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Libri di M. Botto

Il villaggio del tedesco

Boualem Sansal

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2009

pagine: 211

Un romanzo che, tra finzione e verità storica, lega il nazismo all'estremismo islamico. A raccontare la storia di questo romanzo sono due fratelli nati da madre algerina e da padre tedesco. Parlano al lettore attraverso le intime pagine dei loro diari. Entrambi sono stati allevati nella banlieue parigina da un vecchio zio immigrato, mentre i due genitori sono rimasti in Algeria. A Parigi Rachel si è sposato con la bella Ophélie e ha fatto carriera in una multinazionale, mentre il fratello minore Malrich non è riuscito a integrarsi. Nel 1994 il Gruppo Islamico Armato massacra nel villaggio dei genitori trenta persone in nome della guerra santa. Al dolore per la perdita dei genitori si aggiunge, per i due fratelli, una scoperta ancora più atroce: loro padre - che in Algeria aveva partecipato alla guerra d'indipendenza dalla Francia, diventando poi il capo del villaggio - era stato un ufficiale delle SS e come ingegnere chimico aveva fatto esperimenti sul gas usato nei lager. Rachel è sconvolto. Decide di fare i conti col passato del padre; ma quello che scoprirà sarà insostenibile. Basato su una storia vera, il romanzo porta in primo piano tre episodi che sembrano dissimili, ma che invece hanno molti punti di contatto: la Shoah, vista attraverso gli occhi di un giovane arabo che scopre con orrore la realtà dello sterminio degli ebrei.
19,50 16,58

Taccuino siriano (16 gennaio-2 febbraio 2012)

Jonathan Littell

Libro: Copertina morbida

editore: Einaudi

anno edizione: 2012

pagine: 193

"Questo è un documento, non un testo rielaborato. È la trascrizione, più fedele possibile, di due taccuini di appunti che ho preso durante un viaggio clandestino in Siria, nel gennaio di quest'anno. Inizialmente dovevano servire come base per gli articoli che ho scritto al ritorno. Ma a poco a poco, nei lunghi periodi di attesa o di inattività, nei tempi morti creati dalla traduzione durante le conversazioni, e a causa di una certa frenesia che tende a voler trasformare subito il vissuto in scrittura, quegli appunti si sono dilatati. È ciò che rende possibile la loro pubblicazione. A giustificarla, invece, è ben altro: sono il rendiconto di un momento breve e già scomparso, quasi senza testimoni esterni, degli ultimi giorni della rivolta di una parte della città di Homs contro il regime di Bashar al-Assad, poco prima che fosse soffocata in un bagno di sangue, ancora in corso mentre sto scrivendo".
17,00 14,45

E poi, Paulette...

Barbara Constantine

Libro: Copertina morbida

editore: Einaudi

anno edizione: 2014

pagine: 227

Ferdinand è un signore sui settanta che vive tutto solo nella sua enorme cascina in campagna. Figli e nipoti hanno troppi impegni... A lui resta il cane, un bicchierino ogni tanto, e un sacco di tempo libero. Un giorno Ferdinand, facendo visita alla vicina, scopre che il suo tetto è stato devastato da un nubifragio. Non ci dorme tutta la notte. Ma il mattino successivo si fa coraggio e invita Madame Marceline a trasferirsi da lui. Lei e tutti i suoi animali, ben inteso. A poco a poco la fattoria si riempie di fermento, agitazione, nuova vita. Perché dopo Marceline arrivano anche un amico di infanzia di Ferdinand rimasto vedovo di recente, due vecchine un po' smemorate, uno studente di Agraria che rimette in sesto l'orto, e alla fine anche Paulette...
12,00 10,20

Parti in fretta e non tornare

Fred Vargas

Libro: Copertina morbida

editore: Einaudi

anno edizione: 2006

pagine: 334

Da venticinque anni nella Polizia di Parigi, il commissario Adamsberg è un uomo lento. Riesce a riflettere solo camminando e i suoi pensieri sono aggrovigliati come gli scarabocchi che annota sui fogli. Brancola sempre nel buio, ma proprio quando sembra andare alla deriva viene folgorato da intuizioni geniali. Come quelle con cui risolverà un caso davvero misterioso, che parrebbe avere a che fare con simboli e superstizioni di un'altra epoca. Dopo avere scritto una saga incentrata su tre stralunati detective dilettanti, con questo romanzo Fred Vargas disegna il ritratto di un indimenticabile poliziotto.
13,00 11,05

Laëtitia o la fine degli uomini

Ivan Jablonka

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2018

pagine: 346

La notte tra il 18 e il 19 di gennaio del 2011 Laëtitia Perrais viene rapita, accoltellata e strangolata in un sobborgo del nord della Francia. Due giorni dopo viene arrestato un uomo con diversi precedenti penali a carico: Tony Meilhon. Ma il corpo della ragazza non si trova e non si troverà per più di dieci giorni. I grandi giornali nazionali danno la notizia, seguono il caso con clamore morboso e costruiscono «il mostro». Le televisioni prendono d'assalto amici e parenti alla ricerca di uno scoop. I politici invocano una stretta sul crimine e pene più severe. Ovunque si parla di lei ma nessuno ne parla veramente. Il suo nome è sulla bocca di tutti ma ciascuno lo usa per i propri fini. Laëtitia però, oltre alla sua morte orrenda, ha avuto una vita che non è mai interessata a nessun giornalista, nessun politico, nessuno studioso. Ivan Jablonka, con gli strumenti dello storico e la passione del narratore, quella vita la ricostruisce. Perché un fatto di cronaca nera non è mai un semplice fatto e non ha nulla di cronachistico, ma nasconde sempre una dimensione sociale e soprattutto umana. L'indagine minuziosa dell'accademico lascia così lentamente spazio, pagina dopo pagina, alla storia intima e toccante di un'infanzia fragile, di una bambina cresciuta troppo in fretta, di una madre depressa e un padre violento, di istituti e affidi. Una storia fatta però anche di cose belle, di sensazioni che si provano così forti e pure solo da adolescenti, di piccole vittorie contro il mondo. Una storia finita troppo presto. Laëtitia ha passato la vita ostaggio dell'ingiustizia, della violenza degli ambienti e di quella degli uomini. Persino dopo la morte del suo corpo di donna si è continuato ad abusare, trasformandolo in uno spettacolo macabro. Jablonka con questo libro la libera dalle catene del potere, che prima l'ha ignorata e poi l'ha trasformata in vittima sacrificale. E le restituisce, servendosi delle armi a disposizione della scrittura, la dignità e la dolcezza che dovrebbero spettare a ogni essere umano.
21,00 17,85

La deposizione

Pascale Robert-Diard

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2017

pagine: 125

Un lunedi di primavera, 7 aprile 2014, un'aula di corte d'assise nel tribunale di Rennes, Francia. Si processa un uomo, Maurice Agnelet, accusato di aver ucciso la giovane amante, Agnès Le Roux, quasi quarant'anni prima, a Nizza. La vittima proveniva da una famiglia molto in vista, proprietaria di un casinò sulla Promenade des Anglais. Il cadavere della donna non è mai stato ritrovato, rendendo il lavoro dell'accusa, dopo tre processi, ancora più difficile. Agnelet si è sempre professato innocente, e la sua famiglia, moglie e due figli ormai adulti, non ha mai smesso di sostenerlo nella sua battaglia. Pascale Robert-Diard segue il processo per il suo giornale, solo un drappello di cronisti irriducibili assiste alle battute conclusive. Appassionati al caso mai risolto, affascinati dalla figura manipolatrice dell'imputato, ma anche dall'atmosfera magica della Costa Azzurra che rivive nelle testimonianze, e dallo «sfondo di pantaloni a zampa d'elefante, sciarpe lavorate ai ferri e khol sugli occhi» dei lontani anni Settanta. E a questo punto che il caso di cronaca nera di quarant'anni prima acquista la cadenza solenne e l'impellente necessità dell'antica tragedia. Uno dei figli di Agnelet, Guillaume, sale sul banco dei testimoni e accusa il padre di omicidio, rivelando di sapere da anni della sua colpevolezza, confessando di aver testimoniato il falso in passato. Una deposizione che per Guillaume ha diversi significati, quanti quelli della parola stessa: testimonianza, liberazione da un peso, ma anche "rimozione di qualcuno dall'esercizio di un potere". Come se il figlio avesse compiuto la sua rivoluzione contro il padre.
17,00 14,45

I viaggi di Daniel Ascher

Déborah Lévy-Bertherat

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2017

pagine: 150

Un anno veramente particolare ha inizio per Hélène quando dalla provincia si trasferisce a Parigi per studiare archeologia. La ragazza va ad abitare in una piccola camera sui tetti ospite del prozio Daniel. Lo zio Daniel è un vecchio giramondo, chiacchierone e un po' eccentrico che, usando lo pseudonimo di H. R. Sanders, scrive "Il marchio nero", una serie di romanzi di avventura per ragazzi. Hélène non ha mai letto i libri dello zio e in verità non ama molto neppure lui. I due non potrebbero, infatti, essere più diversi: seria, precisa e severa lei, rumoroso, scherzoso e affabulatore lui. Ma il fidanzato della ragazza, Guillaume, un giovane brillante che riesce a rendere allegro tutto quello che tocca, è invece fin da bambino un ammiratore di H. R. Sanders e riesce a convincere Hélène a interessarsi di più a Daniel e ai suoi avventurosi viaggi in ogni angolo del pianeta. I due si mettono cosi sulle tracce dell'infanzia e della giovinezza di Daniel Ascher scoprendo diversi misteri della sua vita: perché lo zio compare soltanto a un certo punto nelle foto di famiglia? Perché il suo cognome non è lo stesso della nonna ed è di origine ebraica? Comincia allora una ricerca tra i quartieri parigini: da rue d'Odessa a Montparnasse, dove il padre di Daniel aveva prima della guerra uno studio fotografico, poi a Clermont- Ferrand, a Saint-Ferréol, a Moulins fino a Manhattan. Con pazienza e metodo, da vera archeologa, Hélène scopre piano piano un uomo di cui ignorava tutto. Scopre ad esempio che Daniel è l'unico sopravvissuto di una famiglia composta da padre, madre e una sorella amatissima, tutti scomparsi a Birkenau, e che i suoi viaggi giovanili negli Stati Uniti nascondono un altro mistero familiare che renderà il vecchio giramondo molto più prossimo ad Hélène e a suo fratello. Seguendo le tracce lasciate da Daniel nelle strade della sua città e fra le righe dei suoi libri si rivela piano piano il ritratto di un uomo ferito, diviso fra due identità e prigioniero di un amore impossibile ma fatale. E la scoperta di un'altra casa nel sotterraneo, in fondo a una botola, getta una nuova luce sui viaggi avventurosi dello zio. Forse l'unico vero viaggio che Daniel abbia mai fatto è sempre stato un viaggio nel passato.
17,50 14,88

L'arte di perdere

Alice Zeniter

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2018

pagine: 433

Alí ha perso tutto. Eppure non ha mai creduto che la Storia potesse riservargli qualcosa di brutto. Non a lui che è sopravvissuto alla battaglia di Montecassino combattendo per la Francia. Non a lui, a cui il cielo ha - letteralmente - donato un torchio e Dio un primogenito bello e sano come Hamid. Ma quando nel 1962 l'Algeria ottiene l'indipendenza, Alí non è più l'uomo onorato e rispettato del suo piccolo villaggio. Ha dovuto collaborare con gli oppressori francesi: ora nuovi oppressori lo perseguitano in nome di un'altra bandiera. Alí deve lasciare per sempre - ma questo ancora non lo sa - gli uliveti della sua amata montagna in Cabilia. Hamid è ancora piccolo quando perde tutto per la prima volta. O meglio, scambia tutto quello che ha: l'innocenza per lo spettacolo delle torture della guerra civile, la casetta sul crinale per una tenda in un desolante campo d'accoglienza, i suoi fieri genitori per due ombre svuotate da un'anonima banlieue francese. Di quello sradicamento Hamid finisce per farne una religione, condannando il paese della sua infanzia all'oblio e se stesso alla condizione permanente di straniero. Naïma ha perso l'Algeria prima ancora di poterla avere. Perché il padre Hamid non ha mai voluto raccontarle niente, sua nonna non parla la sua lingua, la metà dei suoi zii è nata in Francia, suo nonno Alí è morto da tempo e in fondo va bene così. Naïma è francese e pensa di non avere nulla in comune con quel paese sulla riva opposta del Mediterraneo. Fino a quando per lavoro non è costretta a visitare l'Algeria e decide di conoscere meglio la travagliata storia della sua famiglia. Anche se tutti la considerano «un'algerina» - soprattutto negli anni del terrorismo e della xenofobia che infetta l'Europa - Naïma capisce presto che un paese non è un tratto somatico e non si può ereditare.
22,00 18,70

I senza memoria. Storia di una famiglia europea

Géraldine Schwarz

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2019

pagine: 333

Nel 1938, Karl Schwarz, il nonno tedesco dell'autrice, rileva, nell'ambito del processo di arianizzazione voluto dai nazionalsocialisti, la piccola azienda di prodotti petroliferi di Julius Löbmann, pagandola assai meno di quanto in realtà valesse. E quando dopo la guerra questi, unico sopravvissuto della sua famiglia sterminata in un campo di concentramento, chiede di essere risarcito, Schwarz per anni si rifiuta di far fronte alle rivendicazioni del padrone di un tempo. Alla fine pagherà, ma in famiglia l'episodio verrà il più possibile nascosto e infine rimosso. Da questa situazione individuale prende avvio la ricognizione di Géraldine Schwarz, che allarga subito la visuale mettendo in evidenza come la «mancanza di memoria» della sua famiglia trovi un pendant nelle strategie politiche della Germania nel dopoguerra: Adenauer, il primo cancelliere tedesco, se da un lato vincola il paese alle democrazie occidentali, dall'altro in molti ambiti della vita pubblica tollera la presenza di importanti personaggi del regime hitleriano. Bisognerà attendere sino agli inizi degli anni Sessanta, prima che nell'opinione pubblica tedesca si avvii quella riflessione sulle proprie colpe che ha portato alla Germania contemporanea. Ma la disamina dell'autrice si sposta ben presto anche su altri paesi come l'Italia, dove per anni ha potuto tranquillamente essere rappresentato in Parlamento il Movimento sociale italiano, un partito che non nascondeva le sue radici fasciste; o l'Austria sempre ben attenta a negare l'entusiasmo con cui Hitler e le sue truppe vennero accolti il giorno dell' Anschluss o infine l'altro paese di origine di Géraldine Schwarz, la Francia, dove dietro il mito della resistenza si sono nascoste le precise responsabilità di molti cittadini: fra questi, forse, anche il nonno materno dell'autrice, di cui non si sa molto oltre al fatto che fu gendarme in una zona dove il governo di Vichy dava la caccia agli ebrei. E sono proprio i paesi in cui la rielaborazione critica di quegli anni è stata carente, in cui hanno avuto la meglio i «senza memoria», questa la tesi centrale e attualissima del libro, ad apparire oggi particolarmente esposti al populismo e al sovranismo, a tollerare e fomentare il razzismo, e a propugnare una concezione antidemocratica della vita politica.
21,00 17,85

Una vecchia storia. Nuova versione

Jonathan Littell

Libro: Copertina rigida

editore: Einaudi

anno edizione: 2019

pagine: 336

Come sottotitolo, queste parole: «Nuova versione». Cosa significano? «Nuova» rimanda evidentemente a un'altra versione, a una versione «originale». Ma che differenza intende sottolineare? Il «nuovo» libro cancella forse il «primo», che quindi ne sarebbe solo una parte, o un tentativo non riuscito, incompleto? Se scrivere un libro è un'esperienza, la sua pubblicazione vi pone termine, in modo definitivo. Per "Une vieille histoire", un racconto in due capitoli uscito nel 2012, invece, non è stato cosí. Perché, non lo so; sta di fatto che un giorno ho constatato che il testo, simile a uno spettro senza pace, continuava misteriosamente a produrre. Perciò ho dovuto rimettermi a scrivere, come se non ci fosse stato già un libro. Curiosa esperienza. Piú che una continuità, un cambiamento di schema. Resta immutato l'impianto: in ogni capitolo, ora diventati sette, un narratore esce da una piscina, si riveste, e comincia a correre in un corridoio grigio. Scopre porte, che si aprono su territori (la casa, la camera d'albergo, il monolocale, uno spazio piú ampio, una città o una zona selvaggia), luoghi in cui si consumano e si riconsumano, all'infinito, i rapporti umani piú essenziali (la famiglia, la coppia, la solitudine, il gruppo, la guerra). Esplorati quei territori, esauriti quei rapporti, la corsa si conclude: nella piscina, com'è ovvio. Poi tutto ricomincia. Uguale, ma non del tutto. Sette, però, non è semplicemente due piú cinque. La trama, che intesse il concatenarsi dei territori e dei rapporti umani, si addensa, si ramifica. I dati piú fondamentali (il sesso, l'età stessa del narratore o dei narratori) diventano instabili, proliferano, mutano, poi si ripetono in una forma ogni volta rinnovata, alterata. La corsa, in partenza sterile, diventa ricerca, ma di che cosa? Di un varco, forse, probabilmente impossibile, o quanto mai effimero, ma tanto piú necessario.
21,00 17,85

HHhH. Il cervello di Himmler si chiama Heydrich

Laurent Binet

Libro: Copertina morbida

editore: Einaudi

anno edizione: 2014

pagine: 346

La storia che viene qui raccontata è una storia nota. Apparentemente nota: l'attentato a Heydrich del 27 maggio 1942. In realtà, la sensazione è quella di leggerla per la prima volta, in tutta la sua trascinante forza narrativa e nella sua drammatica verità documentaria. Il primo protagonista della storia è Reynard Heydrich, il braccio destro di Himmler, l'ideatore, nel gennaio del 1942 della Soluzione finale, lo sterminio sistematico degli ebrei. Heydrich è gerarca più spietato del Terzo Reich, il macellaio di Praga, la bestia bionda. L'uomo dall'infanzia problematica, segnata da due traumi: da una parte la voce stridula e l'aspetto effeminato che gli valsero l'appellativo di capra, e dall'altra il mistero di una presenza ebraica all'interno della sua famiglia. Ben presto il giovane Heydrich comincia a trasformarsi nell'incarnazione del ariano, ammirato da Hitler per la ferocia e per l'efficacia delle sue azioni. In rapida ascesa politica Heydrich arriva al vertice del Protettorato di Boemia e Moravia, dove si dedica allo sterminio degli ebrei e di tutti gli oppositori al regime. Ma da Londra, città in cui il governo ceco è stato esiliato, parte contro di lui l'offensiva della Resistenza che culminerà nell'Operazione Antropoide. I protagonisti indiscussi diventano allora due: i paracadutisti Jozef Gabcik e Jan Kubis, uno slovacco e l'altro ceco, ai quali viene affidato l'incarico dell'esecuzione.
12,50 10,63

Le gratitudini

Delphine de Vigan

Libro

editore: Einaudi

anno edizione: 2020

pagine: 160

Michka sta perdendo le parole. Proprio lei, che per tutta la vita è stata correttrice di bozze in una grande rivista, lei che al caos del mondo ha sempre opposto una parola gentile, ora non riesce più a orientarsi nella nebbia di lettere e suoni che si addensa nella sua testa. E così adesso Michka vive in una residenza per anziani. A dire il vero, se non fosse stato per quelle parole birichine e qualche trascurabile intoppo nelle attività quotidiane, sarebbe rimasta volentieri nel suo accogliente appartamento parigino. Ma è meglio così: qui riceve assistenza continua, e poi non voleva che Marie, l'ex vicina a cui ha fatto da seconda madre, si preoccupasse tanto per lei. E allora biscottini, sonnellini, uscitine, passettini: Michka si piega, con una certa riluttanza, al ritmo fiacco delle giornate «da vecchia», alle stravaganze degli altri «resistenti», ai sogni infestati dalla temibile direttrice. Confinata nella sua stanzetta asettica, sempre più fragile e indifesa, a Michka non resta che consolarsi con le visite di Marie e le chiacchierate con Jérôme, il giovane ortofonista che lavora nella casa di riposo. Il ragazzo, infatti, ha ceduto presto alla tenera civetteria della sua paziente discola - gli esercizi per il linguaggio «la sfioriscono» -, che vuole solo raccontare e farsi raccontare. A poco a poco, però, le parole si fanno più rare, barcollanti, e, anche se non ha perso il senso dell'umorismo, Michka è consapevole di non poter deviare l'inesorabile corso degli eventi. Ed è proprio per questo che vorrebbe realizzare un ultimo, importante desiderio: ringraziare la famiglia che l'accolse durante la guerra e che di fatto le salvò la vita. Saranno Marie e Jérôme ad aiutarla, perché anche loro conoscono il valore inestimabile di un semplice «gratis», come direbbe Michka.
17,50 14,88

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