Libri di Aravind Adiga
Selection day
Aravind Adiga
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 307
Manju ha quattordici anni ma sa già tante cose: ad esempio sa di essere bravo a cricket - anche se non bravo come suo fratello Radha (forse). Sa che deve avere paura e rispetto di suo padre, un venditore ambulante di chutney. Sa che suo padre è un uomo divorato da un'unica, bruciante ossessione: quella di fare dei suoi due figli dei campioni dello sport cosi forti da poter scappare dai bassifondi di Mumbai dove vivono. Sa che il padre non si fermerà di fronte a nulla, a nessun sacrificio (dei suoi figli), a nessuna privazione (dei suoi figli), per raggiungere il suo sogno (non necessariamente quello dei figli). Manju sa che sua madre se n'è andata tanti anni fa e sa anche che non tornerà più. Eppure ci sono anche un mucchio di cose che Manju non sa su di sé e sul suo mondo, e che imparerà nel corso di questo romanzo tenero e forte, divertente e drammatico, come solo i quattordicenni sanno essere. "Selection Day" è un romanzo traboccante di vita e personaggi, dal vecchio talent scout che tutti chiamano Tommy Sir per il suo inglese ridicolmente forbito; ad Anand Mehta, l'investitore tanto ricco di denaro quanto di buffa grandeur; a Sofia, la giovane amica e tifosa dei due fratelli: e se da una parte è un dettagliato spaccato dell'India di oggi, dall'altro, con la sua storia di padri e figli, ambizione e riscatto, ricorda certo cinema italiano dei decenni passati, come Rocco e i suoi fratelli o Ladri di biciclette.
Fra due omicidi
Aravind Adiga
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 288
A volere dare credito alle guide turistiche, Kittur - città immaginaria, ma fin troppo reale, che sorge sulla costa sudoccidentale dell'India, circa a metà strada fra Goa e Calicut - è un centro di grande interesse storico, in cui convivono pacificamente uomini di religioni, razze e lingue diverse. Ma a osservare le cose più da vicino, ci si accorge quanto sia drammaticamente difficile viverci. Della stazione ferroviaria le guide parlano diffusamente: non dicono però, che è qui che vive Ziauddin, un giovanissimo musulmano spedito in città dai genitori senza un centesimo in tasca; dorme per strada, è maltrattato e ricattato da tutti a causa della sua religione, sino a quando un tale, non inizia a pagarlo perché tenga d'occhio i treni adibiti al trasporto di soldati; il suo sussulto di rivolta gli costerà caro. Al maidan dedicato a Jawaharlal Nehru, è invece facile imbattersi in una specie di santone che sta sempre appollaiato su una balaustra spartitraffico e si nutre piluccando in mezzo agli escrementi animali. Si chiama Keshava, e un tempo era il re dell'autobus numero cinque, un vero diavolo quando si trattava di rubare passeggeri alle compagnie concorrenti. Poi c'è Cool Water Well Junction, la zona elegante della città, dove in un cantiere edile lavora il padre tossicoma di Soumya: la bambina assiste alle sue umiliazioni e nella vana speranza di un gesto di affetto, passa la giornata insieme al fratellino a chiedere l'elemosina per potere cosi comprare al padre la dose quotidiana di crack.
Amnistia
Aravind Adiga
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2021
pagine: 320
Danny è dovuto scappare dallo Sri Lanka e vive a Sydney come immigrato irregolare, perché gli è stato negato lo status di rifugiato. Abita nel ripostiglio di un negozio di alimentari e lavora come addetto alle pulizie: da quattro anni si impegna per costruirsi una nuova identità e ora, con l’accento dissimulato, le mèches dorate tra i capelli e una fidanzata vegana di cui è innamoratissimo, si sente finalmente vicino a un’esistenza normale. Ma una mattina scopre che una sua cliente è stata uccisa e lui potrebbe avere delle informazioni cruciali. Danny ha di fronte a sé una scelta impossibile: raccontare tutto alla polizia rischiando di essere scoperto e quindi espulso, oppure tacere, lasciando che il colpevole rimanga impunito. Nell’arco di una giornata che sembra interminabile, in cui il peso del passato si intreccia ai sogni per il futuro e all’assurdità di un presente da invisibile, Danny si trova a lottare con la propria coscienza e a dover decidere se chi è senza diritti abbia lo stesso dei doveri e delle responsabilità. Con il passo veloce di un thriller, Amnistia è insieme il romanzo di un dilemma morale e una storia di immigrazione di bruciante attualità.
La tigre bianca
Aravind Adiga
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
Seduto alla sua scrivania, l'imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l'India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all'interno del paese (dove "ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta") arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell'Europa dell'est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane.
L'ultimo uomo nella torre
Aravind Adiga
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 460
Inaugurata il 14 novembre 1959, nel settantesimo compleanno di Jawaharlal Nehru, la società edile cooperativa Vishram è la nonna di tutti i condomini pucca da allora sorti in un quartiere di Mumbai, Vakola, che decoroso non è affatto. I suoi abitanti, suddivisi in cattolici, indù e perfino qualche musulmano "del tipo migliore", come in una felice applicazione dei valori nehruviani di cooperazione e convivenza, difendono a oltranza quello status borghese, a dispetto degli inequivocabili segni di decadenza mostrati da uno stabile dove i muri fioriscono di umidità, il tetto rischia di cedere sotto la pressione dei monsoni e l'acqua scorre dai rubinetti per poche ore al giorno. Ma a Mumbai il nuovissimo scalza il nuovo alla velocità di un treno in corsa, il lusso scalza il decoro, e chi non salta in tempo può facilmente finire stritolato sotto le sue ruote. Nella folle corsa per accaparrarsi terra da edificare, il grande costruttore Dharmen Shah fa ai condomini un'offerta irrifiutabile: acquistare i vari appartamenti al doppio del loro valore di mercato per poter demolire l'edificio ed erigere al suo posto quel luccicante coacervo di stili che sarà lo Shanghai, il progetto di tutta la sua vita. Sono previsti un "regalino" extra per invogliare i dubbiosi, le minacce del truce "braccio sinistro" Shanmugham per ammorbidire i refrattari, e una condizione per tutti: che l'offerta sia firmata all'unanimità. In un attimo la cooperativa torna ad essere accozzaglia di individui non cooperanti...
La tigre bianca
Aravind Adiga
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 232
Seduto alla sua scrivania, l'imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l'India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all'interno del paese (dove "ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta") arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell'Europa dell'est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane.
L'ultimo uomo nella torre
Aravind Adiga
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 441
Inaugurata il 14 novembre 1959, nel settantesimo compleanno di Jawaharlal Nehru, la società edile cooperativa Vishram è la nonna di tutti i condomini pucca da allora sorti in un quartiere di Mumbai, Vakola, che decoroso non è affatto. I suoi abitanti, suddivisi in cattolici, indù e perfino qualche musulmano "del tipo migliore", come in una felice applicazione dei valori nehruviani di cooperazione e convivenza, difendono a oltranza quello status borghese, a dispetto degli inequivocabili segni di decadenza mostrati da uno stabile dove i muri fioriscono di umidità, il tetto rischia di cedere sotto la pressione dei monsoni e l'acqua scorre dai rubinetti per poche ore al giorno. Ma a Mumbai il nuovissimo scalza il nuovo alla velocità di un treno in corsa, il lusso scalza il decoro, e chi non salta in tempo può facilmente finire stritolato sotto le sue ruote. Nella folle corsa per accaparrarsi terra da edificare, il grande costruttore Dharmen Shah fa ai condomini un'offerta irrifiutabile: acquistare i vari appartamenti al doppio del loro valore di mercato per poter demolire l'edificio ed erigere al suo posto quel luccicante coacervo di stili che sarà lo Shanghai, il progetto di tutta la sua vita. Sono previsti un "regalino" extra per invogliare i dubbiosi, le minacce del truce "braccio sinistro" Shanmugham per ammorbidire i refrattari, e una condizione per tutti: che l'offerta sia firmata all'unanimità. In un attimo la cooperativa torna ad essere accozzaglia di individui non cooperanti...
La tigre bianca
Aravind Adiga
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2008
pagine: 232
Seduto alla sua scrivania, l'imprenditore autodidatta Balram Halwai, detto la Tigre Bianca, scrive sette lucide e impietose lettere al primo ministro cinese che si appresta a visitare l'India. Gli racconta delle proprie origini e della propria storia: la storia di un ragazzo di una delle caste più basse che da un fangoso villaggio all'interno del paese (dove "ogni buona notizia si tramuta in una cattiva notizia, e in fretta") arriva a New Delhi, dove mall luccicanti, sontuosi palazzi e auto tirate a lucido da magri autisti in ciabatte si accostano a bordelli di lusso con bionde prostitute dell'Europa dell'est. Qui, nel nuovissimo quartiere di Gurgaon, Balram Halwai assiste alla progressiva e inarrestabile corruzione del suo padrone, ne assimila la mentalità e intuisce che il modo per fuggire dalla gabbia della miseria esiste: commettere un omicidio, rubare e mettersi in proprio. Grazie a un duro lavoro, a pasti trangugiati in fretta, a un codice morale dettato dalle necessità produttive, ma soprattutto applicando le auree regole degli affari apprese da Mr Ashok, il suo defunto ex principale, il successo non tarda ad arrivare. Per il futuro si vedrà: forse potrebbe investire parte del proprio capitale in una scuola per i bambini poveri di Bangalore: una scuola piena di Tigri Bianche, in cui non si parli né di Gandhi, né dei 36 milioni di divinità indiane.