Libri di Hernando de Soto
Povertà e terrorismo. L'altro sentiero
Hernando de Soto
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2007
pagine: 380
In questo libro, dedicato all'economia informale del Perù e alle ragioni per cui la povertà può essere un terreno fertile per i terroristi, Hernando de Soto descrive le forze che tengono le persone alle dipendenze di economie clandestine: le barriere burocratiche alla proprietà formale e la mancanza di strutture legali che riconoscano e promuovano la proprietà di beni. Sono proprio queste forze, secondo de Soto, che impediscono alle case, ai terreni e alle macchine di operare come in Occidente, vale a dire come beni produttori di capitale. Sotto il governo di Fujimori, l'Istituto per la Libertà e la Democrazia di de Soto ha elaborato decine di leggi per promuovere i diritti di proprietà e portare le persone fuori dall'economìa informale e farle entrare in quella formale. Ne è scaturito non soltanto un boom economico per il Perù, ma anche la sconfitta di Sendero Luminoso, movimento terroristico e forza di mercato nero che all'epoca minacciava di assumere il controllo del governo peruviano. In una nuova prefazione, de Soto attualizza il suo saggio, mettendo in relazione il Sendero Luminoso degli anni '80 con i talebani di oggi.
Il mistero del capitale. Perché il capitalismo ha trionfato in Occidente e ha fallito nel resto del mondo
Hernando de Soto
Libro
editore: Garzanti
anno edizione: 2001
pagine: 277
In questo saggio l'autore si interroga sulla natura profonda del capitalismo e sulle ragioni della diseguaglianza economica, ribaltando molti luoghi comuni. Nella sua prospettiva, l'economia informale non è il cancro del capitalismo, bensì "capitale morto" che attende solo di essere portato alla luce. Al terzo mondo non sono mancati la rivoluzione calvinista, lo spirito imprenditoriale o il QI, quello che invece manca in molte realtà è il collegamento tra il mercato e la legge, ovvero la forma necessaria per rappresentare le attività patrimoniali. La sua tesi si spinge fino a negare tutte le spiegazioni della miseria urbana del Terzo Mondo, compresa la sovrappopolazione, sostenendo che il "sommerso" ha voglia e interesse a uscire allo scoperto.