Libri di Vincenzo Aquilante

Anche se durata quasi tutta la vita, questa ricerca è sicuramente incompleta, come indica chiaramente il fatto che, fino al momento di consegnare il file per la stampa, sono state aggiunte delle parole, riaffiorate dai recessi più profondi della memoria dopo aver creduto di averla “raschiata” fino in fondo. Questo vocabolario, perciò, non ha la pretesa di essere uno scrigno nel quale sono conservate tutte le parole usate nel corso del tempo da coloro che sono vissuti a Palombaro, ma vuole essere una base su cui “ragionare”, cioè a partire dalla quale fare opera di integrazione da parte di qualcuno che, in futuro, volesse aggiungere altri termini mancanti. Le lacune dipendono anche dal fatto che ciascuno di noi ignora o, quantomeno, dimentica facilmente molti termini indicanti attrezzi ed azioni conseguenti e collegate che non appartengono a pieno titolo al proprio mondo, all’ambiente nel quale è vissuto.

"C’è il poeta “professionista”, cioè colui che è consapevole, mentre si accinge a comporre le proprie opere da sottoporre al giudizio critico di altri “professionisti”, di dover rispettare le regole principali che costituiscono le fondamenta delle sue opere (piano dei contenuti, piano dei significati, piano del linguaggio).In questi casi i temi affrontati, pur se scandagliano la sfera dei sentimenti personali, attengono alle domande che l’uomo si pone da sempre, non riuscendo mai a dare una risposta soddisfacente. Poi c’è il poeta spontaneo, quello che “nasce poeta”, quello che ha un suo proprio modo di vedere, sentire, amare la realtà, specialmente quella che costituisce il mondo dei suoi affetti famigliari, ed esprime i sentimenti che prova al cospetto del meraviglioso fenomeno della vita in modo spontaneo, senza sovrastrutture di tipo “colto”. Gabriele è uno di questi."