Libri di Antonella Rabolini
In colonia ieri...e oggi
Antonella Rabolini, Ernesto Speroni
Libro: Copertina morbida
editore: Ass. Cult. TraccePerLaMeta
anno edizione: 2021
pagine: 144
Le vacanze a cui oggi si pensa non hanno niente a che vedere con quelle di un secolo fa e nemmeno con quelle di pochi decenni fa. Questo testo intende ripercorrere la storia delle istituzioni che svolsero un ruolo importante per migliaia di bambini ed adolescenti vissuti in epoche tanto diverse: ospizi, colonie, case di vacanza hanno ospitato a diverso titolo e con differenti modalità i nostri nonni, i nostri genitori ed infine i nostri figli proponendo servizi ed opportunità valide all'interno delle rispettive società in continua evoluzione. Agli ospizi marini e montani dell'età liberale si sostituirono le cosiddette 'Colonie' che nacquero come strutture portanti della politica e sopravvissero con un impianto simile fino ai primi anni settanta. Infine, le attuali 'Casa vacanze' che danno un'offerta educativo-pedagogica completamente nuova Attraverso la ricostruzione storica dei primi capitoli fino all'Appendice, dedicata ai ricordi personali di ieri e di oggi, il lettore può rivivere esperienze dirette o fantasticare su ciò che non ha sperimentato e che forse potrà trovare in queste pagine.
Internati militari italiani di Busto Arsizio nei lager nazisti
Antonella Rabolini, Ernesto Speroni
Libro: Libro in brossura
editore: Macchione Editore
anno edizione: 2019
pagine: 192
Il libro ha il merito di gettare un fascio di luce su di una vicenda, quella degli internati militari italiani nei lager tedeschi, che - pur avendo avuto un grande rilievo nella realtà italiana, provocando gravi sofferenze a centinaia di migliaia di famiglie - è rimasta sostanzialmente in ombra. È un omaggio a tutti quei militari che, dopo l’8 settembre hanno deciso di non combattere a fianco della dittatura nazifascista e così facendo sono andati incontro ad immani sofferenze nei campi di prigionia del Terzo Reich. Di grande interesse è lo spunto documentale dal quale il lavoro prende le mosse, vale a dire un plico di 731 schede dell’Associazione Combattenti e Reduci relative ad internati militari bustesi, 562 dei quali rinchiusi nei lager nazisti. Oltre all'ampiezza della vicenda ed alla pesante ricaduta, talvolta tragica, sulla realtà delle famiglie di Busto, l’opera rende ragione, ancora una volta, della barbarie del regime nazista che aveva schiavizzato queste persone e le aveva addirittura trasformate in “pezzi” da “usare” per le esigenze degli apparati industriali a servizio del regime nazista.