Libri di S. Zarcone
La Fata Galanti
Giovanni Meli
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova IPSA
anno edizione: 2015
pagine: LVIII-582
"La Fata Galanti" (1762) è il primo poema in versi composto e recitato dal ventenne Giovanni Meli nella moderna accademia, la Galante Conversazione, che il principe di Campofranco aveva aperto nel suo palazzo di Palermo (oggi palazzo Valguarnera-Gangi) nel 1760.
Favuli morali
Giovanni Meli
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova IPSA
anno edizione: 2014
pagine: LXI-458
Le "Favuli morali" furono davvero l'ultima opera di Giovanni Meli? A testimoniarlo ci sarebbe l'ultima edizione delle Opere curate dallo stesso autore nel 1814 tra le quali esse videro per la prima volte la luce, ma la tradizione manoscritta sembrerebbe testimoniare una diversa, più complessa e tormentata costruzione del testo. L'edizione curata da Salvatore Zarcone ricostruisce questo percorso attraverso le varianti dei numerosi testimoni rimastici, certamente più numerosi delle altre opere dello scrittore palermitano, che documentano il lungo e complesso lavoro di elaborazione soprattutto dal punto di vista linguistico e della costruzione del discorso favolistico meliano. Meli fu di certo maestro in questo genere e forse, per riprendere almeno il giudizio di Francesco de Sanctis, il migliore dei nostri favolisti del Settecento, ma insieme è da sottolineare, oltre al volere e al significato poetico già abbondantemente documentato dalla tradizione, l'interesse sociale che sta alla base di queste composizioni. Le sopraffazioni, le ingiustizie, le iniquità, le azioni ingiuste e vili trovano ampia rappresentazione in un mondo in cui sono sempre i deboli a pagare, sempre gli umili a soccombere e spesso gli animali di Meli velano appena appena personaggi e situazioni reali della società coeva, fanno capo ad avvenimenti e situazioni ampiamente riconoscibili e individuabili nell'ancora duramente feudale società siciliana.
La Buccolica
Giovanni Meli
Libro: Libro in brossura
editore: Nuova IPSA
anno edizione: 2014
pagine: XXXV-322
Nella letteratura europea del Settecento l'antica tradizione della poesia pastorale conosce una ripresa vigorosa e viene reinterpretata alla luce di interessi del tutto moderni: la riflessione sull'ordine cosmico e il suo sistema di forze inaugurata dalle ricerche newtoniane, l'approccio filosofico allo studio del tempo naturale e del tempo storico (regolati entrambi da un andamento ciclico), la diffusione dei modelli di sviluppo economico fondati sulle teorie fisiocratiche. In questa nuova prospettiva si colloca anche il progetto de "La Buccolica" di Giovanni Meli, poema composto di egloghe e idilli in dialetto siciliano, suddiviso in quattro sezioni intitolate alle stagioni dell'anno e pubblicato fra il 1787 e il 1814. Sia nell'ampiezza che nella varietà dei metri e dei registri quest'opera rivela la felice disponibilità dell'autore ad assimilare e rifondere originalmente alcuni recenti esempi europei (da Pope a Thomson, da Saint-Lambert a Gessner) e l'illustre tradizione 'sicula', ricondotta con orgoglio a Teocrito.