Libri di Stefano Prandi
La vita delle cose. Materia, oggetto e immaginazione in Dante
Libro
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2024
pagine: 306
Il cortegiano ferrarese. I «Discorsi» di Annibale Romei e la cultura nobiliare nel Cinquecento
Stefano Prandi
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 1990
pagine: 250
Il mondo nelle parole. Volume 2 + mappe 2. Per le Scuole superiori. Volume Vol. 2
Stefano Prandi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mondadori Scuola
anno edizione: 2020
Il mondo nelle parole. Volume 3a + volume 3b + mappe 3. Per le Scuole superiori. Volume Vol. 3
Stefano Prandi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mondadori Scuola
anno edizione: 2020
La vita immaginata. Storia e testi della letteratura italiana. Con Tutte le mappe della letteratura 3. Per le Scuole superiori. Volume Vol. 3A-3B
Stefano Prandi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mondadori Scuola
anno edizione: 2019
La vita immaginata. Storia e testi della letteratura italiana. Leopardi. Per le Scuole superiori
Stefano Prandi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mondadori Scuola
anno edizione: 2019
«Pasquillus extaticus» e «Pasquino in estasi». Ediz. italiana e inglese
Celio Secondo Curione
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 2018
pagine: 316
Il Pasquillus extaticus di Celio Secondo Curione (Pasquino in estasi nella sua versione italia-na) è una delle più significative e influenti opere della dissidenza religiosa nel Cinquecento. La presente edizione, ricostruendo sulla base di nuovi documenti una vicenda editoriale par-ticolarmente intricata, mette per la prima volta a disposizione del lettore il testo critico della prima redazione latina e volgare del dialogo, fornendo un apparato di varianti e un articolato commento.
«Quasi ombra e figura de la verità». Pensiero e poesia in Torquato Tasso
Stefano Prandi
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2014
pagine: 284
"Pochi autori come il Tasso hanno suscitato interpretazioni tanto differenziate e, in molti casi, discordanti. Posto di volta in volta a chiusura di un'epoca, quella manieristica, o come anticipatore della successiva temperie barocca, egli pare aver scontato il prezzo di un'esemplarità sin troppo manifesta rispetto al proprio Zeitgeist, una stagione che vede, nella vulgata storiografica, la regola prevalere sull'afflato creativo. 'Era già critico prima di esser poeta', sentenziò il De Sanctis, che arrivava a circoscriverne pure l'esperienza biografica nel perimetro di un implacabile autodafé, definendolo 'più crudele inquisitore di sé che il tribunale dell'Inquisizione'. A ciò poi si aggiungeva l'estrinsecità della corte quale destinataria e quasi principio informativo del mondo tassiano, che sembrava legittimare, da Croce in avanti, tutta una serie di giudizi limitativi sulla sua poesia, orientati ad accentuarne la natura encomiastica, aneddotica, addirittura frivola. La critica più recente ha compiuto un'imponente e fondamentale opera di scavo all'interno della cultura tassiana, delle sue letture, della sua poetica, ma il tentativo di rettificare il profilo complessivo dell'autore mostra esiti ancora incerti. In risposta alla vecchia immagine di un Tasso sconfitto dalla cultura controriformistica e alla fine assoggettato alle sue leggi, se ne sono di recente aggiunte altre..." (Dall'introduzione)