Libri di Gabriele Cavallini
Cuoio
Gabriele Cavallini
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 248
A Santa Croce i conciaioli si tramandano il mestiere come una fede, imprigionati in capannoni che sembrano cattedrali, tra distese di pelle rese eterne dal cromo: «La pelle è ovunque, la pelle è il luogo in cui precipitano tutti i ricordi di gente come noi». È lì che Michelangelo si ostina a restare. «Cosa siamo diventati?» non fa che chiedersi, mentre cerca di difendere ciò che resta della sua famiglia e della vita di prima. Prima che suo padre facesse fallire la conceria del nonno, che sua madre scomparisse in un caldissimo giorno d’estate e che suo fratello smettesse di parlare per sempre. Non lo sa, Michelangelo, se la sua è una battaglia persa in partenza. Ma è quella a cui non può rinunciare, fatta della stessa materia del suo universo: un piccolo mondo marchiato a fuoco che assomiglia spaventosamente al mondo che abitiamo tutti. Santa Croce è il paradiso del pellame, se la guardi dall'alto può sembrare «una città futuristica e, nello stesso istante, il luogo più antico e immutabile di una civiltà furiosa». Una volta la Cavalcanti e Figli non aveva concorrenti tra le concerie della Toscana, con commesse da ogni parte del mondo e la forza granitica di un impero. Ora, invece, non rimane quasi più niente. Giusto le responsabilità dei padri e il dolore dei figli, giusto l'incapacità di parlarsi nonostante il bene, giusto le pelli. Le pelli che la chimica sa rendere eterne come eterne rimangono le omissioni di una famiglia che ha consumato la sua esistenza nel cromo. Nel mondo immobile di Michelangelo è l'opportunità di fare carriera nella conceria che li ha inglobati a risvegliarlo. Potrebbe diventare responsabile di processo, potrebbe diventarlo a venticinque anni, a patto che convinca il padre a vendere le mura della loro industria. Ma per quel padre sempre più inerme, sempre più simile alle piante che cura con amore ogni giorno, cedere sarebbe come ammettere di aver distrutto il tessuto che doveva tenerli tutti uniti, e una pelle conciata male non serve a niente. Così Michelangelo si mette a cercare la madre: basterebbe una sua firma, ma soprattutto basterebbe sapere dov'è, perché se n'è andata, per capire quando si sono rotti e cosa davvero sono diventati. Basterebbe questo, forse, almeno per salvare suo fratello: tutto è per salvare Emanuele. Tirarlo via dal buio, tornare indietro. Grazie al suo immaginario febbrile e a una lingua dove ogni parola è pesata con un'ossessione contagiosa, Gabriele Cavallini ci trasporta in un mondo di rara forza, raccontato da chi lo conosce dall'interno, con competenza tecnica e disperata vicinanza. “Cuoio” è il romanzo di un impero che non c'è più, fondato e distrutto nel tempo di tre generazioni. È la storia delle violenze che colpiscono uomini e animali con la stessa intensità di comete brucianti. Ed è la parabola di due fratelli, la stessa che inizia con Caino e Abele e prosegue fino a noi, confondendo i contorni delle colpe. Perché certe vite nascono ferite, e tutto ciò che possono fare è tenersi vicine e cercare di preservare la luce.
Il manierismo a Crema. Un ciclo di affreschi di Aurelio Buso restituito alla città
Libro: Libro in brossura
editore: Scalpendi
anno edizione: 2019
pagine: 144
La mostra "Il Manierismo a Crema. Un ciclo di affreschi di Aurelio Buso restituito alla città", realizzata dal Museo Civico di Crema e del Cremasco nelle sale della pinacoteca della stessa istituzione, presenta al pubblico un ciclo di ventisette dipinti murali, rara testimonianza superstite dell’opera del cremasco Aurelio Buso de Capradossi (Crema, 1505 circa-post 1582). Gli affreschi, databili tra il 1560 e il 1580 circa, raffigurano scene mitologiche. In origine decoravano il piano nobile di palazzo Alfieri, edificio ancora esistente in via Mazzini 16 a Crema. Nel 2018 il Comune di Crema ha potuto acquisire dalla stessa collezione altri ventidue dipinti in modo da riunire il ciclo. Le opere, molto ammalorate per lo strappo non perfettamente riuscito e per le condizioni di conservazione, sono state sottoposte a un primo intervento di restauro che ne ha garantito la conservazione e migliorato la leggibilità. Il frutto di questo lavoro viene ora condiviso con la cittadinanza attraverso questa mostra realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova.