Libri di M. Alessandro Curletto
Il lubok. Un'enciclopedia illustrata della vita popolare russa
Elena Buvina, M. Alessandro Curletto
Libro: Libro rilegato
editore: I Libri di Emil
anno edizione: 2015
pagine: 368
La tradizione delle stampe popolari fu caratteristica di molti paesi, compresa l'Italia. Nel panorama generale, tuttavia, la Russia rappresenta un caso a sé stante poiché, a causa delle peculiari condizioni politiche, economiche e sociali, questo fenomeno vi conobbe una diffusione e una varietà di temi non riscontrabili altrove. Le stampe popolari create in Russia sono note oggi con il nome di lubok. Combinando in sé l'elemento figurativo con quello narrativo, il lubok tratta le tematiche più diverse: dalle Sacre Scritture alle scenette licenziose, dalla vita quotidiana alle imprese di eroi epici, dalle battaglie storiche alle canzoni popolari, dalla comicità dei buffoni alle meraviglie della tecnica ecc. Oltre ad abbellire le izbe contadine, le case dei mercanti e della piccola borghesia urbana, per il vasto pubblico il lubok sostituiva il libro e il giornale, informava, a suo modo istruiva e spesso induceva alla riflessione, intrattenendo il fruitore con una oculata scelta degli argomenti e soprattutto attraverso modalità espressive tali da suscitare interesse, divertimento e stimolare la fantasia.
Spartak Mosca. Storie di calcio e potere nell'URSS di Stalin
M. Alessandro Curletto
Libro
editore: Fila 37
anno edizione: 2015
pagine: 140
Nei primi anni venti del 1900, in un rione operaio della città di Mosca, un gruppo di giovani fanaticamente appassionati di calcio creò una propria squadra. Creò nel senso più completo del termine, perché oltre a fondare la società costruì con le proprie mani, e a proprie spese, gli impianti sportivi (campo, tribune, spogliatoi...). A questa squadra di quartiere, tenacemente cresciuta a dispetto di mille avversità, a partire dalla metà degli anni trenta toccò l'ingrato compito di contrastare lo strapotere dei club militari, Dinamo (Commissariato agli interni) e CDKA (Armata Rossa) in testa. I suoi protagonisti non passarono indenni attraverso l'epoca delle grandi repressioni staliniane. Ma furono proprio i loro drammi (talvolta tragedie) personali, uniti ai trionfi sul campo, a creare la leggenda dello Spartak Mosca, l'epopea della "squadra del popolo". Nel breve racconto qui proposto si intende seguire la formazione di questo mito dalle radici assolutamente, e spesso dolorosamente, reali.
I piedi dei Soviet. Il futból dalla Rivoluzione d'Ottobre alla morte di Stalin
M. Alessandro Curletto
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2010
pagine: 244
Il libro ripercorre la storia dei rapporti del potere sovietico con lo sport che fin dal suo apparire aveva acceso la passione dei russi. In una società totalmente ideologizzata come quella staliniana, era fatale che la figura del calciatore fosse utilizzata dall'apparato propagandistico di stato come strumento di "educazione" della coscienza collettiva. Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, a esaltazione dell'eroismo profuso dai sovietici nella difesa della Patria, nacque il mito della cosiddetta "partita della morte" che, nella Kiev occupata dai nazisti, vide di fronte su un campo di calcio una selezione tedesca e gli indomiti giocatori della locale Dinamo. Altre volte i calciatori sovietici non riuscirono a mantenere alto di fronte al mondo l'onore dell'URSS e di Stalin: ciò accadde per esempio in occasione delle Olimpiadi di Helsinki 1952, quando si trovarono opposti alla fortissima nazionale della Jugoslavia di Tito. E al ritorno in Unione Sovietica pagarono il loro insuccesso...
L'anima di una cattiva compagnia. Vita e imprese mirabolanti di Vladimir Vysockij
Elena Buvina, M. Alessandro Curletto
Libro: Libro in brossura
editore: I Libri di Emil
anno edizione: 2009
pagine: 448
"Sapete cosa diranno di Breznev tra cent'anni? Diranno: Breznev? Ah sì, quel mediocre politico dell'epoca di Vysockij..." Questa battuta circolante in URSS negli anni Settanta dà la misura dell'immensa popolarità di un genio poliedrico (ufficialmente "solo" un grande attore, in realtà uno straordinario poeta e cantautore) che, seppur sistematicamente boicottato dai mezzi di comunicazione sovietici, era entrato direttamente nel cuore di un popolo intero, persino in quello dei rappresentanti dell'apparato statale (leader politici, funzionari del Partito e del KGB) che per dovere d'ufficio lo ostacolavano e fingevano di ignorarlo. La sua voce potente e infiammata, incisa su nastri e cassette registrate con mezzi di fortuna, percorreva tutto lo sconfinato paese, poetizzando la vita di ogni giorno, le difficoltà tragicomiche, i piccoli eroismi misconosciuti, in uno spirito opposto a quello della propaganda di Stato. Il suo originale, inimitabile mondo poetico, a cui faceva da corollario un'esistenza burrascosa, così lontana dai canoni sovietici (una moglie francese, l'attrice Marina Vlady, la passione per le auto straniere, la guida spericolata, i frequenti viaggi all'estero), fecero sì che ancora in vita Vysockij generasse senza volerlo, anche il mito di se stesso. Mito destinato a crescere a dismisura, raggiungendo livelli parossistici dopo la morte prematura (a soli 42 anni) nel 1980, e a sopravvivere tuttora, a quasi trent'anni dalla sua scomparsa.
Spartak Mosca. Storie di calcio e potere nell'URSS di Stalin
M. Alessandro Curletto
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2005
pagine: 158
Lo Spartak Mosca era l'unica squadra di calcio sovietica a godere di un autentico seguito popolare, non limitato alla capitale ma diffuso in tutto il territorio dell'immenso paese, escluse forse l'Ucraina e le Georgia, dove il tifo per le Dinamo era anche espressione di orgoglio nazionale. Per comprendere i motivi di tale popolarità occorre risalire agli anni Venti, quando, in un rione popolare di Mosca, un gruppo di giovani appassionati di calcio creò la propria squadra. Creò nel senso più completo del termine, perché oltre a fondare la società costruì, a proprie spese, gli impianti sportivi. Il breve racconto intende seguire la formazione di questo mito dalle radici.