Libri di G. Breccia
L'arte di attaccare
Karl von Clausewitz
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 284
L'offensiva è l'elemento fondamentale della guerra. Lo dimostra in queste pagine un grandissimo teorico dell'arte militare, forse il più grande di tutti, Carl von Clausewitz. Questa antologia di brani tratti dal suo celeberrimo trattato "Della guerra", curata da uno dei massimi studiosi di storia militare, Gastone Breccia, è dedicata principalmente alle strategie offensive, sui campi di battaglìa e nella vita. Perché tutti noi siamo come piccoli Stati, determinati a raggiungere i nostri obiettivi anche a costo di metterci in contrasto con altri individui. E spesso ci troviamo costretti a "muovere guerra": è indispensabile tenere presenti allora le regole fondamentali che rispecchiano la natura stessa dei conflitti. Qui si rivelano tutta la genialità e l'attualità del grande teorico prussiano di inizio Ottocento. Nessuno ha saputo analizzare l'essenza e i caratteri della guerra con tale profondità, ed è per questo che leggere il suo testo, dopo duecento anni e in un mondo socialmente, politicamente e tecnologicamente così diverso, è di estremo interesse non solo per gli specialisti ma per chiunque si trovi a misurarsi con una situazione conflittuale. Il che, prima a poi, capita davvero a tutti.
L'arte della guerra. Da Sun Tzu a Clausewitz
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2009
pagine: CLIX-794
Combatttere non è un gioco, in guerra si uccide e si muore; la sofferenza, la paura e la disciplina ne sono la sintassi inevitabile. I migliori scrittori di arte militare lo sanno bene: lo sa Arriano quando analizza con freddezza tecnica lo schieramento della fanteria pesante ellenica, lo sa Federico di Prussia quando valuta i problemi logistici degli eserciti del XVIII secolo o Sun Tzu quando si presenta al re affermando di essere pronto a seguire i suoi ordini nelle condizioni più difficili, "attraverso il fuoco e l'acqua". La guerra è un inferno; è anche un'equazione con troppe incognite, un duello incessante non solo con il nemico, ma con un insieme di elementi che sfuggono a ogni possibilità di controllo: il caso regna sovrano sulle vicende belliche. A voler ben vedere, l'arte della guerra potrebbe essere definita come il tentativo di controllare, nei limiti del possibile, questa invadente casualità. E per questo che nasce la scienza militare.
I 36 stratagemmi. Le regole segrete della guerra
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 160
Composto in Cina probabilmente durante la dinastia Ming, tra XIV e XVII secolo, il libro dei "Trentasei stratagemmi" contiene una serie di astuzie e trucchi da usarsi in guerra, ma anche nella vita politica e sociale, esemplificati da altrettanti aforismi, qui scelti e commentati puntualmente da Gastone Breccia, noto studioso di storia militare. Il punto di partenza, come per tutta la tradizione strategica cinese, è la compenetrazione degli opposti: yin e yanq, femminile e maschile, acqua e fuoco, debolezza e forza, difesa e attacco, ombra e luce, quiete e moto, in un perpetuo, delicatissimo equilibrio, continuamente turbato e continuamente ristabilito. Che si giochi in attacco o in difesa, quindi, le doti fondamentali sono flessibilità, pazienza, capacità di sfruttare ogni minimo vantaggio offerto dal caso e dall'evoluzione degli eventi; ma anche dedizione alla causa e fermezza nel perseguire i propri obiettivi. Con la consapevolezza che nessuno riuscirà mai a vedere la fine della guerra e che non ci si può illudere di aver conquistato un risultato definitivo: ogni successo è transitorio e qualsiasi forma di irrigidimento, qualsiasi tentativo di aggrapparsi con troppa forza all'esistente è una sicura strada verso la rovina.
Bisanzio. Storia straordinaria di un impero millenario
Judith Herrin
Libro: Copertina rigida
editore: Corbaccio
anno edizione: 2008
pagine: 470
Nel dibattito sulle radici dell'Europa, durante i lavori per la redazione del trattato costituzionale, molti chiesero che il preambolo contenesse un esplicito riferimento alla cristianità, mentre altri sostennero che l'Europa aveva anche e soprattutto radici greche e romane. In realtà è esistito per molti secoli un luogo in cui cristianesimo, romanità ed ellenismo hanno formato uno straordinario impasto politico e culturale. Questo luogo è l'Impero bizantino, lo Stato che ereditò l'autorità dell'Impero romano e fu per molti secoli, insieme alla Cina, la maggiore potenza mondiale. Molto di ciò che noi siamo e abbiamo, proviene da questo antenato. Bisanzio ci ha trasmesso il culto della grande letteratura greca. Ha rielaborato e codificato il diritto romano. Ha fermato l'invasione araba nel 678 e permesso in tal modo all'Europa occidentale di sviluppare le proprie istituzioni. Ha convertito gli slavi della penisola balcanica e i russi di Kiev. Ha creato le istituzioni politiche e amministrative di quello che poteva considerarsi, nel momento del suo maggiore fulgore, lo Stato moderno. Ha creato ed esportato in Occidente i canoni dell'arte post-romana. Non vi sarebbero stati l'Umanesimo e la riscoperta del mondo classico senza l'apporto degli studiosi bizantini. Non vi sarebbe stato il Rinascimento se l'Italia non fosse stata pacificamente invasa, dopo il 1453, dai profughi di Costantinopoli.