Libri di S. Battelli
Rembrandt. La sposa ebrea
Irving Lavin, Marilyn Aronberg Lavin
Libro: Copertina morbida
editore: Franco Cosimo Panini
anno edizione: 2005
pagine: 80
Chi sono i due sposi effigiati da Rembrandt in una delle sue prove più estreme e toccanti? E quale recondito significato si cela dietro il gesto protettivo con cui l'uomo cinge le spalle della moglie ponendole una mano sul seno? Scritta a due mani da due grandi storici dell'arte, una serrata indagine, condotta attraverso un'inedita rilettura del Cantico dei Cantici, dimostra come anche la particolare visione degli affetti umani fornita da Rembrandt nella celebre tela del Rijksmuseum nota come La sposa ebrea, risenta profondamente, in modo insospettabile, di una stringente relazione tra l'amore, l'arte e uno dei testi più toccanti delle Sacre Scritture: quello struggente libro del Vecchio Testamento che racchiude in sé il più antico tra tutti i vincoli umani, il rapporto tra amore spirituale e amore fisico. Anche Rembrandt, infatti, subì il fascino del Cantico, sebbene da un punto di vista differente e decisamente più moderno rispetto alla visione fornita da artisti del passato come Cimabue e Michelangelo. Nell'opera del grande maestro olandese, il canto d'amore, interpretato fin dal Medioevo come l'espressione della relazione ecclesiale tra Dio e l'uomo, riflette così una concezione dell'unione matrimoniale profondamente legata all'ideologia ebraica e protestante, mutandosi in un'accorata elegia della comunione dell'umanità con se stessa.
Lettere dall'esilio. Carteggio (1933-1973)
Gershom Scholem, Leo Strauss
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2008
pagine: 252
Uno sguardo superficiale alle opere di Gershom Scholem e Leo Strauss condurrebbe alla conclusione che non esiste uno stretto rapporto tra i due autori: infatti, che cosa potrebbero avere da dirsi lo storico delle religioni studioso della Kabbalah e il filosofo della politica che ha elaborato la teoria della scrittura reticente? In verità, Scholem e Strauss - nati in una Germania che si sarebbe avviata alle tragedie delle guerre mondiali e del nazismo - hanno condiviso molte vicende e inquietudini, simbolicamente rappresentate da tre città: Berlino (la cultura tedesca), Atene (la filosofia), Gerusalemme (l'ebraismo). Pensatori originali ed eterodossi, sempre sulla frontiera tra filosofia e religione, tra storia e politica, le loro lettere - che testimoniano un'amicizia e uno scambio intellettuale attraverso cui diventano leggibili molte vicende che hanno caratterizzato il Novecento - parlano di un esilio che non è solo politico o sociale, ma intrinseco alla condizione dell'uomo moderno che vive nell'epoca "del non più e del non ancora".

