Libri di T. Scamardì
Calabria 1903
Viktor J. Widmann
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2015
pagine: 128
A spingere J.V. Widmann a intraprendere nella primavera del 1903 un viaggio in Calabria è, a parte la bellezza dei luoghi intravisti anni prima dalla costa siciliana, il desiderio di stendersi su una spiaggia assolata a guardare il mare, stufo della nebbia e del freddo della svizzera; secondario il richiamo, pure presente, della magna grecia. J.V. Widmann è, da questo punto di vista, uno dei primi turisti moderni che visitano la Calabria. Come giornalista, è abituato a catturare, e a riprodurre in una scrittura veloce, le impressioni e le suggestioni che gli vengono dagli incontri umani e dai paesaggi intravisti dal treno in corsa fra rupi a strapiombo sul mare e baie solitarie, più con l'occhio del pittore che del fotografo. Come il più vacanziero dei turisti paga, comunque, il suo tributo culturale visitando i luoghi legati ad una qualche memoria storica - la Crotone di Pitagora, la Paola di san Francesco, il Busento di Alarico, la pizzo di Murat -. Ma nel ricordo resta soprattutto la nostalgia del silenzio che connota il paesaggio rotto solo dal suono della campana di una chiesa o di un convento invisibili. In un concorso di sole, cielo, mare, monti e memorie storiche, unico al mondo, la realtà supera la fantasia e provoca nel visitatore forestiero una sensazione di grande armonia, "come se la natura volesse esprimere sentimenti umani e stati onirici".
Povera Calabria
Friedrich W. Van Oesteren
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2013
pagine: 185
Friedrich Werner van Oestéren visita la Calabria nel maggio del 1908. Per i suoi spostamenti si serve di tutti i mezzi di trasporto disponibili: dal treno alla carrozza, dalla diligenza al mulo e al cavallo. entra in contatto con la gente comune, conversando per quanto glielo consentono le sue conoscenze dell'italiano, ma anche quelle dei suoi interlocutori. L'immagine della Calabria che questo viaggiatore ci lascia è un'immagine composita. Accanto alle sempre presenti suggestioni magno-greche se ne aggiungono altre: la presenza saracena nella tipologia umana, l'accostamento del paesaggio montano della Calabria al paesaggio alpino della Svizzera e dell'Austria, ma anche tratti inediti quale il paesaggio delle baracche che, nate per dare una risposta all'emergenza del terremoto, diventano residenza stabile, quasi uno "stile" abitativo. Le rovine non rimosse, non quelle classiche o quelle medievali, ma quelle prodotte dai terremoti, da ciarpame senza valore diventano cifra della frammentarietà irrelata del moderno. Anche l'"esistenza umbratile" di un povero matto di paese, il matto di Soveria, assurge a simbolo di una condizione umana più generale: la Vienna fin-de-siècle e l'arretrata Calabria per un attimo s'incontrano e si confondono.
Passeggiata per la Calabria
Justus Tommasini
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 163
La relazione del viaggio in Calabria di Justus Tommasini si caratterizza per l'attenta rappresentazione del paesaggio inteso come un insieme di dati geografici e realtà antropica. Un paesaggio, che conserva ormai solo nei toponimi e in qualche resto di colonna dorica, come un'eco lontana, la memoria della Magna Grecia. La storia sembra del tutto assente e quando compare - lo sbarco di Murat a Pizzo - si consuma velocemente su una spiaggia e in un antico castello a strapiombo sul mare. È una Calabria primigenia quella che questo viaggiatore tedesco ci presenta, fatta di montagne, tante, e di piane, poche, a volte lussureggianti di piante mediterranee - querce, mirti, ulivi, aranci, agavi, fichi d'India - più spesso desolate se non paludose, ma anche di mare. Un mare i cui colori affascinano il viandante venuto dal nord: verde chiaro sulla riva, scuro nei punti più profondi, purpureo in mare aperto. E la gente di Calabria? Un popolo robusto anche se non di elevati sentimenti, oggetto di sfruttamento da parte di dominazioni straniere succedutesi ininterrottamente nel tempo. «La libertà - è la conclusione non priva di provocazione di questo viaggiatore tedesco del primo Ottocento - alberga solo fra i briganti sulle montagne inaccessibili. E se anche questa libertà viene ora male usata a danno della società, pure, fra questi briganti di strada, vi sono uomini ai quali, in un altro contesto, non sarebbero mancati titoli ed onorificenze».
Il teatro tedesco del Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2009
pagine: 164
Il primo capitolo del volume si occupa del teatro austriaco sino al crollo dell'impero e all'affermazione - tra Monaco prima e Berlino poi - del dramma espressionista. Il secondo capitolo ricostruisce la grande stagione della Repubblica di Weimar, quando l'irruzione della tecnica e dei nuovi media producono cambiamenti radicali nel linguaggio e nell'organizzazione teatrale, non da ultima l'introduzione di forme di finanziamento pubblico. Il terzo capitolo si occupa del teatro sotto il regime nazista, che ne fa uno strumento privilegiato di propaganda anche attraverso il recupero di antiche forme di rappresentazione corale, come il mistero medioevale, il dramma dei gesuiti della Controriforma, ma anche l'opera totale di Wagner e il teatro politico di Piscator, per approdare alla teatralità delle adunanze di piazza, delle fiaccolate, dei raduni, della celebrazione del congresso del partito. Il quarto capitolo ricostruisce l'attività teatrale della Repubblica Democratica Tedesca evidenziando la miseria della sua politica culturale ma anche il coraggio e l'intelligenza di autori come Heiner Müller, che mette a nudo le mistificazioni del potere e le sue crudeltà. Il quinto e ultimo capitolo si occupa infine della produzione teatrale della Repubblica Federale Tedesca, dell'Austria e della Svizzera tedesca, soffermandosi tra gli altri sul teatro documentario degli anni Sessanta, quello postmoderno degli anni Ottanta, le sperimentazioni degli austriaci Thomas Bernhard e Elfriede Jelinek.
Lettere sulla Calabria
Johann H. Bartels
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2007
pagine: 269
Il quadro che della Calabria di fine Settecento traccia Johann Heinrich Bartels, dagli aspetti pittoreschi del paesaggio agli aspetti problematici della realtà sociale e alle figure che la popolano, dal contadino al proprietario terriero, è uno dei più completi che la letteratura di viaggio settecentesca tedesca ci abbia lasciato di questa regione. Da cultore della antichità classiche, Bartels sente con dolore la discrepanza tra un passato glorioso, che aveva toccato i punti più alti della riflessione matematica e filosofica a Crotone e della legislazione a Locri, e un presente oscuro, degradato, senza però restare imprigionato in uno sterile passatismo. Osservatore spregiudicato e intelligente si sforza, con successo, di capire la diversità calabrese nella sua specificità e storicità senza demonizzarla.
Don Giovanni. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2005
pagine: 339
"Chi sei tu?". A questa domanda, formulata nella prima scena del Don Giovanni di Tirso de Molina, ha cercato di rispondere una tradizione ininterrotta di testi, nei quali si ripropone il più significativo mito di tutta la modernità. Dopo l'esordio nella commedia di Tirso, il personaggio ricompare in forme e contesti diversi, dal melodramma al romanzo, dal poema all'opera cinematografica, sempre conservando una carica di indecifrabilità e talora un alone di mistero. Come risulta dalle versioni riprodotte all'interno di questo libro - oltre all'archetipo di Tirso de Molina, i testi di Molière, Da Ponte-Mozart e Horváth - dopo quasi quattro secoli di vita Don Giovanni rimane ancora un enigma, per il quale non esiste una soluzione indiscutibile.