Libri di Maurizio Della Nave

Perché una favola? Perché anche le persone più grandi hanno bisogno di sognare ed in queste pagine l'Autrice ha scritto il suo sogno. Attraverso delle lettere, il Sole scrive alla sua amata Luna svelandogli i misteri più grandi. Dal profondo dal cuore dell'Autrice scattano lampi di luce che alleggeriscono la vita ed aiutano a affrontare i giorni con più fede e speranza. Solo scegliendo la strada dell’amore è possibile insieme migliorare il mondo. "In questo libro" commenta l'Autrice "racconto una favola che potrebbe rappresentare la vita dove gli ideali si trasformano in un uomo e una donna capaci semplicemente d’amare. Vorrei poter donare a ogni persona fede e speranza per vedere una luce in fondo al cammino, capire che valicando quella porta si trova felicità. Questo percorso comporta il nostro impegno e la nostra volontà, ma il premio sarà grande perché potremo gioire insieme, uniti in un unico abbraccio che avvolgerà tutti.” Ed il suo messaggio è che l’Amore è l’alchimia che può far cambiamenti profondi. Un inno alla Vita e alla donna capace di dare alla luce una nuova vita. Un invito a sognare, il primo passo perché l’ideale possa diventare reale, ed anche un Inno a Dio...

“La scala in marmo del piano nobile accompagna il lettore alla scoperta d’un antico palazzo, dove quella statua del Cesare in abiti civili apre a un’affascinante ricerca che dagli orti di Cesare incontra Gaio Sallustio Crispo, il vescovo Colocci, il cardinale Tonti, San Calasanzio, l’Ordine dei Padri Scolopi, narrando una lunga storia.” L’ammirazione liceale si è trasformata nel tempo in soddisfazione lavorativa varcando ogni giorno il portone del Palazzo del Nazareno. Grande edificio d’architettonico pregio, civile abitazione dell’alto clero, spazio per collezioni artistiche, ambienti capaci d’accogliere Re. Un Palazzo con archivi, luoghi di culto, magazzini, capace di mitigare funzioni pubbliche dal ‘600 a oggi in una posizione urbana di prestigio. Centro di difesa d’un ideale superiore, modellante di nuove classi sociali, simbolo di potenza e ricchezza culturale proprie dei palazzi della Roma cinquecentesca. Mi è sempre apparso un grande gigante che fiero aspetta di essere ascoltato e per questo ho scritto della sua vita in questo libro, per non lasciare all’oblìo la storia del Palazzo del Nazareno, che ha radici storiche molto più profonde di quelle che si possono immaginare.

L’estate 1998 (la più torrida del secolo) fa da sfondo alle vicende d’un adolescente costretto a passare la stagione lavorando. Il racconto dura una mattinata, dove lui si disvela attraverso flashback sul rapporto con genitori e scuola, su desideri e aspettative. In quelle ore l’alternarsi dei suoi stati d’animo alle prese col conflitto del crescere. Gli spazi fantastici sognati contrapposti a quelli anonimi asfissianti d’una provincia rovente, metafora di condizione esistenziale. Poi un racconto breve che completa forse il primo. Ambientato ancora in un’estate calda (la stessa?) in cui due ragazzini si ritrovano a osservare fuori. Vivono senza accorgersene un momento importante che li spingerà sull’orlo di una possibilità di crescita. L’autore riesce a scolpire visivamente e introspettivamente l’adolescenza nel periodo più difficile, quando il “chi sono io” è incerto, caotico, desideroso, inibito, sognatore, oppresso, frustrato, rivoltoso...

Giuseppe Calasanzio lascia molto di sé nella rete del tempo. Superando distanze di spazio e mentalità, creando legami ed aspettative, momenti di forte condivisione, impegni longitudinali nel tempo, primo fra tutti ponendo le fondamenta per il Diritto alla Istruzione. José Calasanz (1557-1648), spagnolo, poi arrivato in Italia, Fondatore dell’ultimo degli Ordini religiosi, quello degli Scolòpi. Ed era un ribelle! Mite, preciso, umile, onesto, viaggiatore, semplice nella metodologia, costruisce abilmente un tessuto subsociale forte ed inusitato. Quell’uomo colto che mette in fila centinaia di bambini in una Roma seicentesca abbandonata a sé stessa, desta l’attenzione del Papa e di molti personaggi di quel tempo. Fra gli altri, l’incontro con Campanella e con Galilei, due ribelli dell’epoca, alimenta la sua opinione utopica: poter far salire la gente comune nel livello sociale, individuando e attuando un inedito pensiero d’una pedagogia rivoluzionaria su diversi profili culturali. E quel Santo vecchio e ribelle ci aspetta ancora, seduto presso la grande porta di San Pantaleo in Roma, dove ancora oggi il suo spirito ci racconta la grande appassionante storia del diritto all’istruzione.