Libri di Corrado Pavolini
Aspetti del romanzo
Edward Morgan Forster
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2018
pagine: 192
In "Aspetti del romanzo", che raccoglie alcune conferenze tenute a Cambridge nel 1927, Forster indaga le tecniche e gli strumenti dell'arte del narrare. Le categorie che propone sono semplici e fondamentali, e insieme sommamente precise: «storia», «persone», «intreccio», «fantasia», «profezia», «modello e ritmo». Spiando gli scrittori al lavoro, Forster porta alla luce analogie inattese tra i procedimenti di Richardson e di James, di Dickens e di Welles, di Sterne e della Woolf. E al lettore regala preziose intuizioni: come quando individua la prerogativa dell'autore nel conoscere «la vita nascosta» delle sue creature - privilegio che quasi mai è concesso nel mondo reale - o quando teorizza, in largo anticipo sui tempi, la natura aperta del romanzo: «L'espansione: ecco l'idea a cui i romanzieri devono rifarsi, non la completezza». Libro di culto per generazioni di narratori, questo piccolo capolavoro incarna tutta la sapienza critica e l'intelligenza di una delle grandi voci del Novecento.
Santo Genet, commediante e martire
Jean-Paul Sartre
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: XIX-660
Chi è Jean Genet? Lungo, ma tutt'altro che monotono, il rosario che lo descrive: bambino innocente ma bastardo, ladro e scassinatore, soldato, frocio, battona, guitto, vagabondo e accattone, mendicante e spacciatore di monete false, omicida, carcerato. Jean Genet, il pansessuale e panmorale, l'indecente peccatore, il blasfemo, il sacrilego, il traditore, Caino. Santo Genet, commediante e martire. L'enigma che esige una soluzione. Genet esce di scena, entra Jean-Paul Sartre, che spiega: la radicale rinuncia a sé per giungere all'intuizione dell'universale è da chiamare Santità. Chi si odia fino all'autodistruzione, chi annienta la propria umanità assurge al sacro, raggiunge l'eternità. Genet ha desiderio non di vivere, ma di morire la propria vita: la vuole perduta, vuole essere la canaglia più furba per meritare il nome di Santo. Ottenere l'ascesi attraverso la discesa, questo il suo metodo per acquistare la libertà dell'essere dal nulla. Ma un simile lavoro di distillazione deve sfociare nella parola: dall'etica del Male Genet approda all'estetismo nero e, fattosi artista, si disegna, si crea leggenda. Tutto, nel suo canto, è furto, perversione, mistificazione. Falsi romanzi scritti in falsa prosa, con un verbo rubato, truccato, estorto: un'infedele autobiografia più vera della biografia. Sartre si appropria dell'automitologia generata da Genet e fonda la critica letteraria esistenzialista - nella più piena accezione del termine. Perché il caso limite Genet è per Sartre paradigma della condizione di ogni uomo. Con una nuova prefazione di Francesco M. Cataluccio, il Saggiatore ripropone “Santo Genet. Commediante e martire”: un intenso ritratto psicologico; un capolavoro di critica letteraria; una delle creazioni più intime e ispirate di Sartre, anello di congiunzione dialettica tra tutti i grandi temi della sua filosofia e preludio agli sviluppi successivi. Soprattutto, l'opera in cui il genio di Jean-Paul Sartre incontra il genio di Jean Genet, e i due antieroi più trasgressivi e controversi del canone letterario novecentesco mettono in scena la guerra tra l'essere e il nulla trasposta in parole.