Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Libri di R. Boi

Nulla è nero

Nulla è nero

Claire Berest

Libro: Copertina morbida

editore: BEAT

anno edizione: 2022

pagine: 224

Tutto è allegria, tutto è politica, tutto abbatte i pudori e i tabù alle serate mondane di Tina Modotti. Frida ha conosciuto Tina quando, liberatasi del busto in cui, dopo l'Incidente, era racchiusa come una crisalide, ha cominciato a bazzicare la sede del Partito comunista messicano. Con il suo naso italiano, il suo petto scultoreo, il ritmo ciarliero del suo eloquio staccato, Tina ha aperto subito una breccia nel suo cuore. Ed è a una delle serate di Tina che Frida vede per la prima volta Diego Rivera, el gran pintor del Messico, l'artista che, con Orozco e Siqueiros, ha portato la pittura fuori dai salotti borghesi, ha ritrovato la vocazione del colore e della smisuratezza, ha dipinto meravigliosi affreschi in cui uomini e donne si ergono, fieri, a tre metri di altezza. Rivera è un uomo elefantesco, dall'agilità contro natura, che suscita, tuttavia, un sapore immediato di proibito. È, soprattutto, una figura irresistibile per Frida, che non esita, nei giorni successivi, a presentarsi al suo cospetto da sola, senza soggezione. Lei, la meticcia di Coyoacán con vent'anni di meno, la schiena spezzata e le gambe arrugginite, al cospetto del grande pittore. La passione esplode immediata. Frida non ha timore a concedersi a quell'uomo che ha dieci vite di vantaggio su di lei; gli racconta del tragico Incidente, dello schianto dell'autobus e del suo corpo. Gli mostra le sue opere. Diego coglie la forza inusitata che anima quella ragazza e i suoi dipinti, l'ostinazione a vivere e ad amare al di là di ogni capriccio del destino. "Nulla è nero" è un romanzo che narra la storia d'amore tra due figure iconiche del Novecento, il racconto di una passione tumultuosa e, insieme, di un secolo di furori, speranze, ideali e disillusioni. Un secolo in cui l'intensità della vita valeva più della vita stessa.
12,50

Abbecedario della saggezza

Abbecedario della saggezza

Christophe André, Alexandre Jollien, Matthieu Ricard

Libro: Copertina morbida

editore: BEAT

anno edizione: 2021

pagine: 271

Un monaco buddhista, uno psichiatra e un filosofo: gli autori di "Tre amici in cerca di saggezza" e "A noi la libertà" si riuniscono ancora una volta per dare vita a una illuminante raccolta che presenti in forma breve, concisa e accessibile tutte le massime e le riflessioni scaturite dai loro discorsi. Sotto forma di testi brevi e disposte in ordine alfabetico, ecco centocinquanta parole per navigare in quel mare spesso impetuoso che è l'esistenza: ansia, denaro, rabbia, ecologia, infelicità, ottimismo, pace, solidarietà, vulnerabilità, interdipendenza, sobrietà, ansia, resilienza... ma non solo. L'Abbecedario della saggezza comprende temi nuovi come la biofilia (o amore per la vita), il fallimento, l'equanimità, lo stupore, Gesù e Buddha, l'ideale, il successo, le ricadute, l'invecchiamento e diversi altri. Un tentativo riuscito di definire o quantomeno delineare - la saggezza e affrontare la vita nel migliore dei modi.
18,00

Momo a Les Halles

Momo a Les Halles

Philippe Hayat

Libro: Copertina morbida

editore: BEAT

anno edizione: 2017

pagine: 348

Una scatola di biscotti con dentro centoquarantatré franchi, l'abito buono indossato per festeggiare il diploma di terza media, un paio di oggetti di scarso valore gettati alla rinfusa in una borsa: ecco tutto il patrimonio che Maurice, detto Momo, e Marie Moscowitz, rispettivamente quattordici e undici anni, riescono a portarsi via il giorno d'agosto del 1941 in cui scappano come ladri dalla loro casa di rue des Érables a Parigi, accompagnati da Monsieur Surreau, piombato in piena notte nell'appartamento per condurli in salvo. Nel 1941, in Francia, basta avere in tasca una carta d'identità barrata con la parola "ebreo" per essere deportati. Dopo un controllo ai documenti, papà Moscowitz è stato arrestato mentre passeggiava per le strade della capitale. Della madre dei ragazzi, invece, non si sa nulla. Raccomandando ai ragazzi di scegliersi opportunamente "un cognome che suoni francese", Monsieur Surreau li deposita nella soffitta di un palazzo nei pressi di Les Halles, il mercato di vendita all'ingrosso del primo arrondissement. In quel luogo angusto, tuttavia, Momo e Marie non sono destinati a una triste esistenza clandestina. Un mondo nuovo e affascinante si schiude davanti ai loro occhi: il regno di Bulle e delle sue amiche. Un regno la cui regina incontrastata è l'affascinante, generosa Bulle, più bella di Marlene Dietrich per Momo, con le sopracciglia che tracciano due grandi archi rossi sopra gli occhi verdi e il naso dritto e sottile.
10,00

Il goal più bello è stato un passaggio. Scritti sul calcio

Il goal più bello è stato un passaggio. Scritti sul calcio

Jean-Claude Michéa

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 137

In Il mio amico Eric, il celebre film di Ken Loach, a Eric Bishop, il working class hero dell'opera, che gli chiede quale fosse il goal più bello della sua carriera, Eric Cantona risponde: «Il mio goal più bello? È stato un passaggio!». La battuta geniale di Cantona figura non a caso come titolo di questo libro di Jean-Claude Michéa, che raccoglie tre suoi scritti sul gioco del calcio. Il libro, infatti, non è altro che un omaggio che il filosofo francese ha voluto rivolgere al calcio come passing game, come gioco d'attacco che, dalla fine del XIX secolo, caratterizza l'essenza stessa di questo sport operaio e popolare. Michéa si sofferma su molteplici aspetti culturali, economici e sociali del calcio moderno. Tratta della storica avversione e, all'opposto, della recente ammirazione degli intellettuali per questo sport, mostra quale fonte di profitti straordinari esso sia diventato. Non nega nemmeno che l'industria del calcio contemporaneo funzioni essenzialmente come un «oppio del popolo», e che una gradinata o una curva di ultras dia sicuramente un'immagine molto deprimente del potere dell'alienazione. Tuttavia, per lui, il calcio moderno costituisce anche e ancora - secondo la celebre espressione di Antonio Gramsci - un «regno della lealtà umana esercitata all'aria aperta», un regno che continua a suscitare entusiasmo tra le classi popolari.
12,50

Ritorna

Ritorna

Samuel Benchetrit

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 238

Nell'odierna Parigi, ogni notte, uno scrittore affida ai propri quaderni una dettagliata lista di buoni propositi che al mattino, passati i fumi dell'alcol, si rivelano del tutto avventati. Da quando suo figlio è partito per un lungo viaggio attraverso il mondo, l'uomo trascorre le sue giornate chiuso in casa a guardare squallidi reality show e a tentare invano di mettere mano al libro per il quale, dopo il discreto successo del suo primo romanzo, "Cemento armato", ha già ricevuto l'anticipo dall'editore. Non soltanto l'ispirazione latita, ma ogni estro creativo sembra essersi irrimediabilmente dileguato. La piatta esistenza in cui si trascina, tra funzionari dell'Agenzia delle entrate che gli stanno con il fiato sul collo e velenose telefonate della sua ex moglie, sembra giunta a un punto di svolta quando un produttore televisivo lo contatta per dirgli di voler trarre una serie da "Cemento armato" e, com'è consuetudine in simili circostanze, gli chiede una copia del romanzo. L'unica copia in possesso dell'autore è, però, quella del figlio, una copia intoccabile. Dal momento che nessuna libreria di Parigi e dintorni sembra avere il libro a scaffale, lo scrittore decide di ordinare l'agognato romanzo su Amazon. Un'impresa che si rivelerà ben più ardua del previsto e che lo trascinerà, suo malgrado, fino alle porte di una casa di riposo in periferia, dove una sua anziana ammiratrice ne conserva gelosamente un esemplare. Il piano dello scrittore è semplice: presentarsi a quella donna, passare qualche momento con lei, fare una foto qualora insista, e convincerla a prestargli la copia del libro per mandarla al produttore televisivo. Ma le cose non andranno esattamente come previsto e il nostro eroe si imbarcherà in una serie di rocambolesche avventure che, tra portinaie scorbutiche, contadini sciancati, corrieri fantasmi e un'anatra, lo condurranno verso strade del tutto inaspettate.
17,00

Economia dell'odio

Economia dell'odio

Alain Deneault

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2019

pagine: 220

I saggi che seguono ruotano tutti attorno alla questione della censura nella nostra epoca, e muovono tutti dalla constatazione che sono lontani i tempi in cui la censura era fatta di inganni semplici, come la contraffazione dei dati, le false competenze o l'alterazione delle narrazioni. Viviamo pienamente, per Alain Deneault, nel mondo del famoso aforisma di Guy Debord, il mondo realmente rovesciato in cui «il vero è un momento del falso». I nuovi censori hanno perciò sviluppato delle tecniche complesse e sofisticate di propaganda, di marketing e di comunicazione. La censura è diventata una sottile arte della finzione. Un'arte del discorso capace di far prevalere i target di crescita sulla catastrofe ecologica che pure è sotto gli occhi di tutti, o di fare in modo che i nostri spazi onirici siano talmente pieni di auto di lusso e di slogan pubblicitari che ce li ritroviamo in bocca di continuo attraverso lapsus verbali sempre più frequenti. La censura è diventata qualcosa di intimo, qualcosa che è penetrata nella sfera del preconscio di ognuno di noi. Al punto tale che quest'arte della finzione ha generato la rimozione più grande: la rimozione dell'odio da parte dell'economia. Nei consuntivi contabili destinati ai pochi privilegiati dell'economia mondiale figurano, è noto, anche l'espropriazione delle terre, dei pesci, dei diritti e dell'onore di popolazioni intere, il sostegno alle dittature, la fornitura di armi ai signori della guerra. Queste attività, tuttavia, non sono mai iscritte nella categoria dell'odio. L'odio è rimosso. Le colonne di cifre sostituiscono quelle dei carri armati. La guerra brutta e cattiva è relegata ai libri di storia: esiste solo quella tecnologica e asettica fatta coi droni. Il linguaggio pubblico è fatto di concorrenza, di crescita, di governance, di trasparenza, mai di decadenza o di declino. Le passioni tristi soggiacenti alla lingua dei numeri della nostra epoca non appaiono sotto nessuna luce. L'economia dell'odio coltiva il silenzio e il buio e, là dove riesce, per Deneault, a imporre la sua legge, allora censura psichica, autodafè legalizzato e ottundimento attraverso l'abbondanza sono d'obbligo. Riportare alla luce ciò che essa rimuove è il compito del pensiero critico, di cui questo libro costituisce uno degli esempi migliori.
17,00

Mitologie economiche

Mitologie economiche

Éloi Laurent

Libro

editore: BEAT

anno edizione: 2020

pagine: 128

«L'economia è diventata la grammatica della politica. Col suo uso e le sue regole condiziona il linguaggio, la parola pubblica, il cui libero arbitrio si limita ormai alla scelta del vocabolario, della retorica e dell'intonazione». Da questa oggettiva constatazione dello stato di cose presenti muove la riflessione contenuta in questo libro, che ha di mira un obiettivo determinato: mostrare come la grammatica economica non sia affatto una scienza o un'arte, ma piuttosto una mitologia, un credere comune in un insieme di rappresentazioni giudicate degne di fede. Come ogni religione e culto della fatalità, l'analisi economica mette oggi infatti in scena un universo angoscioso, fatto di vincoli, di costrizioni, di rifiuti, di punizioni, di rinunce e di frustrazioni. Risponde «non si può» quando i cittadini dicono «noi vogliamo». Riduce i progetti, le ambizioni e i sogni a questioni falsamente importanti: «quanto costa?», «quanto rende?». Segna la fine delle alternative e avvelena, infine, lo spirito democratico, poiché chi ha poteri di governo si sente obbligato a invocare le mitologie economiche per rafforzare la propria autorità e credibilità. Analizzando e decostruendo tre discorsi oggi dominanti che si servono di miti economici per renderci miopi rispetto alle vere sfide del nostro tempo - il neoliberismo in fase terminale, la social-xenofobia emergente e l'ecoscetticismo irriducibile - Éloi Laurent dimostra come l'economia sia una modernità superata che «pretende di essere una spinta permanente al cambiamento e alla riforma» e, invece, «racchiude gli individui e i gruppi nel mondo così com'è, screditando le dissidenze e soffocando i pensieri nuovi».
10,00

Nulla è nero

Nulla è nero

Claire Berest

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2020

pagine: 224

Tutto è allegria, tutto è politica. Tutto abbatte i pudori e i tabù alle serate mondane di Tina Modotti. Frida l'ha conosciuta quando, liberatasi del busto ortopedico in cui, dopo l'Incidente, era racchiusa come una crisalide, ha cominciato a bazzicare la sede del PCM, il partito comunista messicano. Con il suo naso italiano, il suo petto scultoreo, il ritmo ciarliero del suo eloquio staccato, Tina ha aperto subito una breccia nel suo cuore. A una serata particolarmente festosa della fotografa italiana, dove si beve, si sbraita, si canta, e si ride più del solito, Frida vede per la prima volta Diego Rivera, el gran pintor del Messico, l'artista che, con Orozco e Siqueiros, ha portato la pittura fuori dai salotti borghesi, ha ritrovato la vocazione del colore e della smisuratezza, ha dipinto meravigliosi affreschi in cui uomini e donne si ergono, fieri, a tre metri di altezza. È un pachiderma o, meglio, una piovra dai tentacoli ammalianti, un uomo elefantesco dall'agilità contro natura, un ammasso di carne rosea che suscita, tuttavia, un sapore immediato e irresistibile di proibito. È, soprattutto, una figura irresistibile per Frida, che non esita, nei giorni successivi, a presentarsi al suo cospetto da sola, senza soggezione. Lei, la meticcia di Coyoacán che ha vent'anni di meno, la colonna spezzata, le gambe arrugginite, al cospetto del grande pittore. La passione esplode immediata. Frida non ha timore a concedersi a quell'uomo, un gigantesco totem che ha dieci vite di vantaggio su di lei. Gli racconta della sua esistenza, del tragico Incidente dello schianto dell'autobus e del suo corpo. Gli mostra le sue opere. Diego comprende subito che una forza inusitata anima quella piccola meticcia di Coyoacán, un'ostinazione a vivere e ad amare al di là di ogni capriccio del destino. "Nulla è nero" è un romanzo che narra la storia d'amore tra due figure iconiche del Novecento. È dunque il racconto di una tumultuosa, turbolenta passione e, insieme, di un secolo di furori, speranze, ideali e disillusioni. Un secolo in cui l'intensità della vita valeva più della vita stessa.
18,00

Storia di una donna libera

Storia di una donna libera

Françoise Giroud

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2014

pagine: 217

"Io sono una donna libera. Sono stata, e dunque posso essere, una donna felice... Esiste qualcosa di più raro al mondo?" Inizia con queste parole il testo autobiografico che la giornalista Françoise Giroud decide di scrivere nell'estate del 1960 nella casa al mare degli amici Hélène e Pierre Lazareff, a Lavandou, cento chilometri a est di Marsiglia. Ma come può parlare ancora di felicità una donna che ha sofferto "la separazione intollerabile" dall'uomo della sua vita, il collega Jean-Jacques Servan-Schreiber? Come può parlare ancora di libertà dopo essere stata costretta a lasciare il settimanale L'Express, il primo periodico innovativo europeo che lei stessa aveva fondato assieme al compagno; e, soprattutto, dopo la depressione e la fuga forzata da Parigi verso la Provenza e poi verso Capri? Può farlo perché, come lei stessa dice, "essere libera vuol dire anche accettare di perdere". Pubblicato oggi per la prima volta, a cinquant'anni dalla sua stesura - con una prefazione dell'amica e collega Alix de Saint-André - "Storia di una donna libera" non è un manifesto femminista né il classico testo carico di risentimento di una donna in ginocchio, ma l'atto lucido e coraggioso di un'intellettuale che vuole ripercorrere la propria vita allo scopo di esorcizzare il dolore di una perdita ma, soprattutto, lo spettro del fallimento...
18,00

Mio figlio perduto

Mio figlio perduto

Aicha El-Wafi

Libro: Libro in brossura

editore: Piemme

anno edizione: 2008

pagine: 276

"Il 13 settembre 2001, la foto di mio figlio Zacarias Moussaoui ha fatto il giro dei telegiornali di tutto il mondo. Era accusato di essere il ventesimo terrorista del commando dell'11 settembre, io non ero preparata a questa prova. Ma la vita mi aveva già insegnato a combattere. Quel giorno non sono state solo le Torri a crollare. Anche la mia vita, i miei sogni e le battaglie per dare ai miei figli la possibilità di vivere liberi, tutto mi è apparso inutile. Sono stata costretta a sposarmi a 14 anni con un uomo che non conoscevo. Ho vissuto di umiliazioni e botte, anche mentre ero incinta, per anni, finché ci siamo trasferiti in Francia. Lì ho trovato la forza di lasciare mio marito. Ho trovato un lavoro e ho allevato i miei figli nella laicità e nel rispetto. Per questo vedere che Zacarias ha abbracciato proprio quelle idee che avevano rovinato la mia vita e da cui mi ero liberata a caro prezzo, è stato un colpo terribilmente duro. Quando è successo tutto, non lo vedevo da quattro anni e quando l'ho incontrato non lo riconoscevo più. Lui che era stato il più vivace e allegro dei miei figli, al processo insultava rabbiosamente la corte, gli ebrei, sbeffeggiava gli avvocati e il mondo. E io, che in aula ero seduta accanto a una donna che aveva perso il figlio nelle Torri, soffrivo per lei, per me e per mio figlio. Con quella donna ho stretto amicizia".
15,50

La bambina con i sandali bianchi

La bambina con i sandali bianchi

Malika Bellaribi

Libro: Libro in brossura

editore: Piemme

anno edizione: 2009

pagine: 236

Malika in arabo significa "regina", ma mai nome è stato così poco appropriato. Perché la piccola Malika è la settima di nove figli di genitori algerini emigrati in Francia e residenti nella bidonville di Nanterre. Un posto dove acqua e corrente elettrica non arrivano, e dove si è considerati ricchi se si ha un tappeto per scaldare il pavimento. Fatima, sua madre, l'ha sempre considerata l'ennesima bocca da sfamare, nuovi strilli da calmare, e poi non c'è il tempo per affezionarsi, che già è incinta un'altra volta. Malika impara presto a fare tutto in silenzio, a non dare fastidio, a non fare rumore, per evitare che nuovi lividi si aggiungano alle macchie bluastre che le segnano costantemente il corpo. Il calore di un abbraccio, la dolcezza di una ninnananna, Malika non sa cosa siano. Ma, al suo quarto compleanno, la mamma fa un gesto inaspettato: le regala un paio di sandaletti bianchi. Ed è per catturare un raggio di sole da far brillare sulle scarpe nuove che Malika si allontana dal negozio ed esce in strada. La luce la acceca, ma è così bello sentire il calore sulla pelle. E i sandaletti quasi si muovono da soli per unirsi al movimento della gente per strada. Poi, in un attimo, è il buio. Solo dopo scoprirà di essere stata investita. È l'inizio di un'odissea, tra ospedali, operazioni, e soprattutto, il rancore e l'odio della madre e della famiglia. Ma è anche la scoperta di un mondo nuovo, fatto di medici e di persone amorevoli che si occupano di lei e le regalano affetto.
15,50

Orgoglio e pregiudizio in Vaticano

Orgoglio e pregiudizio in Vaticano

Anonimo, Olivier Le Gendre

Libro: Copertina rigida

editore: Piemme

anno edizione: 2009

pagine: 412

La Chiesa oggi ha paura. Della scienza, della democrazia, della modernità. E invece di reagire confrontandosi con il nuovo, nega il progresso, si arrocca su posizioni arcaiche, vieta, sceglie ogni volta la conservazione. E oppone alle istanze di rinnovamento il dogma dell'infallibilità papale. Ripetendo all'infinito questi errori, la Chiesa sta marciando verso la sua fine. Rischia di parlare quasi più solo a se stessa, mentre la massa di fedeli la sente lontana e assente dai problemi del quotidiano, preoccupata di proteggere il proprio potere. Quando anche l'ultimo bacino di fedeli, il Terzo Mondo, tenderà a prosciugarsi grazie al miglioramento delle condizioni di vita, il piedistallo vacillerà. Non è un incallito anticlericale a formulare questa analisi, ma un uomo che della Chiesa fa parte, un cardinale che conosce bene tutti i recessi del Vaticano e degli ambienti ecclesiastici romani. Un uomo che ha vissuto in prima persona molte delle pagine più calde della storia recente e che, conservando l'anonimato, può raccontarne retroscena e conseguenze. La campagna antipreservativo, lo scandalo dei preti pedofili, lo sfarzo dei prelati, l'Opus Dei: l'analisi del cardinale intreccia l'attualità a riflessioni più complesse, che gettano lo scandaglio a fondo, dove fa male.
19,50

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.