Libri di Francesco Mattesini
Terzepagine. Da San Francesco ai contemporanei
Francesco Mattesini
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 1997
pagine: 140
Ricerca poetica e memoria religiosa
Francesco Mattesini
Libro
editore: Mucchi Editore
anno edizione: 1991
pagine: 188
La distruzione del convoglio «Tarigo» 15-16 aprile 1941
Francesco Mattesini
Libro
editore: Soldiershop
anno edizione: 2025
pagine: 100
Testimonianze di guerra nell’estate del 1944 a Castel Focognano (Arezzo). Luci e ombre nella guerra partigiana nell'Aretino
Francesco Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Soldiershop
anno edizione: 2020
pagine: 234
Il libro tratta della guerra partigiana nella Provincia di Arezzo tra il dicembre e l’agosto 1944, in particolare nella zona della Valle del Casentino e del Monte Pratomagno. È una storia raccontata storicamente, ma anche come io, ragazzo di poco più di otto anni, l’ho vissuta con la mia famiglia a Castel Focognano (il Comune è a Rassina), dove eravamo sfollati da Arezzo dopo il duplice devastante bombardamento del 2 dicembre 1943. L’ampia documentazione esistente, già trattata da protagonisti come i generali Siro Rossetti e Raffaello Sacconi e dall’avvocato Antonio Curina, è stata arricchita dal carteggio di mio padre, allora maresciallo di fanteria del Regio Esercito, già in servizio a Roma, dal luglio 1940 al 12 settembre 1943, al Servizio Informazioni Militare (SIM) dello Stato Maggiore Generale, come capo disegnatore del Comando Supremo…
Lo sbarco degli angloamericani nella penisola italiana. Le operazioni "Baytown" e "Avalanche" - Settembre 1943
Francesco Mattesini
Libro
editore: Ri-Stampa Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 288
L'ultima battaglia per Malta 10-30 ottobre 1942
Francesco Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Soldiershop
anno edizione: 2021
pagine: 286
"Troppe volte, invece di fare un’onesta analisi storica, le troppe sconfitte delle armi italiane nella seconda guerra mondiale sono state addebitate alla sfortuna o al tradimento. Bisogna invece onestamente e freddamente considerare, com’è ampiamente risaputo, che “la fortuna non si va a cercare a domicilio, occorre andarle incontro”, mente per il tradimento, soprattutto per quanto insinuato da Rommel, che poi nel dopoguerra ha dato sfogo a un’ampia letteratura con bersaglio, immeritato, soprattutto la Marina italiana, si può tranquillamente dire che esso non esisteva e le vittorie britanniche erano da addebitare ai seguenti motivi: all’organizzazione crittografica britannica Ultra (in particolare nel campo navale) che riusciva perfino a conoscere quanti aerei di scorta avessero le navi italiane dei convoglio con l’Africa settentrionale; alle carenti organizzazioni di chi guidava le sorti della guerra; alla disparità dei messi e delle scorte terrestri, aeree e navali; alla mancanza dei prodotti petroliferi; all’inferiore quantità e qualità dei mezzi costruiti durante il conflitto; ai progressi del nemico nel campo elettronico e dell’addestramento."
Raid nell'Oceano Indiano 5-9 aprile 1942
Francesco Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Soldiershop
anno edizione: 2021
pagine: 254
Il raid giapponese nell’Oceano Indiano fu eseguito solo pochi mesi dopo la grande vittoria di Pearl Harbor nella prima parte di Aprile1942 dalla 1ª Flotta aerea del viceammiraglio Chūichi Nagumo (reduce dalla vittoria nella Hawaii) e da parte della 2ª Flotta del viceammiraglio Nobutake Kondō il quale era al comando dell’operazione, nel Golfo del Bengala e contro l’isola di Ceylon, per affrontare e sconfiggere le deboli difese britanniche nella regione e in particolare distruggere le forze navali alleate raggruppate nella Eastern Fleet. L’offensiva ottenne un tale successo, da essere definito un massacro per le forze inglesi nella zona. Esso dimostrò la schiacciante superiorità delle forze aeree giapponesi della Marina Imperiale, scatenando grandi preoccupazioni nei comandi militari e anche nella dirigenza politica alleata, ma per fortuna degli alleati non si trasformò in una reale strategia di invasione dell’India. La flotta inglese e le difese di Ceylon subirono enormi perdite e la Eastern Fleet fu costretta a ripiegare addirittura sulla costa africana, ma già a metà aprile le portaerei di Nagumo abbandonarono l’Oceano Indiano e ritornarono nel Pacifico in vista di...
U-Boot tedeschi nel Mediterraneo (settembre 1941-aprile 1942)
Francesco Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Soldiershop
anno edizione: 2020
pagine: 176
Nell'estate 1941 la situazione sulle rotte tra l'Italia e la Libia era divenuta drammatica per gli attacchi degli aerei e dei sommergibili britannici. Poiché gli italiani non riuscivano a fermare il salasso di affondamento delle loro navi con i rifornimenti, situazione che con l'intervento di navi di superficie dislocate a Malta divenne drammatica, Berlino decise di correre in aiuto dell'Alleato mediterraneo con i suoi sommergibili che, nel periodo ottobre 1941-gennaio 1942, ristabilirono la situazione strategica.
La prima battaglia navale della Sirte (17 Dicembre 1941)
Francesco Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Soldiershop
anno edizione: 2020
pagine: 278
La notte tra l’8 e il 9 novembre 1941 si verificò quella che, assieme alla Battaglia di Capo Matapan, fu la maggiore sconfitta della Marina italiana nella Seconda Guerra mondiale. Ciò avvenne a sud delle coste meridionali della Calabria quando, un convoglio di sette navi mercantili, denominato “Beta” (o “Duisburg”) scortato da due incrociatori pesanti e ben dieci cacciatorpediniere, fu letteralmente distrutto da una piccola formazione navale britannica (Forza K), da pochi giorni distaccata a Malta, costituita da due piccoli incrociatori leggeri e due cacciatorpediniere. Dal quel momento si determinò uno stato di crisi sulle rotte libiche che soltanto in seguito all’operazione M.42, che portò alla Battaglia della Prima Sirte, avrebbe permesso alla Regia Marina, con l’appoggio determinante della Luftwaffe, dei sommergibili tedeschi, dei mezzi d’assalto e degli sbarramenti minati italiani di riprendere il controllo nel Mediterraneo Centrale, ed assicurare un rifornimento continuo alla Libia.
La guerra civile spagnola e la Regia Marina italiana (1936-1939)
Francesco Mattesini
Libro: Libro in brossura
editore: Soldiershop
anno edizione: 2020
pagine: 382
L’appoggio dell’Italia alla causa dei nazionalisti Ancora oggi, a oltre ottant’anni dall’inizio della guerra civile di Spagna, si discute sul motivo per cui Benito Mussolini dette il suo aiuto alla causa dei nazionalisti. Ossia se lo fece per puro calcolo politico, tendente a favorire l’instaurazione di un’altra dittatura di destra in Spagna scalzando il fronte popolare andato al potere il 16 febbraio 1936, oppure per ottenere il possesso di basi nelle Isole Baleari, necessarie per bloccare in caso di guerra le comunicazioni tra l’Africa Settentrionale e la Francia, paese al quale il governo fascista intendeva contendere il dominio del Mediterraneo centro-occidentale, e chiedere rivendicazioni territoriali. Lo storico statunitense Coverdale ha scritto che “L’aiuto italiano” alla causa di Franco, espressosi sia militarmente che politicamente, fu “un elemento essenziale per la vittoria nazionalista”. Per contro, l’essersi assicurato una Spagna amica rappresentò per il Duce un successo che in seguito avrebbe assunto carattere deludente, poiché Franco, restando fedele a quanto aveva dichiarato durante il conflitto di mantenere la neutralità nella seconda guerra mondiale...