Libri di Fabio Domenico Palumbo
Alice allo specchio. Deleuze, Carroll e la psicoanalisi
Fabio Domenico Palumbo
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2018
pagine: 246
In questo volume l’opera di Gilles Deleuze Logica del senso è ripensata alla luce del rapporto tra inconscio e linguaggio. Ciò si rende possibile in virtù della ridefinizione deleuziana della differenza, non più pensata in termini negativi e limitativi secondo la tradizione strutturalista. Tramite l’uso affermativo e illimitato della disgiunzione, l’inconscio diventa infatti il luogo del linguaggio paradossale, del nonsense che produce senso. L’esplorazione del retroterra teorico di Logica del senso si traduce in Alice allo specchio in un percorso che incrocia due prospettive: una versione psicoanalitica di Alice, ma anche una lettura della psicoanalisi attraverso Alice e il resto della produzione carrolliana. È al crocevia tra meccanismi psichici e paradossi logici che si situa infatti la teoria deleuziana del senso, sulla linea di confine tra inconscio e linguaggio, tra il profondo e la pelle.
Fantasmi. Scritti di psicopolitica
Fabio Domenico Palumbo
Libro: Libro in brossura
editore: Eutimia
anno edizione: 2023
pagine: 160
Lo “slancio vitale” del desiderio è forse l’unica risorsa cui poter attingere per far fronte alla crisi, esistenziale e politica, che attanaglia i percorsi individuali e collettivi nel tempo ipermoderno. Questo saggio propone le molteplici declinazioni possibili di un’etica del desiderio, evidenziando la dicotomia fondamentale tra la versione di Gilles Deleuze e quella di Jacques Lacan, attraverso un’analisi delle voci più significative della recente letteratura critica dedicata all’eredità dei due grandi “numi tutelari” nel pensiero contemporaneo. Le letture di Mark Fisher e Slavoj Žižek, Bruno Moroncini e Massimo Recalcati, delineano un aut-aut psico-politico – etico e clinico –, tra una versione puramente affermativa del desiderio e una valorizzazione della “mancanza a essere”. Mentre l’esito finale della proposta di Deleuze e Guattari sembra essere la cattura del soggetto da parte dei meccanismi perversi del turbocapitalismo, una nuova messa in luce della dimensione “fantasmatica” della perdita, dell’assenza e della nostalgia potrebbe fornire un prezioso viatico per la risignificazione delle relazioni e delle comunità.