Libri di M. Doni (cur.)
Autoconservazione e inerzia. Sulla costituzione della razionalità moderna
Hans Blumenberg
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 103
Da Tálete, che vedeva il mondo pieno di dèi, a Gagarin, che in orbita ne sanzionava l'inequivocabile assenza, si consuma quello che probabilmente è l'evento più impressionante e meno compreso della storia dell'umanità: la morte di Dio. Non si tratta tanto di massimi sistemi, di valori assoluti: da questo punto di vista è evidente che Dio non è affatto morto, anzi il vessillo divino è innalzato su strazi globali di proporzione spaventosa; si tratta di una questione molto più semplice, più quotidiana: per questo è impressionante e incompresa. Dio muore non tanto nel senso morale, nelle svolte epocali, nelle grandi rivoluzioni, nei discorsi pubblici e nelle dichiarazioni di guerra: muore molto più semplicemente nel piano inclinato del moto accelerato. Muore nella fisica spicciola, nel tempo che consuma il movimento, che fiacca le forze: muore nella morte ordinaria di ogni piccola cosa. Nell'epoca antica Dio reggeva tutto, in quella moderna occorre trovare una scusa per giustificare l'inizio e la fine del mondo, o meglio la sua conservazione. La domanda non è più: perché il mondo è stato creato?, ma: perché continua ancora a esistere, visto che non possiamo più ammettere che vi sia un Dio che lo mantiene in essere. Hans Blumenberg, maestro ineguagliato dell'indagine al microscopio dell'età moderna, dedica un gioiello di acume filosofico al concetto di inerzia che, tra il XVII e il XIX secolo, giunge a sostituire definitivamente, pur con una trama complessa e intricata, la mano di Dio.
Disgusto e desiderio. Enciclopedia dell'osceno
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 228
A quarant'anni dalla morte, oscena, di Pier Paolo Pasolini, artista osceno, è giunto il momento per riflettere con tenacia su un argomento che pochi come lui hanno contribuito a mettere a fuoco. L'osceno, appunto. L'osceno non si può archiviare facilmente, non si può ridurre a questioni di etichetta, di buone maniere, di convenienza ("questo non si dice", "questo non va bene"). L'osceno è molto di più, o meglio: è sempre qualcosa d'altro. Come il sublime, l'osceno agisce da attrattore infinito per la creatività umana: muove dal basso, dal degrado delle periferie, dalla pancia della cultura popolare, dagli organi e dalle sensibilità da sempre considerate inferiori... e tuttavia il suo potere è sommo. La sua virtù è quella di provocare, di impedire che ci si attardi nel solco delle proprie certezze, che ci si accontenti del proprio ordinamento accomodante, che ci si pieghi alla tirannia del proprio realismo. L'osceno turba la tranquillità degli assiomi, ridisegna i confini tra il dicibile e l'indicibile, cancella le distanze e ridistribuisce gli onori e gli oneri dell'organizzazione culturale. Se è vero, come sostenne Walter Benjamin, che cultura e barbarie sono in simbiosi, l'osceno è per così dire il propulsore, il combustibile di questa continua, vitale convivenza. I saggi qui raccolti intendono seguire e sondare questa provocazione; intendono cioè raccogliere la sfida, accettare e sviluppare la complessità che l'osceno rappresenta.
La pazienza dell'inquietudine. Quattro interviste con Norbert Elias
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 87
Un uomo lungo un secolo, ecco chi è Norbert Elias. Ebreo laico, sociologo senza fissa dimora, mai corretto, mai scontato, Elias ha coltivato per decenni un indefettibile slancio vitale, senza concedersi alle mode apocalittiche della contestazione o a quelle furbette del riflusso. Un uomo capace di parlare di sport, di guerra, di poesia, di religione, di civiltà e barbarie, di serietà e facezie conservando sempre il medesimo piglio, sempre la stessa fiducia in sé e nella propria umile tracotanza di scienziato delle cose umane. Un uomo che ci parla dalle periferie dell'Europa, dal disfacimento dell' establishment, dal crollo del Muro di calcestruzzo e ideologie che ha forgiato il Novecento: è da qui che Elias, come una di sonda lanciata nel tempo, osserva le dinamiche del suo mondo (i "processi"), come dalla nostra prospettiva, come se fossimo noi a guardare, ex post, la fine delle sicurezze, la liquefazione dei rapporti, la moltiplicazione esponenziale delle occasioni di incontro. A Elias non sfuggono i segni dei tempi, li coglie con vorace ostinazione e li interpreta con onestà e tenacia, sfidando le bandiere ideologiche dei suoi contemporanei (il disfattismo ecologista, il pessimismo esistenzialista) e mirando sempre e soltanto a "tentare, cercare, inventare e sopportare".
L'illusione del quotidiano. Sociologia con le scarpe slacciate
Norbert Elias
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 64
In Italia il nome di Norbert Elias è generalmente associato ai lavori di sociologia storica sulla società di corte e sul processo di civilizzazione. Tuttavia, oltre a essere un "maestro di rigore" della storiografia - per dirla con Paul Ricoeur -, Elias fu anche e soprattutto un acuto osservatore delle dinamiche sociali contemporanee, un precursore della complessità, un libero pensatore, fuori dalle mode e dagli schemi, che ha attraversato controcorrente tutte le intemperie del suo secolo (guerre, deportazioni, conflitti accademici, emarginazione) con una lucidità e un distacco sbalorditivi. Oggi, a vent'anni dalla morte, possiamo cogliere un'occasione di leggibilità inedita delle sue opere e delle sue prese di posizione, un'occasione che rivela, tra l'altro, tutta la freschezza e la potenza di un pensiero che ha ancora molto da raccontare. In questo volume raccogliamo tre interventi mai tradotti in italiano, che in misura diversa si rivolgono a uno dei concetti più coccolati dalla consuetudine sociologica e giornalistica del nostro tempo, quello di "quotidianità".