Libri di Niccolò Sanesi

“Il filo conduttore di questi testi è proprio quello della tristezza che si scopre fantasia, della fantasia che si scopre passione, della passione che si scopre vita. Perché alcune cose cambiano, mentre altre non cambiano mai.” “Mancare la felicità” parla di un giovane fragile, in depressione, che si risveglia nel tempo e col tempo, che scopre e ripensa alle relazioni come unico ponte di salvezza in un mondo veloce, incerto, competitivo. È un omaggio, anche, a chi la depressione non è riuscito a passarla, ma ha scritto di quel sentimento e in quel sentimento con tutta la sua anima poetica: Cesare Pavese. Non sono solo poesie, ma un vero e proprio percorso di guarigione, nel quale chi soffre o anche solo chi si pone alcune domande potrà trovare un motivo per capire perché mancare la felicità, cioè non riuscire ad acchiapparla, può essere un’ opportunità per ripensarla, ripensarci e ricredersi.

Cosa succede quando finisce un amore? Se lo domanda anche il protagonista senza nome, un ragazzo dal cuore spezzato che ci accompagna in un viaggio frammentario, fatto di pause, di sigarette mai terminate e di mancanze. La mancanza di una persona amata. La mancanza di un fratello che ormai non c’è più. Attraverso una poetica dolce e dolorosa, il ragazzo tenta di elaborare il lutto e la perdita di un amore all’interno un’ambiente astratto, fatto interamente di ricordi. Lei se n’è andata – esattamente come il fratello – mentre lui è rimasto ancora lì, intrappolato in queste memorie. Niccolò Sanesi torna con la sua poetica struggente, trasportando il lettore in una spirale fumosa di sensazioni familiari, facendo riprovare quel sentore di amore perso e mai più tornato. Talvolta servirebbe quasi un trucco di magia per andare avanti e ricominciare a vivere. Talvolta, invece, non basta. Come finirà il suo viaggio?

Diario di viaggio è il dialogo che un giovane uomo, alla ricerca della propria onestà, fa con se stesso. Una prosa spezzata, tra diaristica, poesia e saggistica, che racchiude in piccoli frammenti tre anni di distanze e conclusioni, inizi e desideri forse inappagabili. Un frammentario non-cronologico e non-consequenziale di esperienze, sentimenti e soprattutto sensazioni, scaturite dall’interfacciarsi del proprio sé con la propria generazione, con un mondo che produce immagini e rappresentazioni spezzate, così come appare spezzata la società dalla quale vengono attinte. Perché nonostante sia così omologata e uniforme, questa realtà la si percepisce come frammentata, disarcionante, intraducibile univocamente, anzi, dove l'interpretazione, quella che presume di detenere la chiave per la verità, risulta fallimentare.