Libri di M. Fioroni
Dulcis Iesu memoria
Anonimo del XII secolo
Libro
editore: Glossa
anno edizione: 2004
pagine: 161
L'inno "Dulcis Iesu memoria" gode ancora di una certa notorietà, nonostante ci sia pervenuto in una versione molto ridotta e modificata rispetto al testo originale. Il carattere poetico del testo nulla toglie alla chiarezza del messaggio, anzi lo rende più affascinante e tale da toccare le fibre più intime del cuore.
De amoris sapore. Il «sapore dell'amore» nel medioevo cistercense
Libro
editore: Glossa
anno edizione: 2011
pagine: 130
Negli scriptoria medievali non venivano solo trascritti i testi sacri e le opere dei grandi autori ma era presente anche una produzione letteraria "minore", redatta da monaci, spesso anonimi, che annotavano le proprie riflessioni, nate dalla meditazione della Scrittura o delle opere dei "grandi", ma rielaborate, sviluppate in base alla propria esperienza personale. Il "De amoris sapore" è uno di questi testi, scritto all'inizio del XIII secolo da un monaco cistercense, Johannes, di cui non conosciamo alcun elemento biografico, ma che ci rivela un'intensa vita interiore e una particolare capacità di esporla con semplicità e originalità. Il testo, rivolto ad un giovane monaco, delinea una risposta alla domanda: "Qual è il sapore dell'amore?". Nel tentativo di descrive l'indescrivibile, l'autore utilizza la dinamica fra "dolce" e "amaro", cioè fra "presenza" e "assenza" dello Sposo, tema presente nel Cantico dei cantici e molto caro al mondo cistercense, come documenta qualche brano del De natura et dignitate amoris di Guglielmo di Saint-Thierry pubblicato nella seconda parte del volume.
Speculum Novitii. Lo specchio del novizio
Stefano Salley
Libro: Libro in brossura
editore: Glossa
anno edizione: 2010
pagine: 77
Per la prima volta, nel panorama dell'editoria italiana, compare un testo di Stefano di Salley, inedito fino ad ora, sia in italiano, sia in latino. Il giovanissimo Stefano entra come novizio nell'abbazia cistercense di Fountain - fondazione della linea di Clairvaux - e rapidamente ne diviene il cellerarium. Le doti personali, la sua capacità di leggere il cuore umano e "l'alta scuola" di due grandi abati resero ben presto Stefano in grado di guidare una comunità monastica. Stefano divenne così abate di Salley. Probabilmente scrisse lo Speculum Novitii durante il decennio in cui fu abate di Salley ed è possibile ritrovare nel testo l'esperienza di un uomo che, conoscendo se stesso - i propri desideri e le proprie debolezze -, cerca di analizzare quali sono i moti dell'animo dei fratelli e di indicare loro atteggiamenti e mezzi per progredire verso la santità. Stefano è entrato in monastero circa un secolo dopo l'ingresso di Bernardo a Cîteaux: tempi e luoghi diversi, diverso il clima e il livello culturale e diversa l'atmosfera spirituale. Stefano si presenta, però, come un degno figlio di san Bernardo: porta con sé l'essenza dell'eredità ricevuta e i frammenti del nuovo e del diverso che si fanno presenti nella storia.