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Libri di Renata Procacci

Gli enigmi della sfinge

Gli enigmi della sfinge

Renata Procacci

Libro: Copertina morbida

editore: Edimond

anno edizione: 2009

pagine: 136

La storia della Sfinge è stata tramandata alla cultura occidentale dalle pagine della letteratura greca e latina. Mitografi e poeti hanno scritto che era un monstrum, una creatura spaventosa, con un volto di fanciulla, "aveva un volto di bellezza divina, ma le sue zampe e il suo petto erano di leone"; "fanciulla che striscia, vola e cammina [...] è una donna alata se la guardi di fronte, nel mezzo è una belva fremente; dietro è un serpente attorcigliato". La sua figura impressionante si accompagnava ad un comportamento altrettanto terrificante; Diodoro Siculo scrive: "la bestia biforme proponeva a tutti un enigma, ma l'enigma era difficile da risolvere e molti [...] erano stati uccisi da lei". L'iconografia di questa creatura ci giunge tuttavia dall'Egitto: la gigantesca statua della piana di Gizah, il colosso, rappresenta il tipo maschile della Sfinge, ma nel corso di scavi archeologici attorno alla piramide del faraone Gedefra è emersa una statua di sfinge femminile, più antica del colosso di Gizah. In questo saggio l'autrice ripercorre le origini della leggenda su questa creatura analizzando le divinità dell'Egitto e l'importanza che esse hanno avuto per quella civiltà; poi passa ad esaminarla dal punto di vista della civiltà greca, in cui essa si è mescolata ai miti autoctoni, come a esempio quello di Edipo. La ricerca è esauriente e narrata con stile appassionato che tiene alta l'attenzione del lettore nella riscoperta di un mito senza tempo.
26,00

Viaggiatori nell'aldilà

Viaggiatori nell'aldilà

Renata Procacci

Libro: Copertina morbida

editore: Ibiskos Editrice Risolo

anno edizione: 2009

pagine: 184

Il più antico esempio che la letteratura occidentale ci abbia tramandato di un viaggio nell'aldilà compiuto da un vivente si trova nel libro XI dell'Odissea (VIII-VII sec. a.C.), dove è descritta la discesa agli Inferi di Ulisse; ma è dubbio che i visionari medievali o coloro che misero per iscritto il resoconto della loro esperienze lo conoscessero. È possibile invece che qualcuno di loro avesse dimestichezza con opere greche più recenti, quali la Repubblica di Platone o il Dèmone di Socrate e il Ritardo della vendetta divina di Plutarco che ci tramandano le esperienze ultraterrene di Timarco e Tespesio L'esame dei testi medievali rivela che avevano familiarità con Virgilio, Silio Italico, con le Apocalissi apocrife ebraiche e cristiane. (...) È un mondo inaspettato quello che, ampio e vario, si apre davanti ai nostri occhi allorché riprendiamo in mano queste opere dimenticate: un mondo ricco di umanità e insieme percorso in profondità dal senso del mistero divino, segnato dallo sgomento e al tempo stesso dall'attrazione verso le eterne problematiche poste dalla morte e dall'aldilà; ancora in grado di toccare le corde più profonde di quel che Jung definì "l'inconscio collettivo".
12,00

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