Libri di Simone Mollica

Nel volume qui presentato sono state selezionate tre novelle di Mary Shelley: Metamorfosi, Il Mortale Immortale e L’Occhio del Diavolo. Queste novelle fanno parte del corpus prodotto da Shelley negli anni successivi a Frankenstein, quando l’autrice pubblicava racconti brevi in piccole raccolte intese come regalo, come il celebre The Keepsake, che di questi annuali era la versione più di successo. Questi racconti tendono a essere ambientati lontano dall’Inghilterra del XIX secolo, sia nel tempo che nello spazio. L’attenzione di Shelley, infatti, pare tendere verso quella che lei definiva come “la fragilità dell’identità individuale”, spesso sconvolta da eventi sovrannaturali che riflettono la rivoluzione interiore delle emozioni e del pensiero.

Scritto su suggerimento di William Wordsworth, il celebre poema di Coleridge parte dall’incontro fortuito tra tre gentiluomini e un vecchio marinaio dagli occhi spiritati e scintillanti. L’uomo di mare ammalia i suoi ascoltatori e racconta il suo viaggio da incubo verso il Polo Sud. Con l’uccisione sconsiderata di un albatros, uccello di buon auspicio, il vecchio marinaio porta sfortuna alla nave e a tutto il suo equipaggio, rimanendo l’unico sopravvissuto. Questa ballata, un vero e proprio manifesto del Romanticismo, continua a suggestionare il lettore moderno grazie alla sua atmosfera gotica e agli eventi soprannaturali controbilanciati dalla speranza di redenzione e dalla forza della creazione poetica.

I trentanove scalini è un classico romanzo di spionaggio pubblicato nel 1915. Questo avvincente thriller segue le vicende di Richard Hannay, un tranquillo ingegnere minerario scozzese che si trova coinvolto in una pericolosa cospirazione internazionale. Nel corso del romanzo, Hannay scopre indizi cruciali e cerca di prevenire il disastro imminente. La sua determinazione e la sua abilità nel camuffarsi lo aiutano a evitare la cattura e a radunare prove che potrebbero smascherare la cospirazione. Buchan crea un protagonista affascinante e un mondo in cui l’incertezza e il pericolo sono ovunque. Con questo romanzo, l’autore si inserisce di diritto nel panorama mondiale della scrittura come uno dei maestri del neonato genere del thriller, ispirando non solo molti autori, ma anche vari registi, tra cui Alfred Hitchcock.

Il Dizionario del Diavolo venne introdotto in un settimanale nel 1881 e continuò in modo saltuario a lunghi intervalli fino al 1906. Fu in quell'anno che una gran parte di esso venne pubblicato in un libro col titolo Il Libro della Parola dei Cinici. Capolavoro unico e caustico, l'opera si presenta come una satira feroce che smaschera, con tagliente ironia, le ipocrisie e i paradossi della società umana. Nato da oltre quarant'anni di lavoro, questo "antidizionario" sovverte il significato delle parole comuni per rivelarne la verità nascosta, spesso scomoda, ma irresistibilmente acuta. Niente e nessuno è risparmiato: dall'amore alla religione, dalla guerra alla politica, Bierce colpisce con un cinismo spietato che ribalta il linguaggio ufficiale e le convenzioni sociali. Ogni definizione è una freccia scoccata contro la falsità e l'autoinganno, in un testo che riesce a essere esilarante e provocatorio al tempo stesso. Un'opera che, pur appartenendo alla fine dell'Ottocento, mantiene intatta la sua attualità, invitando i lettori a guardare il mondo con occhi nuovi e con un sorriso amaro sulle labbra.

Le tre novelle di Mary Shelley presentate in questo volume, Metamorfosi, Il Mortale Immortale e L'Occhio del Diavolo, fanno parte del corpus prodotto da Shelley negli anni successivi a Frankenstein, quando l'autrice pubblicava racconti brevi in piccole raccolte intese come regalo, come il celebre The Keepsake, che di questi annuali era la versione più di successo. Questi racconti tendono a essere ambientati lontano dall'Inghilterra del XIX secolo, sia nel tempo che nello spazio. L'attenzione di Shelley, infatti, pare tendere verso quella che lei definiva come "la fragilità dell'identità individuale", spesso sconvolta da eventi sovrannaturali che riflettono la rivoluzione interiore delle emozioni e del pensiero. Questi tre racconti costituiscono una piccola perla letteraria, che esaltano la maestria e la forza creativa di Mary Shelley in un autentico capolavoro della letteratura gotica.

Dopo un acceso dibattito sull’anarchia, il poeta Gabriel Syme si ritrova coinvolto in un’impresa tutt’altro che poetica: infiltrarsi nel Consiglio Centrale Anarchico, un’organizzazione segreta i cui membri si celano dietro i nomi dei giorni della settimana. A Syme tocca il ruolo di Giovedì. Ma non tutto è come sembra. Anche lui ha un’identità nascosta: è un agente sotto copertura, inviato da Scotland Yard. Man mano che la missione si complica, Syme scopre che ciascun membro del Consiglio custodisce una verità sorprendente, e che dietro l’enigmatico e temuto Domenica, presidente del Consiglio, si cela qualcosa di molto più inquietante di quanto avrebbe potuto immaginare. Tra inseguimenti, travestimenti e rivelazioni paradossali, "L’uomo che fu Giovedì" è più di un romanzo d’azione: è una brillante e sconvolgente parabola sull’identità, sull’ordine e sul caos, sul male e sul mistero del bene. Un classico della letteratura del Novecento che, con l’ironia e la profondità tipiche di Chesterton, oscilla tra il giallo filosofico e l’incubo metafisico.