Il Saggiatore
Sul ciclismo
Gianni Brera
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 128
Eroi infaticabili in sella a destrieri di metallo, anonimi aiutanti pronti al sacrificio più estremo per il loro condottiero, montagne impervie che diventano teatro di leggendari duelli all’ultimo fiato: se esiste un’epica del ciclismo, Gianni Brera è stato senza dubbio il suo Omero. Sebbene sia noto soprattutto come grande scrittore di calcio, Brera ha infatti sempre avuto nel ciclismo la sua più bruciante passione. Come un rapsodo al fronte di Troia, ha narrato la vittoria del Tour de France di Fausto Coppi nel 1949, e per tutta la sua carriera non ha mai smesso di battezzare i corridori con epiteti geniali, di dispensare elogi e critiche, di descrivere lo strazio e il sudore della gara con crudo realismo, di immortalare i paesaggi attraversati dalle tappe di Giri e competizioni. Filtrati dal suo sguardo e dalla sua penna saettante, in queste pagine incontriamo così, come se si dessero il cambio alla guida di una volata, i grandi del passato e i poco noti gregari: dai mitologici Eberardo Pavesi e Luigi Ganna – il primo vincitore del Giro d’Italia – a umili atleti quali Simone Fraccaro o Wladimiro Panizza, dai rivali di sempre Bartali e Coppi a campioni del dopoguerra come «lo sceriffo» Francesco Moser. "Sul ciclismo" è un’immersione nell’epopea novecentesca delle due ruote: un poema per frammenti in cui la nostalgia verso un mondo remoto e perduto si trasforma, grazie a Brera, nel racconto vivo di gomme forate e pedali usurati, salite massacranti e pazze discese tra paesi di campagna. Perché cosa importa, alla fine, se Achille abbia davvero ucciso Ettore o se Gimondi abbia mai battuto Merckx, quando di quella storia ci è stato regalato il canto.
Aut aut. Volume Vol. 406
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 176
In un tempo storico difficile da interpretare con sufficiente chiarezza, in cui il discorso pubblico è in crisi, “aut aut” apre una riflessione sul senso e la responsabilità del lavoro culturale. La domanda di fondo è chiara e radicale: che cosa significa oggi pensare criticamente, senza cedere all’inerzia dell’accademia o al rumore confuso del discorso pubblico? È la prima puntata di un laboratorio aperto per discutere i problemi e i dubbi che attraversano attualmente la pratica filosofica. Ma è anche un’occasione preziosa per ripensare il ruolo dell’intellettuale oggi. Nel fascicolo compare inoltre una sezione dedicata a Gilles Deleuze e alle sue lezioni sulla creazione artistica e la pittura. La parte varia ospita due interventi: su Franco Basaglia e sull’omosessualità in Kafka.
Teoria del vedere. Sulla creazione dell’immagine
Wladyslaw Strzeminski
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2023
pagine: 376
“Teoria del vedere” e un saggio rivoluzionario sui meccanismi con cui percepiamo e riproduciamo la realtà. Una gemma nascosta tra le sabbie del Novecento, che torna a illuminarci con la sua profondità. Quando muore a quasi sessant’anni, nel 1952, Wladyslaw Strzeminski e un reietto della società, un uomo in miseria che si trascina solitario per le strade di Lodz in cerca di qualunque lavoro gli permetta di mettere qualcosa sotto i denti. Eppure solo trent’anni prima era un geniale artista, amico e collaboratore di poeti e drammaturghi, conosciuto e apprezzato anche fuori dai confini nazionali: l’esponente principale dell’“unismo”, un’avanguardia che inseguiva una unita organica di trama, colore e composizione. In mezzo pero c’era stata la Seconda guerra mondiale e soprattutto la presa del potere della dittatura sovietica, che aveva imposto nelle arti il realismo socialista, relegando Strzeminski e i suoi quadri nell’isolamento e nell’oblio. Questo libro, composto negli anni della guerra ma pubblicato solo postumo, raccoglie le riflessioni di Strzeminski nel periodo in cui insegnava pittura negli istituti russi e polacchi, prima di essere licenziato per le sue idee nel 1950. In queste pagine l’autore si interroga su cosa significhi “vedere” e sul perché le rappresentazioni cambino così tanto da un’epoca all’altra: dal Paleolitico a Rembrandt e Van Gogh, Strzeminski analizza – come spiega nella sua prefazione Francesco Cataluccio – “la storia della produzione di immagini dal punto di vista dell’occhio che guarda il mondo, lo ricorda a modo suo e, nel caso dell’artista, lo riproduce”. Un’opera che, svelando la reciprocità dei fenomeni biologici, storici e sociali con quelli artistici, ci invita a osservare con sguardo più consapevole la bellezza e l’orrore che ci circondano.
Morire per le idee. Le vite pericolose dei filosofi
Costica Bradatan
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 304
Morire per le idee ricostruisce le esistenze di donne e uomini che hanno trasformato la propria morte in un atto di coerenza estrema e il corpo nell’ultima, più potente forma di argomentazione: un’opera affascinante e spietata che ci interroga su quale sia il limite fino a cui siamo pronti a spingerci per difendere ciò in cui crediamo. C’è un filo che unisce attraverso i secoli figure così distanti come Socrate e Thomas More, Ipazia e Giordano Bruno, il monaco vietnamita Thích Quang Đúc e il filosofo ceco Jan Patočka: questi pensatori sono stati tutti torturati, uccisi, massacrati; le loro vite sacrificate per aver difeso un pensiero in contrasto con il potere vigente. Tutti loro hanno trovato nella sconfitta terrena la possibilità di rendere immortali le proprie idee, di trasformarle in un racconto capace di oltrepassarli e propagarsi. Costica Bradatan ci mostra che cosa possiamo imparare da queste esperienze e cosa della loro opposizione radicale possiamo trasportare nella nostra pratica quotidiana: qual è il fine della filosofia? Una protesta deve essere sempre assoluta e ostinata per essere considerata tale? Qual è il senso di rinunciare al bene più prezioso per difendere qualcosa che per il resto del mondo non è importante? In un’epoca che ovunque soffoca il dissenso e celebra uno sterile vitalismo, Morire per le idee ci sfida a immaginarci ogni giorno davanti a un bivio, tra la tiepida sicurezza del pensiero comune e l’ardore letale delle idee libere. Perché, come ci mostra il cavaliere del Settimo sigillo di Ingmar Bergman che sfida la Morte pur sapendo di non poter vincere, non è eludere la fine quello che conta; è ciò che facciamo su quel tavolo da gioco chiamato vita.
Ferite di passione. Una vita di scrittura
bell hooks
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 280
Guardare dentro di sé è il primo passo per sfidare il mondo. "Ferite di passione" è l’autobiografia dell’attivista e scrittrice bell hooks: il racconto personale delle esperienze, degli incontri, delle vittorie e delle delusioni che l’hanno portata a diventare una delle voci più influenti del femminismo contemporaneo. «Nascere femmina negli anni cinquanta voleva dire entrare in un mondo in cui si credeva che per una giovane donna l’evento più importante al raggiungimento della maggiore età fosse il matrimonio.» Sin da quando ha dieci anni, la piccola Gloria (bell hooks) vuole invece fare la scrittrice. Confessarlo è impossibile – il padre è convinto che i libri che divora le rovineranno il futuro –, ma da quella realizzazione il suo sguardo sul mondo si fa più acuto e attento. Osservando le liti in famiglia, specie quando la madre viene picchiata dal marito geloso, capisce che cos’è il possesso. Intercettando gli sguardi curiosi dei compagni di liceo bianchi, che cos’è la razza. Leggendo i nomi dei poeti, tutti maschi, nei libri dell’università, che cos’è il patriarcato. Nella relazione con un uomo colto e più grande, infine, capisce che cos’è, in tutta la sua complessità, in tutta la sua difficoltà, in tutta la sua pericolosità, l’amore. E che cosa significhi volere davvero l’amore, senza sacrificare se stessi e la propria libertà. In queste pagine, scritte alternando ricordi intimi e riflessioni mature, bell hooks ci conduce tra gli episodi cruciali della sua vita per sviscerare i nodi centrali del suo pensiero. Ferite di passione è la testimonianza unica di un’esistenza dedicata a esprimere ciò che spesso viene taciuto. A usare le parole non come menzogna, manipolazione, abuso, ma per spogliare la realtà da stereotipi e false ovvietà, mettendo a nudo il desiderio, le cicatrici, il piacere, il dolore: per dire la sua verità.
L'infanzia del mondo
Michel Nieva
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 184
Anno 2272, la Terra si è trasformata in un arcipelago di sopravvivenza dove galleggiano solo i frammenti di un mondo sommerso e il capitalismo ha raggiunto il compito a cui era destinato: tramutare la malattia in ricchezza, i figli in investimento, la morte stessa in algoritmo di borsa. Qui vive il «pupo dengue», che non conosce il significato di «inverno», «freddo», «neve», semplicemente perché queste parole descrivono una realtà che non esiste più. I compagni di classe lo tormentano, la madre lo disprezza, il padre è scomparso. È in questa Argentina che ha inizio la nuova infanzia del mondo. Dalle viscere della Terra morente emergono pietre telepatiche che custodiscono la memoria di quando il pianeta possedeva ancora un’anima, frammenti di saggezza primordiale che vengono contrabbandati come l’ultima droga per chi cerca di ricordare cosa significasse essere umani. In questo labirinto di speculazione e mutazione, il pupo dengue intraprende un viaggio iniziatico attraverso le rovine della civiltà, cercando non solo le proprie origini, ma il significato stesso dell’esistenza in un universo dove tutto è stato trasformato in capitale e i bambini passano le loro giornate a giocare a un videogame chiamato Cristiani vs indios perché la realtà virtuale è più sopportabile di quella vera. Con una prosa che mescola la tradizione dei manga, del body horror e del realismo magico, Nieva costruisce un microcosmo dove ogni pagina è una rivelazione e ogni personaggio una incarnazione perversa dell’anima contemporanea. Un romanzo che non si limita a immaginare il futuro, ma lo fa pulsare sotto la pelle del presente.
Storia mondiale della cotoletta
Luca Cesari
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 280
Questa è una storia che inizia in una padella di burro bollente e oltrepassa secoli, continenti, ideologie e cucine. È il racconto di un piatto considerato un simbolo della gastronomia locale, prodotto «tipico» conteso tra Austria e Lombardia e rivendicato da entrambe con orgoglio, ma che in realtà ha tante patrie quante varianti, definendosi grazie a continue contaminazioni e trasformazioni. "Storia mondiale della cotoletta" è uno sguardo sull’umano attraverso il filtro fragrante del cibo. Ognuno di noi ha in mente la propria cotoletta ideale, ma non ne esiste una sola: c’è chi la vuole con l’osso e chi la preferisce sottile e croccante, chi la chiama Schnitzel e chi tonkatsu. In queste pagine Luca Cesari ci guida in un viaggio che parte dalle nebbie della Milano medievale per toccare i salotti della Vienna imperiale, i pub londinesi, i bistrot parigini, fino a raggiungere le cucine americane e i ristoranti giapponesi più raffinati. Sfogliando ricettari impolverati e curiosando tra i dettagli di banchetti religiosi dimenticati, analizzando verbali di processi antichi e sbirciando nelle cucine domestiche di epoche passate, Cesari ci svela una verità sorprendente: ciò che crediamo scritto sulla pietra non è mai stato tale, le certezze indiscutibili sul cibo e l’identità sono quasi sempre leggende costruite a fini propagandistici, e una fetta di carne impanata e fritta può farci scoprire la storia dell’Europa; e, di riflesso, del mondo intero. Questo libro è un pellegrinaggio sorprendente nel cuore delle nostre tradizioni alimentari, tra mitologie locali e contaminazioni globali, che ci mostra quanti universi si nascondano sotto a una semplice crosta di panatura.
L'ultimo viaggio. Storie di vita e fine vita
Angelo Ferracuti
Libro
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 120
"L’ultimo viaggio" racconta l’esperienza del dolore, della malattia e della morte attraverso le storie di chi li incontra ogni giorno lavorando negli hospice o occupandosi di un caro che soffre. È un libro che affronta la difficoltà, ancora oggi, di pronunciare pubblicamente le parole «eutanasia» o «suicidio assistito» e l’ipocrisia che costringe ogni anno decine di persone a spostarsi in Svizzera per trovare una conclusione serena alla propria esistenza; ma è anche un’esplorazione di quanta vita e forza ci sia in chi accetta e abbraccia la propria finitezza e fragilità. In queste pagine Angelo Ferracuti e Giovanni Marrozzini ci guidano con parole e immagini a conoscere questo mondo poco visibile, assieme alle persone che lo abitano e lo animano con i loro corpi e il loro lavoro: da Erika Preisig, medica di famiglia del cantone di Basilea, che nella sua carriera ha assistito centinaia di malati terminali, a Uli Davids, direttore di una struttura per alcolisti all’ultimo stadio a Berlino, in cui viene concesso ai degenti di consumare alcol senza limitazioni; dal politico, scrittore e fondatore del manifesto Lucio Magri, che nel 2011 scelse di morire in una clinica di Bellinzona portando alle cronache nazionali il dibattito sul fine vita, a Trond Enger, sacerdote della Chiesa protestante norvegese favorevole al suicidio assistito; oltre ai tanti pazienti incontrati nei loro viaggi tra gli istituti che offrono assistenza e terapie palliative. L’ultimo viaggio è un’opera a metà tra il reportage fotografico e il saggio narrativo, che tenta di descrivere con la sua complessità i molti lati di chi convive con una malattia incurabile: il tentativo di tratteggiare con il linguaggio qualcosa di così angosciante come la sofferenza; qualcosa di così delicato come la dignità.
La vita è breve, il mondo è strano
Toby Ferris
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 192
"La vita è breve, il mondo è strano" racconta il tentativo di curare con l’arte le ferite dell’esistenza. Una ricerca personale e letteraria tra biografia, storia familiare e pittura per provare a trattenere da esse qualcosa che vada oltre la nostra finitezza. Nel 2012, dopo la morte del padre e la scoperta di stare diventando padre a sua volta, Toby Ferris prende una decisione tanto peculiare quanto profondamente sentita: visitare tutte le città che custodiscono i quarantadue dipinti superstiti di Pieter Bruegel il Vecchio, uno dei pittori più visionari del Rinascimento nordico, per poterli finalmente osservare in dettaglio. È un progetto bizzarro e ambizioso che tocca molti nodi della sua vita in modi diversi, spesso inattesi, e così il desiderio di ricomporre il corpo smembrato e diviso delle opere di Bruegel si trasforma in qualcosa di molto simile alla ricerca di un senso e forse di una salvezza. Seguendo un itinerario che lo porterà da Roma a Madrid fino ad Anversa, da Napoli a Bruxelles fino a Detroit, Ferris si confronta non solo con i quadri di Bruegel, ma anche con ciò che raffigurano: l’infanzia, la vecchiaia, la marginalità, la malattia, l’esclusione, il senso di appartenenza. Alternando filosofia, curiosità e ricordi privati, gli incontri fatti e le storie che ogni tela porta con sé, Ferris ci trascina in un percorso composto da spazi sempre nuovi: dall'irrealtà di stazioni, camere d'albergo e aeroporti alla verità dei paesaggi disegnati da Bruegel, tra folle carnevalesche, eserciti sanguinari, demoni mostruosi e città in fiamme. Un libro ibrido e incatalogabile, che ci offre una lezione preziosa sul nostro posto nel mondo: perché la verità si nasconde nei dettagli, ma solo uno sguardo d’insieme può rivelare l’essenza delle cose.
La moneta bianca. Viaggio politico e sociale nei territori del riso
Francesca Grazioli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 240
Dalle origini della civiltà cinese alle risaie del Nord Italia, dal Giappone feudale all’illusione dei moderni programmi di sussistenza in India e nelle Filippine, dai cartelloni pubblicitari in Senegal alle nostre tavole, "La moneta bianca" racconta la storia globale del riso, alimento essenziale e merce strategica. Un viaggio tra continenti, epoche e sistemi economici, in cui il riso diventa la chiave per comprendere le trasformazioni del mondo moderno. Francesca Grazioli segue il filo di questa coltivazione millenaria addentrandosi nei villaggi rurali del Bengala, nelle coste del Senegal da cui partivano gli schiavi impiegati nelle colture americane, nelle campagne italiane dove la monocultura ha modellato il paesaggio e le relazioni sociali. Ricostruisce l’impatto della Rivoluzione verde sulle economie locali, le promesse della biotecnologia, le disuguaglianze prodotte dal mercato globale. Al centro, le figure delle lavoratrici del riso – braccianti, contadine, raccoglitrici – che per secoli, ovunque nel mondo, hanno sostenuto l’economia di questo cereale nell’invisibilità: sottopagate, marginalizzate nei processi decisionali ma centrali nella sopravvivenza quotidiana. Il riso, da strumento di autosussistenza, si trasforma in oggetto di controllo, vettore di potere, leva per riorganizzare territori, corpi e comunità. "La moneta bianca" è un racconto documentato e appassionante che attraversa economie, migrazioni e sistemi di produzione. Seguendo il percorso di un chicco di riso si scopre una mappa del mondo fatta di scelte politiche, sfruttamento ambientale, tensioni di genere, ma anche di resistenza e saperi contadini. Un libro che interroga il nostro modo di nutrirci e di stare nella storia.
Cime tempestose. Mappa letteraria
Martin Thelander
Libro: Libro o carta ripiegata
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 1
Nelle brughiere più selvagge dello Yorkshire sorgono due dimore isolate, due mondi contrapposti, tra i quali si dipana un filo di tormento: l’amore passionale e distruttivo di Catherine e Heathcliff in una mappa letteraria. Ci sono libri che con le loro storie ci consentono di scoprire luoghi nuovi o di guardare luoghi noti con uno sguardo diverso. Se sono luoghi di fantasia ce li immaginiamo come fossero veri. Quanto sarebbe bello allora avere una mappa che ripercorre tutti i luoghi del libro che stiamo leggendo? Disegnate da Martin Thelander, le mappe letterarie sono uno strumento utile, divertente ed evocativo per immergersi ancor di più nella geografia dei nostri libri preferiti. Nel formato A3 (29,7x42 cm), queste mappe ti guideranno alla scoperta di alcuni dei grandi classici.
Robinson Crusoe. Mappa letteraria
Martin Thelander
Libro: Libro o carta ripiegata
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 1
Certi viaggi sono un lungo perdersi. Il viaggio di Robinson Crusoe dai porti mercantili inglesi alle coste d'Africa, fino a un'isola deserta battuta dai venti, è invece qualcosa di più: è l'avventura. L'epica del naufrago di Daniel Defoe in una mappa letteraria. Ci sono libri che con le loro storie ci consentono di scoprire luoghi nuovi o di guardare luoghi noti con uno sguardo diverso. Se sono luoghi di fantasia ce li immaginiamo come fossero veri. Quanto sarebbe bello allora avere una mappa che ripercorre tutti i luoghi del libro che stiamo leggendo? Disegnate da Martin Thelander, le mappe letterarie sono uno strumento utile, divertente ed evocativo per immergersi ancor di più nella geografia dei nostri libri preferiti. Nel formato A3 (29,7x42 cm), queste mappe ti guideranno alla scoperta di alcuni dei grandi classici.