Libri di Francesca Terrazzino

Sesila Jata è nata in Albania nel 1988. È emigrata in Italia in tenera età dove si è laureata a pieni voti alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Bologna. Successivamente si è trasferita a Venezia dove ha conseguito il titolo di dottoressa abilitata al patrocinio legale.

Mario Bonazzoli è un profondo critico di questa società e da questa critica ne è derivata una visione comunitaria, del tutto alternativa a quella dominante! Così ha prodotto visioni, collocate in tempi ed ambientazioni diverse, che all'apparenza sembrano oniriche e difficilmente realizzabili in tempi brevi, ma che, tradotte in scrittura sagace, rappresentano tutte le dinamiche comunitarie che potrebbero rappresentare degli stimoli per iniziare ad operare un cambiamento, avendo come riferimento una visione che ad oggi sembra utopica. La stessa visione che ha contraddistinto, secondo un andamento carsico, il processo comunitario nella storia degli uomini.

Un viaggio sonoro, dell'anima che seduce tutti i sensi e riporta con implacabile bontà, alla vittoria del cuore. Andrea, giovane cantautore gareggia nella vita e sulla platea, gareggia col tempo e con la malattia che ineluttabile padroneggia. La vittoria canora sembra per lui la rivalsa e la catarsi di una vita comune che potrebbe trasformarsi in eccelsa forse con l'attribuzione di un tributo canoro alla sua voce e alla sua carriera di cantante di strada. Scoprirà invece che il vero tributo, quello del cuore, rimane negli affetti vicini, in primis con la figlia Caterina, vincendo davvero la vita attraverso un'anima gentile che si rinnova perpetua.

Angus, infermiere in una clinica psichiatrica in Maremma, si fa carico di tre ragazzi e due ragazze con ‘lievi disturbi psichici’. Lascia tutto, li porta in Scozia, nella sua isola di Skye, terra dei West Highland White Terrier, i Westie. In viaggio inventa la favola di Boo, un piccolo Westie che truffa tutti, anche la regina Elisabetta. Racconta anche dei suoi drammi giovanili e della ragazza per cui è venuto a stare in Italia. Un viaggio nella favola come terapia vincente, nel rapporto uomo-cane, nell’orgoglio scozzese, nella psiche umana. Un viaggio che libera lui e i suoi ragazzi dagli incubi del passato. Età di lettura: da 10 anni.

Un viaggio ancestrale alla conquista del sapere, popoli tribali e conoscenze mistiche ed il sapere come incanto e devozione anche avvolto da mistero. Questo è "La tana del Diavolo", un diavolo dentro e fuori di noi, negli istinti barbari non placati di popoli antichi.

Una giovane, un paese in un tempo forse medievale forse il tempo dei sogni inespressi e degli incubi evasi, evasi dalle menti ignoranti e deboli, malate e instabili pervase dal simbolico e dall’onirico, pregne dall’esistenza del Magnificente come del Maligno. Solo una giovane si oppone vigorosamente e antepone affetti e conoscenze, giovinezza e amorevolezza alla voce insistente che la chiama a sé. Che chiama Tutti a sé. Una voce soave ma maleficamente diabolica che li brama, li concupisce, li desidera tutti. Tutti gli abitanti di un paese lontano forse medievale, forse in un tempo che è il nostro o di un tempo futuro, sapendo che la voce malefica è davvero in ognuno di noi, suadente e persuasiva ci conduce verso i compromessi e le bugie, gli inganni e i tranelli, le verità celate e inespresse, verso un libero arbitrio torbido e interpretabile quando in vero la coscienza del buono e del bello, del forte e del vigoroso, così come sono gli ideali della protagonista e dei suoi compagni di ventura, sono unici ed indiscutibili e rifulgono senza necessità di riconoscimento alcuno. Un paese senza tempo, una giovane dagli intenti chiari e virtuosi in lotta per la libertà di Tutti.

Sebastiano, 21 anni, siciliano, un immigrato in America, un sognatore preda della mera chimera della ricchezza facile nel nuovo mondo. È il 1912. Sebastiano vive e lavora, si innamora e costruisce una famiglia in America, Pietro il figlio porterà la gioia della paternità insieme agli ovvi pensieri economici. Una storia di famiglia, introspettiva, acuta, in cui il lavoro, il nobile lavoro vince sulla povertà e sulla malavita. Una storia italo americana come potreste immaginarla, tinta del pudore degli immigrati in terra straniera, con gli accenti nostrani contro lo slang americano, con il colore olivastro dove il pallore new yorkese imperversa nelle strade. La tenacia e l’amore per la famiglia e la terra natale sono vincitori e pervadono di emozione anche le generazioni future al visitare Roma e Palermo, l’Italia. Un romanzo pregno di amore per la terra, la propria terra, ideale degli immigrati, delle solitarie comunità lontane da casa, in cui il sapore e l’odore e il colore del proprio paese è sempre e ancora fonte di ideale patriottico. 100 anni di narrazione, tre generazioni, un unico filo, la multiculturalità dell’uomo.

Avete mai pensato di impadronirvi di una bella storia attraverso l'olfatto? "Lo spigoloso profumo delle arance" è un romanzo familiare, un padre, una madre un giovane figlio e l'acquisto di un cane, un piccolo rottweiler, nuovo membro aggiunto in una piccola società che si ama. Dentro questa quotidianità s'insinua la tragedia. Un tragico incidente e la vita che si spezza e cade nel buio. Inalare quel profumo nelle narici, ora che il destino è segnato irreparabilmente, è un piacere incommensurabile e la tenacia della ricerca a favore della verità, e questo brama il protagonista Jeremy, un ragazzo stanco, forse provato dalle quotidianità e che la vita ha reso silenzioso e schivo. Le incombenze quotidiane, il cagnolino Amarildo da accudire, un bastone per riconoscere gli ostacoli della strada, una vita come molte che diventa povera in pochi battiti, spogliata dell'essenziale, riconoscere quell'odore è una chiave per risolvere un mistero, un'idea per rivivere attivi in un rutilante meccanismo di doveri e necessità. Le vicende si complicano alquanto al procedere delle indagini, gli equilibri si spostano e nuovi personaggi invadenti, evadono dal nulla per creare il caos e la confusione.

Il Professore e Primario Errico Franco Mastri cambia pelle, residenza e forse linguaggio, muta e tramuta la sua esistenza in qualcosa di aulico e pretenzioso, diventa un missionario, il missionario Remo Alderigi. Non lo perderemo, in una iperbole di rara concertazione altri personaggi subentrano a lui, Renè e Francesco, un registra famoso, premio oscar, tal Hristo Zemeck e la bella Azzurra ormai lasciata ma sempre coagulo d’amore per il suo compagno di vita Renè, e al dunque arrivano con il primario Errico che fino ad ora è stato protagonista indiscusso dei primi quattro romanzi della collana, da L’isola delle onde nere ad Azzurra e le sue vite a metà per poi oscurarsi in Rosso cardinale e rifulgere poi in Fiori d’arancio senza profumo. Ed ecco il missionario Don Remo e il capitano Alex Navarro Berti, il conte Pierre Marnex, Conchita e Francis ed il Natale lontani da casa, e il collante vero: la colonna sonora. Perché ogni episodio è soave come la musica citata a corollario. Gianfranco Bertolutti, l’autore, da osservare curiosamente per la frenetica voglia di vivere che sprigiona attraverso i suoi bizzarri personaggi.

Un viaggio feroce nella Calabria della mala, della povertà, degli stenti e della barbarie. L'Italia nostra letta e concepita ogni giorno dagli occhi della gente comune, che vive, soffre e campa con poche centinaia di euro. Questo produce la povertà. Malavita, corruzione, omicidio legalizzato, prostituzione. Leggerete questo con semplicità, come lo narra una calabrese che questo vive tutti i giorni, e semplicemente ammirerete come ne fugge. Una donna forte, risoluta, essenziale, come la sua terra calda e dai contrasti eclatanti. Fredda come la canna di un fucile, aspra e definitiva come la morte dei suoi personaggi. Muore anche la nostra autrice, a gocce, ogni volta, che l’ingiustizia prevarica l’ingenuità e la divora. Quindi le sue storie sono un inno al coraggio, al coraggio femminile.

Un'adolescente, una giovane donna, innamorata della vita, dell'amore alla scoperta di sé stessa e del suo corpo incontra la saggezza degli anni più maturi nella figura del professore, del docente, dell'insegnante. Matureranno il corpo e la mente attraverso i sogni e le speranze.

"Fiori d’arancio senza profumo" è il quarto romanzo di Gianfranco Bertolutti. In ogni romanzo il palinsesto è uno ed indiscutibile: un poliedrico show iniziale, la presentazione di tutti i personaggi in scena e lo start dal primo, il suo protagonista, il Primario Errico Mastri. La vicenda si affina ed ancora nuove avventure da dipanare ed analizzare, da sfogliare e concretizzare nella mente del lettore. Lo aiuta Gianfranco Bertolutti, avendo prodotto la colonna sonora ai suoi romanzi, ascoltando le note che odono ed intonano i personaggi, seduti su un muretto ad ascoltare. Onirico e surreale attraverso i sogni premonitori, miracoloso insieme alla Frecce Tricolore e alla Nave Vespucci, sempre un’evasione dalla realtà, parendo gli stessi personaggi bisognosi del fiato miracoloso della quiete nella routine travolgente e schiacciante della quotidianità.