Libri di Tiziana Mattioli
Carlo Bo alla ricerca di un Proust niente affatto perduto
Libro
editore: Raffaelli
anno edizione: 2023
pagine: 192
Carlo Bo. Gli anni dal 1911 al 1951. La letteratura, le città, la vita
Libro: Libro rilegato
editore: Raffaelli
anno edizione: 2022
pagine: 136
Catalogo della mostra promossa da Università degli studi di Urbino - Fondazione Carlo e Marise Bo per la letteratura europea moderna e contemporanea (Urbino, Palazzo Passionei, 14 ottobre 2021 – 30 giugno 2022) Riccamente illustrato, riporta anche i seguenti testi: Carlo Bo: Lascia un grande insegnamento la poesia di Camillo Sbarbaro. Il gioco dei suoi versi nascondeva il dolore Carlo Bo: I nuovi studi di Rivière Piero Bargellini: L’unico Bo Carlo Betocchi: Mentre passano i giorni Carlo Bo: Federico García Lorca. Poesie sparse Carlo Bo: Piero Bigongiari, Oreste Macrí e l’ermetismo Carlo Bo: Firenze Carlo Bo: Ombra non polvere Marise Ferro: La guerra è finita Carlo Bo: Il vento del Montefeltro.
Prospettive critiche sulla poesia e musica negra d'America
Nino Pedretti
Libro: Libro rilegato
editore: Raffaelli
anno edizione: 2022
pagine: 164
Confessione di Nicodemo
Carlo Bo
Libro: Libro rilegato
editore: Raffaelli
anno edizione: 2021
pagine: 28
[...] il testo ha di fatto valore di inedito [...] Nella malinconia della grande età, ritmando le proprie parole sui tre episodi del Vangelo di Giovanni: l’andare notturno di Nicodemo, la difesa di Gesù, l’atto di pietas della sepoltura, la “confessione” di Bo-Nicodemo, tenuta su una soglia esilissima, tra autobiografia e racconto, si segnala, nel rispecchiamento, per l’alto e commovente grado di introspezione e di spoliazione, inarcandosi appunto tra le ragioni della legge e della cultura e la profezia intesa come difesa dell’umano, al punto che il confine tra verità esistenziale e verità scritturale risulta tracciato con un unico, indistinguibile e vibrante segno. (Tiziana Mattioli)
Una storia diversa
Giannino Calcagnini
Libro: Libro rilegato
editore: Raffaelli
anno edizione: 2021
pagine: 88
Il Palazzo Ducale. Parole e immagini nelle stanze
Carlo Bo
Libro: Libro rilegato
editore: Raffaelli
anno edizione: 2021
pagine: 88
Sinisgalli diceva che «camminando dentro una bella architettura […] riesci sempre, allungando le mani, ad afferrare il cielo». Questo gesto di meravigliosa rapina si può sperimentare ovunque nel Palazzo ducale di Urbino, e anche il gioco contrario, quando proprio è il cielo ad allungare le sue braccia negli spazi edificati. Perché davvero a Urbino, con evidenza assoluta, e come scrive Bo, l’architetto ha saputo allacciare «l’aria e la terra», e costruire con la luce una seconda impalpabile architettura. L’inganno ottico è perfetto, la robusta struttura militare di radicamento decide le ombre e i riflessi specchianti, mentre germoglia i lunghissimi steli dei torricini: leggeri, con quegli angeli d’oro che spiccano il volo là in cima, ai due lati dell’aquila. La misura celeste di questo palazzo è – anche qui come in ogni dettaglio – meditativa. Sia quando protegge la Urbino più domestica e popolare, o quando apre i suoi piccoli e grandi cortili, o specialmente quando risponde alla voce e alle sollecitazioni incantate del paesaggio. Passo dopo passo, da una visione aerea dei due colli della città, l’uno vocato alla guerra, l’altro alla pace, quindi assecondando il periplo del palazzo e infine consegnandosi al vestibolo del cortile d’onore, e salendo poi sino alle stanze attraversate secondo l’itinerario che da pubblico si fa privato ed intimo – dalla sala del trono allo studiolo alla Cappella del perdono – Carlo Bo racconta come la grande metafora di questo edificio, l’esercizio spirituale che è da compiersi nel visitarlo, sia proprio quello dell’ascesi. Richiesto ad un compito d’alta divulgazione (e vasta quanto l’Europa e le terre nord-americane), e nel tempo saliente del cinquecentenario (1982), Bo non ha potuto rinunciare a una compiuta esegesi filosofica di questa realtà che ogni giorno affrontava con la meraviglia negli occhi, e forse il desiderio di ritirarsi e comprendersi nella grotta-tana-frattura dello studiolo di Federico, la minuscola couche dove far germogliare ogni seme.