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Libri di Patrizia Baldieri

Tesori dal crinale del ginepro. Le profonde istruzioni-tesoro alla dākinī Yeshe Tsogyal

Tesori dal crinale del ginepro. Le profonde istruzioni-tesoro alla dākinī Yeshe Tsogyal

Padmasambhava

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 180

Una raccolta di insegnamenti della tradizione dzogchen del buddhismo tibetano, così eccellenti da essere definiti terma o ‘tesori nascosti’. Queste istruzioni-tesoro contengono autentici punti chiave sul piano concettuale e istruzioni sulla pratica: la preziosità consiste nel fatto che nella loro completezza offrono l’essenza di molti altri insegnamenti. Per loro tramite Padmasambhava, insigne maestro buddhista dell’VIII secolo, trasmette tutta la sua saggezza e perfezione spirituale a Yeshe Tsogyal, sua discepola e compagna tantrica, considerata l’emanazione di un buddha femminile. In forma di dialogo, la ‘Regina del lago’ pone al ‘Nato dal loto’ (il racconto agiografico vuole che Padmasambhava sia nato con le sembianze di un bambino di otto anni da un fiore di loto galleggiante sul lago Dhanakośa, nel regno di Oḍḍiyāna) numerosi quesiti diretti a chiarire i metodi per liberare la mente da tutti gli ostacoli e gli oscuramenti interiori che determinano l’umana sofferenza e dunque il persistere dell’esistenza samsarica. Le risposte del maestro mostrano puntualmente come l’unica via che porta al risveglio della mente, per sua natura primordialmente pura e incontaminata, sia la visione della vacuità, da raggiungere attraverso la pratica meditativa. Tuttavia, la vacuità senza la compassione non è mai indicata come strada che conduce all’illuminazione. Per ottenere i migliori risultati, esorta Urgyen Rinpoche negli insegnamenti introduttivi, è bene unire alla comprensione della vacuità una genuina devozione e compassione, che sono come il calore estivo che scioglie i ghiacci dell’inverno, vale a dire i mezzi più efficaci. Queste, negli insegnamenti della Grande perfezione o dzogchen, diverranno devozione spontanea e compassione senza sforzi verso tutti gli esseri. Prefazione del traduttore dal tibetano di Erik Pema Kunsang. Insegnamenti introduttivi di Tulku Urgyen Rinpoche.
18,00

L'arte di trasformare la mente. La pratica tibetana del lojong

L'arte di trasformare la mente. La pratica tibetana del lojong

B. Alan Wallace

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2024

pagine: 264

Questa nuova edizione del Buddhismo come atteggiamento mentale è stata completamente rivista ed è stata ampliata dall’autore con la traduzione dal tibetano di tre brevi testi di Atisa. La vera natura della realtà, secondo una classica metafora buddhista, è simile a quella dell’arcobaleno: quanto più la si esamina da vicino, tanto più svanisce alla vista. I fenomeni, nell’ipotesi buddhista, non esistono in modo oggettivo e indipendente dalle nostre percezioni: c’è in essi una componente soggettiva senza la quale non esisterebbero. Una simile affermazione scuote le fondamenta stesse della visione occidentale della realtà. La pratica del lojong, che come ogni insegnamento buddhista si basa su questa concezione, è fondata su una serie di aforismi che costituiscono un vero e proprio ‘allenamento dell’atteggiamento mentale’ (da lo, che significa ‘atteggiamento, mente’, e jong, ‘allenare, purificare’). Insegnato dal saggio Atisa mille anni fa, l’Allenamento mentale in sette punti è contestualizzato da Wallace nell’ambito del mondo occidentale, risultando così del tutto attuale anche nel XXI secolo. Per non essere trascinati da problemi, angosce, fugaci desideri e frustrazioni della vita quotidiana sorge la necessità di ‘riallineare’ i nostri atteggiamenti, così come si ‘riallinea’ una spina dorsale storta. Il lojong costituisce in tal modo una sorta di breviario quotidiano da applicare concretamente in ogni situazione della vita, per trasformare ogni esperienza, positiva o negativa, in uno strumento di evoluzione spirituale. A proposito dell’allenamento mentale, Sua Santità il Dalai Lama ha affermato: “Questa pratica è tenuta in grande considerazione in Tibet, e nel corso dei secoli è stata commentata dai maestri di tutti i lignaggi. Essa racchiude l’essenza del buddhismo tibetano. Le tecniche semplici ma efficaci per allenare la mente a sviluppare l’attenzione per gli altri e a trasformare le avversità in vantaggio sono diventate di fatto parte dello spirito tibetano”.
22,00

Un sentiero verso la libertà. Istruzioni pratiche sull’unione di Mahāmudrā e Atiyoga

Un sentiero verso la libertà. Istruzioni pratiche sull’unione di Mahāmudrā e Atiyoga

Karma Chagmé

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2022

pagine: 296

Un’opera che raccoglie testi scelti tra gli insegnamenti più alti e profondi del buddhismo tibetano, la Mahāmudrā e l’Atiyoga, composta nel XVII secolo dal monaco Karma Chagmé, commentata da Gyatrul Rinpoche e tradotta da B. Alan Wallace. Perché oggi abbiamo bisogno di leggere questi testi? Che rilevanza hanno nel presente? Una parte della risposta arriva proprio da un commento di Gyatrul Rinpoche, lama tibetano che detiene oggi lo stesso lignaggio di Karma Chagmé: “A differenza del sole e della luna che possono essere studiati con un telescopio, la natura della mente non può essere oggettivata o afferrata concettualmente”. Ma se la mente non si può afferrare concettualmente, come potremo mai comprenderla? I testi qui presentati, che riportano insegnamenti e istruzioni pratiche su come attingere la reale natura della mente, sono rilevanti per chi pratica meditazione, per il ricercatore spirituale e per chi si occupa dello studio della mente a ogni livello, perché forniscono numerosi spunti di comprensione visti da un’angolazione nuova, diversa rispetto alle indagini strettamente logiche e razionali cui la ricerca odierna ci ha abituati. Ci raccontano di un’esperienza che è nondimeno ripetibile e valida nell’esistenza di molti. Che cosa significa che la mente è senza nascita e priva di elaborazione concettuale? Che cosa significa che la mente ha una natura luminosa ed è libera come lo spazio? Queste realtà possono davvero essere sperimentate per conseguire uno stato fuori dall’ordinario, che spalanchi un grado di libertà mai conosciuto, una pace e una gioia indefettibili?
28,00

Il loto bianco. Una spiegazione della «Preghiera in sette versi» a Guru Padmasambhava

Il loto bianco. Una spiegazione della «Preghiera in sette versi» a Guru Padmasambhava

Jamgön Mipham

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2021

pagine: 156

Jamgön Mipham commenta in questo testo la famosa “Preghiera in sette versi a guru Padmasambhava”, potente espressione devozionale della tradizione dzogchen, cogliendone i significati più profondi. La figura di Padmasambhava, il ‘Prezioso Guru’, è di importanza fondamentale per la diffusione del buddhismo in Tibet nell’VIII secolo. Venerato nella scuola Nyingmapa come secondo Buddha, ha espresso molti dei suoi insegnamenti sotto forma di tesori nascosti (terma). Tra le preghiere a lui rivolte la più importante è di certo la “Preghiera in sette versi”: non solo perché è una potente invocazione, ma perché ogni sua parola è pervasa da un significato nascosto. Mipham Rinpoche mostra come questa preziosa invocazione contenga tutto il Mantra segreto in forma concentrata. Il suo commento si snoda su un triplice piano: viene dapprima analizzato il significato esteriore, o letterale, poi quello interiore e infine viene disvelato quello segreto, o esoterico. L’invocazione guida a una dimensione di verticalità e ascesi, in cui la mente contempla aspetti sottili della realtà che a poco a poco si offrono al discepolo che sia pronto a entrare nella visione. È probabile che il testo sia un terma della mente, sorto all’improvviso nel flusso mentale di Jamgön Mipham, e come tale costituisca di fatto un insegnamento dello stesso Padmasambhava. La natura sublime del testo potrà illuminare il percorso di praticanti e studiosi che sentano una connessione spirituale con questa tradizione.
14,00

Osserva da vicino. Le quattro applicazioni della presenza mentale

Osserva da vicino. Le quattro applicazioni della presenza mentale

B. Alan Wallace

Libro: Libro in brossura

editore: Astrolabio Ubaldini

anno edizione: 2021

pagine: 304

Le quattro applicazioni della presenza mentale sono al centro degli insegnamenti di base del Buddha sulla coltivazione della visione profonda (vipaśyanā). Egli le descrive come un sentiero diretto in grado di condurre immediatamente alla liberazione, alla guarigione totale e irreversibile di tutte le afflizioni mentali. Il Buddha formulò le quattro applicazioni strette della presenza mentale come un antidoto ai quattro fraintendimenti abituali che generano sofferenza nella vita di ogni giorno: confondere l’aggregazione dei fenomeni fisici e mentali che chiamiamo ‘corpo’ con la dimora di un sé reale; scambiare per vera felicità i sentimenti suscitati dalle apparenze fenomeniche; considerare la mente come un sé reale; prendere le apparenze fenomeniche per oggetti reali. Una vita basata su questi comuni fraintendimenti alimenta inconsapevolmente un circolo vizioso di sofferenza. Al contrario, un’attenta presenza mentale al corpo, ai sentimenti, agli eventi mentali e a tutti i fenomeni permette di osservare con chiarezza sempre maggiore la vera natura di queste cose, e di scoprire che sono illusorie, non reali, mere designazioni del linguaggio. La capacità di coltivare e sostenere la presenza mentale offre profondi e indiscussi benefici nella vita di tutti i giorni. In questo libro le quattro applicazioni della presenza mentale riguardanti il corpo, i sentimenti, gli eventi mentali e i fenomeni vengono analizzate singolarmente e corredate di un cospicuo numero di meditazioni guidate. Grazie alla sua esperienza come monaco, come studioso e come contemplativo, Wallace offre al lettore una sintesi particolarmente efficace di un’ampia gamma di pratiche provenienti dalle tradizioni buddhiste theravada, mahayana e dzogchen. Un testo adatto anche a chi si avvicina per la prima volta a queste potenti meditazioni trasformative.
29,00

La liberazione spontanea. Insegnamenti sui sei bardo. Un completamento del Libro tibetano dei morti

La liberazione spontanea. Insegnamenti sui sei bardo. Un completamento del Libro tibetano dei morti

Padmasambhava

Libro: Libro in brossura

editore: Le Lettere

anno edizione: 2019

pagine: 351

Nella vita e nella morte, nella meditazione e nel sonno, ogni fase transizionale della coscienza, o bardo, offre un’opportunità per superare limitazioni, frustrazioni, e paure. I profondi insegnamenti di questo libro offrono le istruzioni e la conoscenza necessarie per trasformare ogni fase della vita in un’opportunità di liberazione naturale, non forzata. Come il Libro tibetano dei morti, Liberazione Naturale è un terma, un “tesoro nascosto” attribuito al maestro dell’VIII secolo noto come Padmasambhava. Il lucido commento di Gyatrul Rinpoche accompagna il testo, chiarendo il sentiero che porta all’illuminazione perfetta. Liberazione Naturale è un contributo essenziale sia per praticanti che per studiosi del buddhismo tibetano.
23,00

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