Libri di P. Della Mea
La città possibile. Interventi su «L'Unità», 1988-1993
Ivan Della Mea
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 366
"Queste pagine di Ivan è giusto che si possano conoscere e ripercorrere sotto forma di libro. Ma per capirne il significato dobbiamo calarci nel momento in cui furono scritte, e non è difficile farlo tanto sono vive e vibranti. Gli articoli vanno dal 1988 al 1993, e tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta giungono a maturazione una serie di eventi: crolla l'URSS e implodono i partiti della prima Repubblica, emerge il leghismo e si affaccia il berlusconismo. Milano è il palcoscenico del nuovo che avanza, travolgendo speranze e valori. L'uguaglianza e la fratellanza, la dignità e la solidarietà appaiono anticaglie di cui vergognarsi. La scelta di Ivan è semplice e lineare: per resistere e combattere bisogna scavare nelle pieghe della vita quotidiana, contrastando il degrado di una società in preda allo smarrimento, battendo colpo su colpo la filosofia che ispira i nuovi e i vecchi padroni del vapore, i continui, sistematici, cedimenti di una sinistra senza più bussole, le politiche compiacenti verso il peggio che inquinano la vita della città. La battaglia di Ivan Della Mea, cittadino e giornalista, cantante, autore, organizzatore di cultura (dall'esilio di Sesto Fiorentino a cui è stato costretto il suo "de Martino"), ha precorso di molto i recenti sviluppi. Merita di essere conosciuta e apprezzata dai protagonisti di oggi e ricordata dai testimoni di ieri". Prefazione di Moni Ovadia.
Era necessario il capitalismo?
Hosea Jaffe
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2010
pagine: 154
Il capitalismo era così inevitabile come spesso si afferma e si suppone? Il modo di produzione capitalistico e la sua struttura sociale furono migliori o peggiori rispetto ad altri modi sperimentati dalle società umane? Jaffe cerca la risposta sul piano storico e su quello politico. Ripercorre a grandi tappe la storia delle maggiori aree del mondo e ne mostra le variate linee di sviluppo, interrotte tutte dall'impatto violento con il mondo dei soldati, degli amministratori, degli imprenditori, che dall'Europa e poi anche dagli Stati Uniti d'America si impadronirono dei loro commerci e della loro economia, determinandone le trasformazioni politiche e sociali. Questo dominio produsse innumerevoli vittime, distrusse città e opere d'arte, destrutturò economie e reti di commercio, con un bilancio che resta fortemente negativo per la maggior parte del mondo, che lo subì. Dall'inizio e fino ad oggi, prima il colonialismo, poi l'imperialismo alimentano in modo decisivo il capitalismo occidentale. Questo processo disegna la grande divisione tra i paesi che producono il plusvalore del mondo e i paesi che lo incassano. Marx capì l'importanza essenziale del colonialismo per la nascita del capitalismo, ma, contrariamente a Lenin, gli sfuggì il ruolo determinante che esso continuava ad avere, nella forma dell'imperialismo.
Abbandonare l'imperialismo
Hosea Jaffe
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2008
pagine: 90
Il mondo contemporaneo vede realizzato il più grande abbandono della storia dell'umanità: un "terzo mondo" costretto e abbandonato alla deriva dal "primo mondo". Abbandono è la scelta che un paese e una classe del "terzo mondo" fanno di abbandonare la propria posizione di dipendenza e desolazione per ritrovare la positività del proprio essere, la propria libertà. Abbandono è anche la loro scelta di abbandonare quanti -classi e nazioni, istituzioni internazionali e aziende multinazionali -si sono imposti nella loro vita economica e politica avviluppandoli nei legami della globalizzazione, commerciale e finanziaria, per tornare ad utilizzare in prima persona le proprie risorse e le proprie potenzialità. Abbandono è l'invito rivolto alla sinistra europea ad abbandonare la propria inerenza di nazione e di classe al "primo mondo", in particolare all'Europa, per costruire una relazione non imperialista con la maggioranza del mondo.