Libri di A. Bernabini
La rivoluzione comincia da noi
Jiddu Krishnamurti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2012
pagine: 249
Siete davvero convinti di voler cambiare? Siete davvero interessati a una rivoluzione, a una trasformazione profonda nell'essere? Sapete cosa significhi veramente, cambiare? Nel suo stile sempre sferzante e destabilizzante, Krishnamurti squarcia subito il velo sulle reali intenzioni di chi lo interroga, di chi lo ascolta, di chi - oggi - lo legge. Il tema del cambiamento è il filo rosso che lega questi discorsi tenuti in tutto il mondo tra il 1952 e il 1959. Da Bombay ad Amburgo, da Londra a Nuova Delhi, da Bruxelles a Madras, Krishnamurti parla all'essere umano e alla sua incapacità di fermarsi a osservare il funzionamento della propria mente. Il cambiamento non può mai essere frutto di autodisciplina, controllo o desiderio; non può essere provocato da un atto di volontà né dall'ambizione di diventare qualcosa di diverso da ciò che si è: al contrario, la via per il cambiamento comincia proprio dal polo opposto: vedere, accettare, osservare ciò che si è. Quando si osserva il funzionamento della mente come se fosse un meccanismo complesso finché essa non divenga profondamente silenziosa, la mente cessa di far parte del tempo, e si manifesta uno stato capace di provocare una rivoluzione nell'essere e nell'atteggiamento interiore. Non è qualcosa che si può spiegare e comprendere a parole o a livello razionale, è qualcosa attraverso cui bisogna passare con la propria esperienza. L'unica chiave che Krishnamurti può suggerire è infatti quella della consapevolezza.
Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linjii
Thich Nhat Hanh
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2010
pagine: 196
Non c'è nulla da fare e nulla da cercare. La persona che non ha nulla da fare è padrona di sé, e vive integrata nel proprio ambiente senza esserne oppressa. Non è vittima di tristezza, felicità, amore, odio. Vive in consapevolezza come una persona ordinaria, che stia seduta, cammini o stia in piedi. "Dovunque sei - insegna Linji - usa quel luogo come sede del tuo risveglio". Questo è l'insegnamento del maestro ch'art Linji, vissuto nel nono secolo d. C. durante la dinastia Tang, fondatore della scuola Linji (Rinzai) dello zen: lo spirito del suo insegnamento, osserva Thi-ch Nhat Hanh, è in tutto ciò che si impara e si insegna all'interno della tradizione zen. Vissuto nell'epoca della re-pressione politica del buddhismo in Cina, Linji fu allievo di Huangbo e fondò infine il proprio monastero insegnando ai suoi allievi in uno stile incisivo e diretto. Non scrisse mai, ma i suoi studenti raccolsero gli insegnamenti del maestro nella Raccolta di Linji. La traduzione e il commento di Thich Nhat Hanh rendono il testo accessibile al lettore moderno senza alterarne il carattere ironico, diretto e anticonvenzionale. La raccolta è composta da due sezioni: le Battaglie zen, insegnamenti che il maestro impartiva la mattina sotto forma di domande e risposte, e i Discorsi della sera, in cui Linji spiegava e raccontava storie, in una forma meno criptica rispetto alle Battaglie.