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Libri di Margherita Boffano

Guido Bodrato, testimone esemplare. Lezioni di politica e di vita

Guido Bodrato, testimone esemplare. Lezioni di politica e di vita

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Lavoro

anno edizione: 2025

pagine: 122

Il volume raccoglie un prezioso contributo di storia orale che intreccia le vicende di un protagonista esemplare della politica italiana con la storia del nostro Paese e dell’Europa, dalla fine della Seconda guerra mondiale al nuovo millennio. Intervistato da Luca Rolandi – nel febbraio del 2021 – alla soglia dei novant’anni, Guido Bodrato (1933-2023), esponente di spicco del cattolicesimo democratico, attento osservatore e studioso del suo tempo, si racconta con la lucidità e l’equilibrio che gli furono propri. Attraverso le sue parole si materializzano davanti ai nostri occhi le vicende di una generazione che ha saputo e voluto raccogliere l’eredità della lotta di Liberazione dal nazifascismo per la costruzione e il consolidamento della democrazia. E, insieme, il senso di responsabilità che ha sempre ispirato l’agire di Bodrato nel corso della sua lunga carriera politica, dalle aule del Consiglio comunale di Torino (1958) al mandato europeo (1999). Al racconto degli eventi, delle scelte e delle esperienze vissute si alternano riflessioni illuminanti che offrono al lettore categorie interpretative utili a rileggere alcuni passaggi cruciali della storia italiana, come gli anni del terrorismo e i tragici giorni del rapimento Moro. Una serie di lezioni di politica e di vita, consegnate alle nuove generazioni affinché, attraverso la memoria di un passato non troppo lontano ma spesso misconosciuto, se non dimenticato, possano orientarsi nel nostro travagliato presente con lo sguardo rivolto al futuro. Presentazione di Luca Rolandi. Postfazione di Gianfranco Astori.
15,00

Il partigiano Gugia, ribelle per amore

Il partigiano Gugia, ribelle per amore

Cornelio Fornasari

Libro: Libro in brossura

editore: Editrice Tipografia Baima-Ronchetti

anno edizione: 2025

pagine: 320

"Il partigiano Gugia, ribelle per amore", ci consegna, per la prima volta, le pagine del diario incompiuto di Cornelio Fornasari, nome di battaglia “Gugia”, che tra il luglio 1944 e il maggio 1945 combatté nelle file della 76ª Brigata Garibaldi, attiva tra Piemonte e Valle d’Aosta. Attraverso una scrittura vibrante e riflessiva, che intreccia la dimensione collettiva della lotta di Liberazione con la profondità dei tormenti morali di un “ribelle per amore”, l’autore offre un documento umano di straordinaria importanza per lo studio della Resistenza. L’opera illumina una dimensione a lungo marginalizzata dalla storiografia resistenziale: la partecipazione diretta dei cattolici nella lotta contro l’oppressione. La narrazione è animata dalla memoria di figure emblematiche della Resistenza, come Teresio Olivelli, autore della Preghiera del ribelle, Gino Pistoni (Ginas), dirigente della Giac di Ivrea e martire cattolico, ucciso durante un rastrellamento tedesco nella valle del Lys, Walter Fillak (Martin) e Ugo Macchieraldo (Mak), comandanti partigiani catturati a Lace e impiccati pochi giorni dopo a Cuorgnè e Ivrea.
18,00

Dall'appello ai Liberi e forti al congresso di Torino. Il Partito popolare italiano (1919-1923)

Dall'appello ai Liberi e forti al congresso di Torino. Il Partito popolare italiano (1919-1923)

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Lavoro

anno edizione: 2024

pagine: 116

Questo volume – che raccoglie gli Atti del convegno organizzato a Torino in occasione del Centenario della nascita del Partito popolare italiano – si colloca alla fine di un percorso di ricerche e di studi dedicati dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin alla breve ma intensa vicenda del Partito sturziano: «l'avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo», secondo l'autorevole parere di Federico Chabod. L'arco cronologico dei saggi qui pubblicati parte dall'atto di nascita del Partito popolare italiano, l'Appello «ai liberi e forti» diffuso il 19 gennaio del 1919, per chiudersi con il IV Congresso che si svolge a Torino tra il 12 e il 14 aprile del 1923. Il clima è infuocato: nell'autunno, la città aveva vissuto giornate di sangue e di terrore che avevano lasciato il segno. Nella relazione di apertura intitolata La funzione storica del Partito Popolare Italiano, Luigi Sturzo indica con chiarezza il compito storico del suo partito: «realizzare entro la vita pubblica e con l'esercizio delle attività civili» un pro- gramma «in antitesi al liberalismo laico, al materialismo socialista, allo Stato panteista e alla nazione deificata». Il prete di Caltagirone non ha dubbi: i popolari non debbono «avallare una cambiale in bianco» al fascismo. E traccia con nettezza la linea dell'intransigenza. La maggioranza del partito si schiera con lui, riconfermandolo segretario. Ma, come è noto, questa linea – che segna l'inconciliabilità assoluta e profonda tra l'etica cristiana e il fascismo – non reggerà alla prova nelle aule parlamentari. I saggi qui pubblicati affrontano da prospettive diverse, ma ugualmente rilevanti, la breve e intensa parabola del Partito popolare italiano riuscendo a «fornire», come scrive Gianfranco Morgando nella Presentazione che apre il volume, «un contributo non comune alla riflessione storiografica su una stagione costituente del cattolicesimo politico italiano». Da queste pagine emergono non solo le dimensioni nazionale e regionale ma anche quella europea poiché le vicende storiche del movimento politico dei cattolici italiani sono strettamente intrecciate con quelle del cattolicesimo politico europeo, caratterizzato da una pluralità di esperienze che presentano tratti comuni ma anche differenze significative. All'interno di questo contesto il programma del Partito popolare italiano appare il più avanzato «per la netta accettazione del sistema democratico e rappresentativo, per la distinzione dell'organizzazione politica dalla struttura ecclesiale e per l'autonomia nei confronti della gerarchia». E proprio sulle esperienze di questo straordinario «laboratorio» si fonderà il protagonismo politico dei cattolici nell'Europa del secondo dopoguerra. I popolari, Sturzo in testa, hanno saputo tenere alta «la bandiera della libertà nell'esilio, nell'opposizione al fascismo e infine nella partecipazione alla Resistenza. Hanno riscattato le ambiguità e i trasformismi di tanta parte del mondo cattolico italiano. Lo hanno fatto perché, come testimoniano le pagine che pubblichiamo, erano un partito che affondava le proprie radici in una filosofia della storia e in una cultura politica». Un richiamo, «nei tempi di pragmatismo che stiamo vivendo», che dimostra l'importanza e l'attualità del popolarismo e il senso profondo di questo lavoro. Presentazione di Gianfranco Morgando.
14,00

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