". Con gli anni si approfondiva tuttavia il suo disagio esistenziale. Con alle spalle una rivoluzione nella sostanza mai amata né compresa e, davanti a sé, il costante e consapevolmente utopico desiderio di un ritorno alle origini, alla sua Rus' natale e contadina, Esenin scontava il dramma della sua solitudine, della sua "estraneità". A nulla valsero la fama letteraria, i tre matrimoni, fra i quali quello "scandaloso" con la celebre stella della danza Isadora Duncan, il viaggio con lei prima in Germania e poi negli Stati Uniti, soltanto tappe di una vita di vagabondaggio teso ormai vorticosamente verso il suo epilogo più tragico.