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Libri di Salvatore Piermarini

Pathos

Pathos

Vito Teti, Salvatore Piermarini

Libro: Copertina morbida

editore: Rubbettino

anno edizione: 2020

pagine: 156

Un percorso lungo decenni, insieme fotografico, antropologico, letterario e affettivo. Un dialogo intenso e ininterrotto tra due attori dal quale riemergono, come lampi, immagini e testi carichi di emozione e di senso. Un discorso sulla memoria del Sud, delle periferie del mondo, dei paesi doppi dell'emigrazione e dei paesi abbandonati, delle loro rovine che nel racconto e nello sguardo fotografico si prova a salvare, perché non diventino macerie. Alla ricerca di un sentimento, il pathos, che ci aiuti a guardare ancora al futuro senza dimenticare il passato. Nell'intuizione di Salvatore Piermarini è proprio il pathos a legare parole e immagini di questo volume, fino al saggio conclusivo di Vito Teti, con il racconto delicato della "pena" della madre, in cui il sentimento prende l'intero ventaglio delle sue forme: compassione, pietà, premura, cura, attenzione, devozione. Un pathos che è senso dolente e drammatico, sacro, della vita; forza pietosa che accompagna lo sguardo sulle immagini di un tempo perduto, di persone e luoghi scomparsi, di gesti e comportamenti catturati camminando nel mondo, per capire e capirci, per incontrare l'altro e l'altrove.
19,00

Il perduto incanto. Indagini sulla fotografia

Il perduto incanto. Indagini sulla fotografia

Salvatore Piermarini

Libro: Libro in brossura

editore: Rubbettino

anno edizione: 2019

pagine: 448

Sui nostri schermi quotidiani, le immagini si moltiplicano, ma spariscono, perdendo il loro incanto. Con le sue indagini sulla fotografia, Salvatore Piermarini ci costringe a un corpo a corpo con quello che resta di ciò che per quasi due secoli abbiamo chiamato fotografia e che nell’era dell’immagine digitale è diventato tutt’altro. La fotografia come prova del mondo, di una presa sul reale, per quanto effimera, oggettiva, fugace, ha lasciato tracce preziose, che oggi rischiamo di perdere irrimediabilmente. La fine della camera oscura, della chimica che permetteva l’impressione duratura del mondo, presagisce così un futuro smemorato e un presente poco e male documentato. Ma non è solo di una perdita che ci parla Piermarini. Ci ritroviamo, infatti, a riflettere sull’esperienza della visione, l’importanza della visione, l’importanza dell’empatia e della pazienza, della sperimentazione visiva attraverso il racconto di ricerche e spedizioni sul campo e insieme ai maestri, primo fra tutti, Ugo Mulas, spirito guida, ancora oggi attualissimo e insuperato. È una confessione a tutto campo, condotta con gli strumenti, lo sguardo e le storie di un fotografo totale, che da mezzo secolo osserva il mondo inquadrandolo, anche quando non ha la macchina al collo. Nei frammenti di diario, tra le pagine dei taccuini, nelle riflessioni fenomenologiche, si dipana la biografia di uno sguardo. Quasi che Piermarini avesse voluto interpretare alla lettera il desiderio scabroso di Josef Koudelka che leggiamo in esergo al volume: «Voglio vedere tutto, voglio guardare tutto, voglio diventare uno sguardo».
24,00

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