Libri di A. Bascetta (cur.)
Storie di lava, favole vesuviane. Con una juta a Sorrento da San Giorgio a Cremano
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2016
pagine: 160
Principato Citra di Salerno, Costa, Cilento e Valllo di Diano. (La provincia de) il principato citeriore e le sue regioni
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2015
pagine: 96
Quattrocento napoletano. Lo Balzino di Ruggiero de Pacienzia. Nella fine degli Aragonesi di Napoli con re Federico e Isabella del Balzo
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2012
pagine: 128
Cortei e feste sul finire del 1400 animano questo viaggio nel Regno degli Aragonesi di Isabella del Balzo e Federico I di Napoli spodestati da Francesi e Spagnoli. Fra lutti e miserie il popolo trovava il tempo per divertirsi festeggiando le visite dei sovrani per i paesi del Sud facendo della sfortuna una continua parodia. Sono le scene di piazza vissute attraverso i cronisti del secolo, specie Ruggerio de Piacentia, da Nerito a Barletta, da Bari a Benevento, ad Acerra e Napoli lungo la Via Appia Antica prima del crollo. Momenti di moda e di folclore che rivivono nelle pagine di storia vera fra le diverse etnie e personaggi goffi e potenti, capitani di ventura e pie donne che impreziosiscono il testo basato su diari coevi e cronache scevre da inquinamenti e manipolazioni storiografiche.
Re Ferrante il Pidocchio (1442-1465). Il regno di Napoli (la rotta di Sarno)
Libro: Copertina rigida
editore: ABE
anno edizione: 2010
pagine: 80
È Re Ferrante colpito dalla congiura dei baroni fomentata dall'Orsini, principe di Taranto e zio della moglie Isabella de Clermont di Lecce. La Regina incontrò segretamente il parente per dissuaderlo ma il Re ricevette una sonora lezione agli Aragonesi. Era il 6 luglio del 1460 quando si ebbe la sommossa in cui persero la vita Simonetto dei Simonetti e gran parte dei capitani nella Rotta di Sarno. Le truppe vennero disfatte il Re fu spogliato del Regno, restandogli la sola signorìa di Napoli. La Regina Isabella, del sangue della casa dei Chiaromonte del cavalier Tristano riunì i baroni napoletani nella chiesa di S. Pietro per avere un prestito e pagare anche i debiti del marito chiamato Ferdinando Il Pidocchio, il quale aveva impegnato agli Sforza di Milano perfino la corona che portava sul capo.
La fuga di re René. Renato d'Angiò (1435-1442). Il regno di Napoli
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2010
pagine: 64
Combatté fino allo stremo l'avversario Alfonso d'Aragona, al fianco della moglie Isabella di Lorena, per ricondurre il regno di Napoli all'obbedienza. Giunse dalla Provenza per cercare di godersi il Rinascimento Napoletano tentando in tutti i modi di restare nella capitale, magari fra una passeggiata allo zoo del serraglio e una tarantella,ma fu costretto alla famosa fuga sul Partenio,che lo condurrà a Lucera e a L'Aquila. Dopo mille peripezie, alla scoperta di cibi tradizionali, bevendo vino nei cicinielli di creta e assaggiando le frattaglie di agnello che gli vennero servite nella Rocca di Benevento durante le cene conviviali, tornò alle sue giostre e alle Pastorelle musicate sulla Loira. Sono pagine tratte da Diari e Giornali dei cronisti dell'epoca che ripercorrono fedelmente le conquiste di René, facendoci scoprire un uomo che dedicò la sua vita all'ordine militare della Mezzaluna, ma anche ai libri, riscrivendo le regole di giostre e tornei solo per la felicità dell'amata Isabella.
1656. La peste
Edmondo Marra
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2010
pagine: 96
Nessun evento negli ultimi millenni, né guerre, né terremoti, né carestie, ha determinato conseguenze così disastrose come l'epidemia di peste che si abbatté sull'Italia meridionale dall'estate del 1656 all'anno successivo. Fu eliminata più della metà della popolazione esistente con cambiamenti sociali ed economici di portata inimmaginabile. Migliaia di persone oggi viventi derivano da uno dei sopravvissuti, magari fortunosamente, a quell'ondata di morte silenziosa e micidiale che non trovava ostacoli di nessun genere e si insinuava in ogni meandro visibile o nascosto.
1809. Il brigante Aniello Rinaldi della comitiva di Laurenziello
Edmondo Marra
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2010
pagine: 96
Il romanzo rievoca il periodo del brigantaggio volturarese del primo ottocento attraverso le vicende umane dei fratelli Nicola ( 1780 1808 ) e Aniello Rinaldi ( 1784 1809 ) di Volturara, e di Laurenziello (1774-1812 ) di Santo Stefano che tennero in scacco per un decennio le forze dell'ordine, prima borboniche e poi francesi, mettendo a ferro e a fuoco l'intera provincia di Principato Ultra, come allora si chiamava l'Irpinia, e commettendo atroci delitti che restarono per decenni nella memoria di tutti. Si richiama a documenti storici, attraverso una minuziosa ricerca, e vuole dare uno spaccato senza pregiudizi di un periodo che vide profonde trasformazioni sociali, dalla fine del Feudalesimo alla nascita dei moderni Comuni, a nuovi codici legislativi ed alla ripartizione delle terre degli ex feudatari tra i contadini, in un contesto di povertà allucinante e di una situazione igienico - sanitaria aberrante. I Rinaldi appartenevano ad una delle famiglie più in vista del paese ed erano imparentati con la maggior parte dei notabili locali.
Santo Masaniello. La rivolta di Tommaso Aniello nella collana de Il Regno di Napoli in più epoche. Gli spagnoli della dinastia degli Asburgo d'Austria (1598-1647)
Libro: Copertina morbida
editore: ABE
anno edizione: 2009
pagine: 80
Gli Asburgo si insediano a Madrid con Filippo III che siede un vicerè a Napoli e uno a Palermo. Chiese corrotte ricche d'argenti danno vita alla fuga sugli eremi. Nasce l'Incoronta del Beato Giulio da Nardò col rinnovamento dei Carafa e San Pietro a Cesarano di Mugnano con Trabucco. A Napoli si fonda l'Oratorio dei 4 altari per i più potenti, ma il popolo è oppresso dalle tasse, specie nei feudi. Da qui i moti di fronda e la rivolta di Masaniello contro il Viceré d'Arcos. Dal partito frondista napoletano di Genoino e Vitale, ai 3 giorni da guappo di Tommaso Aniello, Capitano che si svenge per un po' di pesce alla Duchessa. Viene assassinato e la rivolta scoppia in tutto il regno con La Pelosa e D'Alessi, masanielli siciliani.

