Libri di Giancarlo Scorza
Montale tedesco. Giancarlo Scorza traduce Eugenio Montale. Testo tedesco a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: Archinto
anno edizione: 2018
pagine: 80
Volte in tedesco intorno al 1960, le diciannove composizioni montaliane di questo libro sarebbero dovute apparire nella Biblioteca Minima di Giambattista Vicari, direttore in quegli anni de «Il Caffè», la rivista d'avanguardia e creatività cui Giancarlo Scorza collaborò soprattutto con traduzioni da autori d'area germanica (Robert Musil, Heinrich Boll, Adorno, i Galgenlieder di Christian Morgenstern) tanto quanto francese (Jacques Vaché, Jean Cocteau) o russa (Bachtin), e con rassegne della stampa umoristica mondiale. Tradurre per Scorza equivaleva a muoversi attraverso l'intimo delle cose appropriandosi con discrezione dell'oggetto ma in un processo di ripetizione che fosse originale, nel senso di un avvicinamento progressivo al segreto dei testi. Il che era accaduto nel suo caso con i versi di Paul Celan e di Rilke sui quali aveva lavorato. In particolare da alcuni enunciati delle rilkiane Lettere a un giovane poeta, Scorza aveva potuto derivare un'idea di complessità e pluralità implicanti il ricercare attraverso il difficile. Tradurre era per lui non solo un atto linguistico e emotivo ma anche un sospingersi all'interno delle diverse scritture rifuggendo da ogni gesto meccanico a segno di calarsi in qualcosa di concreto e ugualmente imprevisto. Eugenio Montale tradotto in tedesco da un italiano equivaleva a somministrare o anche solamente lambire nuove immagini cariche di multipli echi, metafisici e fisici come pure esistenziali, ma all'interno di un codice europeo che ne mettesse in luce i valori tonali e le valutazioni rilevanti e ne comprovasse tramite la lingua d'arrivo l'accertata e necessaria contemporaneità.
Precorrimenti e anticipazioni. Rubriche sul «Caffè» 1959-1969 e altri testi presentati e tradotti
Giancarlo Scorza
Libro: Libro in brossura
editore: Archinto
anno edizione: 2013
pagine: 389
Con questo volume si presenta per la prima volta la produzione di uno fra gli uomini di lettere più segreti, appartati, del secondo dopoguerra del Novecento, Giancarlo Scorza (1922-1987). L'aver vissuto tutta la vita nella sua città d'origine, Pesaro, come bibliotecario, lontano dai crocevia nevralgici della cultura italiana di Roma, Milano, Torino, non gli ha impedito di intrattenere rapporti di lavoro con personalità di vaglia della critica e dell'editoria, da Anceschi a Scheiwiller a Vicari, il quale ultimo ha aperto la testata del "Caffè" alle sue collaborazioni dal 1959 al 1969 come traduttore e saggista. Di un tale traduttore e critico-lettore raffinatissimo si presentano i preziosi saggi di traduzione che precedono spesso (come nel caso di Christian Morgenstern, Raymond Queneau, Robert Musil, Ezra Pound, Ernst Bloch, Theodor Adorno, Michail Bachtin) altre celebri traduzioni riguardanti i medesimi testi portati, negli anni successivi, alla gloria da autori più esposti alla fama. In pari, il libro riunisce la serie delle rubriche sulla letteratura umoristica internazionale che l'autore ha realizzato per la rivista di Vicari. Il volume è curato da Luca Cesari, "specialista di queste rarità letterarie", ha detto una volta Carlo Bo di lui, già autore di compilazioni analoghe per queste edizioni (Ezra Pound, Carte italiane 1930-1944, 2005).
Lettere non spedite
Giancarlo Scorza
Libro: Libro in brossura
editore: Archinto
anno edizione: 2012
pagine: 71
"Seguire sul foglio bianco il tratto della matita, considerare le complesse variazioni che da esso si potevano trarre, sino a giungere alla chiusa tessitura delle ombre, era per me un diverso modo d'intendere la luminosità, nel suo valore musicale, nel suo silenzio; un silenzio che era tutt'uno con quello che regnava nella stanza e con il mio, così simile alla quiete silente della conchiglia che serba nel suo segreto il fragore senza pace del mare in tempesta. Una partecipazione profonda ai lutti e alle sofferenze, alle ansie e alle incertezze che il futuro proponeva, un consenso dissimulato nell'assorta dedizione all'arte." (l'autore). Postfazione di Gualtiero De Santi.