Libri di Manuel Chaves Nogales
Juan Belmonte Matador Di Tori. La sua vita, le sue gesta
Manuel Chaves Nogales
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori (Milano)
anno edizione: 2025
pagine: 350
"Juan Belmonte matador di tori", di Manuel Chaves Nogales, che per questa nuova edizione si avvale della traduzione e della cura di un aficionado di eccezione come Matteo Nucci, è in assoluto la più bella biografia su di lui mai pubblicata. Giornalista di punta, colto e brillante, Nogales era perfettamente consapevole di quanto quel mondo rappresentasse una certa Spagna e del resto per pittori, scultori, poeti e romanzieri spagnoli la corrida è stata sempre una grande passione. Da Goya a Zuluaga a Picasso, da de Alarcón a Bergamín a Machado, a García Lorca, da Savater a Barceló a Pérez-Reverte l’elenco è imponente e arriva sino ai nostri giorni. Juan Belmonte non era solo un torero, ma un tipo umano, un emblema, era il bambino senza nemmeno la licenza elementare che per descrivere l’andare e venire del toro intorno alla muleta citava «l’aria soave dei lenti giri» di cui parlava il poeta Rubén Dario. Sapeva da dove veniva, conosceva i bisogni della povera gente, incarnava l’idea e la possibilità di una Spagna diversa, più umana e più giusta. Raccontato in prima persona, come se fosse lo stesso Belmonte a prendere la parola, "Juan Belmonte matador di tori" ha l’andatura di un romanzo picaresco, sincero, umano, allegramente malinconico, gonfio di vita, scritto con uno stile trascinante. Edizione numerata da 1 a 1000. Traduzione, prefazione e curatela di Matteo Nucci.
Siviglia
Manuel Chaves Nogales
Libro: Libro rilegato
editore: Casimiro
anno edizione: 2020
pagine: 96
A ferro e fuoco
Manuel Chaves Nogales
Libro: Libro in brossura
editore: La Nuova Frontiera
anno edizione: 2015
pagine: 336
"A ferro e fuoco" è il titolo che Manuel Chaves Nogales ha dato a una raccolta di nove racconti sulla guerra civile spagnola. Nelle pagine del libro l'autore ritrae con maestria un Paese che, dopo il crollo della Repubblica, è attraversato da bande di avventurieri che in nome dell'ideologia sono pronte a compiere le più nefande efferatezze. Nelle sue parole però non c'è nessuna traccia di un'ipocrita equidistanza, ma solo la tensione caratteristica del buon giornalismo che si batte per la ricerca della verità. "A ferro e fuoco" è un'opera fondamentale, che s'inserisce nella tradizione di "Omaggio alla Catalogna" di George Orwell, necessaria ora più che mai per rileggere, sotto una nuova luce, la recente storia d'Europa.
Juan Belmonte. La sua vita, le sue gesta
Manuel Chaves Nogales
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2014
pagine: 352
"L'età classica della corrida finì un giorno del 1914 dal barbiere. Un giovanotto dalla bazza pronunciata entrò in un famoso salone della madrilena calle Sevilla e sistemandosi sulla poltrona ordinò: "Barba e capelli. Ma prima mi tagli il codino" [...] Era un matador di 22 anni in rapinosa ascesa [...] Voleva solo cortarse la coleta, anacronistico cascame settecentesco, prolungando sin nel look la rivoluzione modernista che aveva appena avviato nelle plazas de toros. Di lì in poi la storia della tauromachia si sarebbe divisa in un prima e un dopo Belmonte [...].Ma in che cosa consisteva la renovatio belmontina? Senza entrare in discettazioni erudite (quelle sulla corrida possono essere di complessità e raffinatezza quasi talmudiche), essenzialmente nel fatto che il toro non veniva più affrontato muovendosi sulle gambe, ma lasciandole ferme e guidandolo con un gioco di braccia [...]. L'antica lidia, il combattimento intrepido ma scomposto, veniva così incanalata nelle tecniche, le astuzie, i confini sempre mobili del toreo; ossia dentro un'estetica, una forma [...]. Per sei anni leggendari, la Edad de oro 1914-20, [Juan Belmonte] dividerà il podio con Joselito El Gallo, o Gallito [...] ultimo gigante della classicità torera [...]. Vedovato dell'antagonista, suo doppio e rovescio, Belmonte la farà da padrone [...]. Tra una corrida e l'altra legge Anatole France, Maupassant [...]. Prende a frequentare artisti e scrittori... (Dall'introduzione di Marco Cicala)
Agonia della Francia
Manuel Chaves Nogales
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2014
pagine: 185
Nel 1937 Manuel Chaves Nogales approda a Montrouge, un sobborgo operaio alle porte di Parigi. Fugge da un Paese, la Spagna, dove è un tipo "perfettamente fucilabile" dai due contendenti in guerra: dai comunisti guidati da Mosca, e dai fascisti foraggiati da Roma e Berlino. È, come lui stesso ama definirsi, un "cittadino di una repubblica parlamentare e democratica" che, andata velocemente in malora, non concede altra scelta che l'esilio a un giornalista e scrittore figlio della piccola borghesia liberale sevigliana. A Montrouge, la République gli procura un appartamento popolare d'antico decoro dove sistemarsi con moglie e figli. "Reportero" di fama, autore di una brillante biografia di Juan Belmonte - il grande matador, il torero "bohémien" che frequentava artisti e leggeva Maupassant - Chaves si ritrova a Parigi "insieme agli scarti dell'umanità che la mostruosa macchina degli Stati totalitari va producendo". Un "demi-monde" di esclusi, reprobi, sconfitti: pope russi, ebrei tedeschi, rivoluzionari italiani. Accomunati tutti da "un obiettivo inaccessibile": ottenere "una patria d'elezione, una nuova cittadinanza" nel Paese che, ai loro occhi, è "una creazione spirituale ottenuta in venti secoli di civiltà". Verranno traditi, e le pagine di questo libro costituiscono la cronaca diretta, vertiginosa, iconoclasta, scritta a caldo di tale tradimento che trova il suo culmine nel giorno di giugno del 1940 in cui le truppe naziste occupano Parigi.