Libri di Maria Teresa De Maria
L'Inferno. L'Inféran. Libera traduzione in dialetto romagnolo della prima cantica dantesca
Gianfranco Bendi
Libro: Libro in brossura
editore: CartaCanta
anno edizione: 2020
pagine: 360
Perché tradurre Dante in romagnolo? Perché proporre in questa lingua quel che il sommo poeta ha scritto in volgare in modo tanto mirabile? Perché proprio oggi? Per amore nei riguardi dell’opera dantesca e per farla rivivere nella realtà odierna. Per amore verso le cose, le persone, i luoghi e i fatti della terra di Romagna. Per amore nei riguardi di un mondo che sta scomparendo, o che forse è già scomparso e sopravvive solo nel ricordo. Un universo che l’autore riesce a far rivivere con grande sensibilità nei versi del suo Inféran. Per amore verso il dialetto romagnolo che, pure lui, se ne sta andando, ma che costituisce un patrimonio inestimabile con le sue espressioni idiomatiche, chiare e solari. E perché Dante, da sempre, interpreta sentimenti e passioni universali.
Il paradiso. È paradis. Libera traduzione della terza cantica dantesca in dialetto romagnolo del contado meldolese. «Cun Dânt scorend e' rumagnòl zintil»
Gainfranco Bendi
Libro: Libro in brossura
editore: Risguardi
anno edizione: 2017
pagine: 390
“Se è difficile la lettura del “Paradiso” immaginate quanto sia ancora più arduo farne la traduzione in romagnolo! Non saprei proprio se Dante redivivo mi inviterebbe a ‘rivedere i miei liti’ data la mia scarsa competenza teologica, oppure mi permetterebbe di ‘mettereper l'alto sale’ il mio naviglio seguendo il suo solco per l'amore che porto alla sua opera. Ad ulteriore conferma del famoso aforisma di sant'Agostino, dopo ‘L'Inféran’ e ‘E' Purgatòri’ eccomi qua con la traduzione in romagnolo della terza cantica. Il tempo è passato ed i pochi capelli sono ormai imbiancati, ma l'amore per Dante e per il nostro dialetto non è scemato, anzi si è rafforzato col tempo. Nel 'Paradiso' son mutati scenario, atmosfera e lo stile della poesia di Dante e di pari passo quelli della mia traduzione, poiché vivo l'insolita esaltante avventura di seguire il poeta in ‘piccioletta barca dietro il legno che cantando varca’ cercando di riportare tutta la ‘Commedia’ al suono familiare del nostro dialetto. Ed ora finalmente ho completato l'opera: testardo e deciso ho seguito Dante passo a passo, perché seguir lui è per me la miglior maniera per imparare e conoscere me stesso.” (Gianfranco Bendi)