Libri di Domenico Matteucci
Il quarto geografo
Domenico Matteucci
Libro: Libro in brossura
editore: La Mongolfiera
anno edizione: 2024
pagine: 64
L'azione si apre nel 1484, otto anni prima della scoperta dell'America. Cristoforo Colombo presenta il suo progetto a Joào il re del Portogallo: raggiungere l'Asia per il Ponente. Il re nomina una commissione che esamina i calcoli di Colombo e li giudica, come di fatto erano, assolutamente sbagliati. Lo scontro inevitabile è con Bernardo de Almaviva, il grande geografo presidente della commissione. In questo dramma c'è una domanda difficile che cerca una risposta : è più importante seguire la logica della realtà o dare spazio al desiderio ? Il destino si infila però tra la verità del geografo e il sogno del navigatore trascinando Bernardo alla rovina e Colombo alla gloria. Il Quarto Geografo ha vinto il Premio CENDIC per il Teatro 2023.
La natura sadica del racconto e altre storie. La sofferenza del personaggio e dello spettatore alla base della narrazione drammaturgica
Domenico Matteucci
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2013
pagine: 111
Ogni autore non fa altro che prendere dei personaggi per infilarli in una storia che inesorabilmente li farà soffrire. Questo atteggiamento, solo in apparenza perverso, accomuna i racconti drammaturgici di tutti i tempi: le storie del Vangelo, i film, i racconti mitologici, le serie televisive. Da qui il titolo di questo libro. Del resto, Aristotele dice che l'arte - e il dramma in particolare - è basata sull'imitazione della vita e oggetto dell'imitazione deve essere qualcosa che generi pietà e paura. Partendo da questa indicazione, l'autore propone di interpretare l'affermazione aristotelica enunciandola al contrario: il racconto drammaturgico è imitazione della morte. Ovviamente non solo quella vera, ma anche tutte le piccole morti: la perdita di un amore, la perdita di una condizione di privilegio, la perdita dell'identità, lo smarrimento dell'integrità morale e giù fino alla classica buccia di banana che, nel suo minimalismo comico, è pur sempre una piccola morte. Su questo nucleo teorico si innesca la riflessione sulla cosiddetta "drammaturgia dello spettatore", elemento esterno alla pagina scritta ma interno ed essenziale al funzionamento di ogni drammaturgia. Solo la dinamica percettiva del fenomeno narrativo, e quindi la dinamica delle emozioni nello spettatore, permette di analizzare la generazione di senso nella rappresentazione, che sia teatro, cinema o televisione.