Libri di Marco Salotti
Voglio prendere il largo
Marco Salotti
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2022
pagine: 130
Uno skipper in cerca di avventure ha tentato di gestire un resort su un atollo davanti a Zanzibar, senza riuscirci. Gli rimane un grande amore del passato e un compito: ritrovare Branko, un maturo inviato speciale della tv sui fronti di guerra, scomparso nel corso di una delle sue missioni. Una ricerca che si rivelerà al contempo un viaggio esistenziale e sentimentale.
Reality in Arcadia
Marco Salotti
Libro: Copertina morbida
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2016
pagine: 96
Location: una villa lucchese pre-modern tra Gianni Schicchi e Pompeo Batoni. Al suo interno: un italian gigolo che racconta in prima persona con affabulazioni erotiche, un produttore televisivo cattolico-romano, tre sorelle scenografe dette le Vergini delle Rocce in funzione di coro, due studentesse Erasmus del precariato globale festeggiano il compleanno di uno stilista passato di moda e nostalgico del Muro di Berlino. Perché il buon gusto, come la politica, deve stare o di qua o di là. Sono personaggi inautentici e comunque più vicini al Sodoma che a Gomorra: odiosetti, vanitosi, inconcludenti nella loro narrazione". Sono il branco medio intellettuale, abituato a parlarsi addosso con la citazione a fior di labbra. La villa è un teatrino della chiacchiera in diretta con dentro antiquariato e modernariato, tra Plotino e Tarantino, Togliatti e Woody Allen, Puccini e Nada, il nostro Segretario Fiorentino e il Cavaliere-Jean Valjan e naturalmente santi, poeti e navigatori. Importante è fare bella figura come protagonisti di un Grande Fratello per il pubblico colto da seconda serata. Perché la vita è un pilot in cerca del format di successo.
L'amore immune
Marco Salotti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2021
pagine: 150
«Sulla soglia degli addii ti ho chiesto di buttare il sacchetto dei rifiuti, hai sorriso, quasi dicessi: vado giù e torno subito. Davanti alla raccolta sotto casa resti incerto tra l'organico e l'indifferenziata, perché il grande amore non è riciclabile, permane nella sua materia, intoccabile come l'amianto, che se lo spezzi poi ti brucia i polmoni, e comunque per quanto riguarda la Bufera stai pensando che venga prima il Comico del Poeta, anche se di poco tempo.»
Ti ucciderò dopo Natale
Marco Salotti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Nuovo Melangolo
anno edizione: 2019
pagine: 130
«Dicono che gli assassini quando scrivono le loro memorie scelgano una prosa ornata, io non so scrivere, ho sempre usato le parole degli altri per metterle in scena. Non sono ancora un assassino, ma potrei diventarlo. Ho tra le mani un coltello da scalco per le renne che ho comperato qui a Rovaniemi, il paese di Babbo Natale.»
Al cinema con Mussolini. Film e regime 1929-1939
Marco Salotti
Libro: Copertina morbida
editore: Le Mani-Microart'S
anno edizione: 2014
pagine: 260
Durante gli anni Trenta andare al cinema con Mussolini è una scelta di italianità. Non importa se è un film militante alla Blasetti o una commedia alla Camerini, se si canta Giovinezza Giovinezza o Parlami d'amore Mariù, se i protagonisti indossano la camicia nera quella bianca dello smoking: tutti, credenti e agnostici, fascisti e non fascisti, collaborano a creare l'immagine di una nuova Italia che si sta trasformando in società di massa. L'ottimismo nel presente e la speranza nel futuro animano sia l'eroe aviatorio che il fattorino dei grandi magazzini, sia il combattente etico che il giovane scanzonato. Alla fine degli anni Venti il Fascismo è fatto, ora bisogna fare l'Italia fascista: il cinema, assieme ad altri media, partecipa alla elaborazione di un immaginario che deve essere attuale e insieme ispirato al genio italico. L'impegno del regime, durante gli anni Trenta, è quello di far coincidere l'identità italiana con l'identità fascista, "moderna" e "rivoluzionaria". I film nazionali si collocano sull'ambiguo confine tra queste due identità, tra propaganda esplicita e apparente disimpegno, tra collaborazionismo e fiancheggiamento, tra organicità e presa di distanza tattica. Ma sullo schermo del regime tutto si tiene strategicamente, in una iconografìa di celluloide che coinvolge Scipione l'Africano e De Sica, Garibaldi e Amedeo Nazzari, Casta Diva e Mille lire al mese, Ettore Fieramosca e Macario, l'Impero e Totò.