Libri di A. Porciello
Scritti sulla certezza tra teoria e prassi del diritto
Lon L. Fuller
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2016
pagine: 249
È la prima volta che la filosofia del diritto italiana dedica un'intera antologia al pensiero e alla figura di Lon L. Fuller. Al suo interno Andrea Porciello offre al lettore la traduzione di sei scritti del giurista americano, del tutto centrali all'interno della sua produzione, che fanno riferimento all'annosa questione della certezza giuridica. I primi due scritti, Il realismo giuridico americano del 1936 e un estratto de Il diritto alla ricerca di se stesso del 1940, trovano il proprio centro tematico nel rapporto tra la certezza giuridica ed il concetto di diritto così come proposto dal positivismo giuridico dell'ottocento, e dalle varianti del realismo americano e del normativismo kelseniano: Fuller discute, innanzitutto, del modo in cui queste due grandi avanguardie del positivismo giuridico del novecento abbiano interpretato il tradizionale concetto positivista di certezza. Il terzo scritto, Cos'è una finzione giuridica del 1931, è dedicato all'antica e controversa questione della fictio juris. Anche in questo caso il problema della certezza emerge in modo nitido: le finzioni, tanto quelle antiche quanto quelle moderne, tanto nei sistemi di common law quanto in quelli continentali, incidono in modo diretto sulla certezza giuridica, creando modelli di ragionamento che potremmo definire quasi logici, e quindi prevedibili dal punto di vista della giustizia o della desiderabilità morale, ma non altrettanto da un punto di vista strettamente logico-giuridico.
Il diritto alla ricerca di se stesso
Lon L. Fuller
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2015
pagine: 132
Il volume contiene tre lezioni che Fuller tenne nel 1939 presso la Rosenthal Foundation di Chicago sul classico tema relativo ai rapporti tra giusnaturalismo e positivismo giuridico. In particolare, nella sua analisi Fuller discute le teorie della sovranità di Hobbes e di Austin, e le definizioni di diritto offerte dai realisti americani e da Kelsen. Tra i tanti obiettivi critici di queste pagine, il principale è costituito dalla distinzione tipicamente positivista tra il diritto com'è e il diritto come dovrebbe essere, foriera a parere di Fuller di importanti ambiguità e fraintendimenti concettuali che hanno pesantemente influenzato la cultura giuridica di quegli anni. La ricostruzione delle tesi positiviste offre a Fuller l'occasione di esprimere un anti-positivismo che lascerà pesanti tracce sulle più recenti posizioni teoriche dei tanti autori che a vario titolo vengono oggi ricondotti al movimento teorico neocostituzionalista.