Libri di Vincenzo Rabito
Il romanzo della vita passata
Vincenzo Rabito
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 456
Quel ragazzo spavaldo che ci guarda in copertina ha scritto uno dei libri più memorabili del Novecento italiano. Con una lingua inventata, ricchissima e pirotecnica, in Terra matta ha raccontato la sua storia, quella di un secolo e dell'Italia intera. Era un capolavoro, l'hanno letto in tantissimi, lo ricordano tutti. Ciò che nessuno poteva immaginare è che Vincenzo Rabito, nella sua stanzetta, avesse continuato a litigare con la tastiera fino all'ultimo giorno. Scampate alla distruzione per un soffio, dimenticate in un cassetto per quarant'anni e poi raccolte dal figlio Giovanni, le pagine del secondo memoriale escono ora in un adattamento libero e personale, più intimo e familiare. Così, il grande scrittore «inafabeto» ci racconta di nuovo il romanzo della sua vita. Tornando sugli episodi, cucendo, indugiando, aprendo i ricordi in scene indimenticabili, da quell'immenso cantastorie che era.
Terra matta
Vincenzo Rabito
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 416
Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare spiegazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato su una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l'altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua "maletratata e molto travagliata e molto desprezata" vita. Imprevedibile, umanissimo e vitale, "Terra matta" ci racconta le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di chi ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria; per salvarsi la pelle, ragazzino, nel mattatoio della Prima e poi della Seconda guerra mondiale; per garantirsi un futuro inseguendo (con "quella testa di antare affare solde all'Africa") il sogno fascista del grande impero coloniale in "uno miserabile deserto"; per arrabattarsi, in mezzo a "brecante e carabiniere", tra l'ipocrisia, la confusione e la fame del secondo dopoguerra; per tentare, a suo modo ("impriaco di nobilità"), la scalata sociale con un matrimonio combinato e godere, infine, del benessere degli anni Sessanta.
Terra matta
Vincenzo Rabito
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2008
pagine: 411
Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare spiegazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato su una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l'altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua "maletratata e molto travagliata e molto desprezata vita". Ne è venuta fuori un'opera monumentale, forse la più straordinaria tra le scritture popolari mai apparse in Italia, sia per la forza espressiva di questa lingua mescidata di italiano e siciliano, sia per il talento narrativo con cui Rabito è riuscito a restituire da una prospettiva assolutamente inedita più di mezzo secolo di storia d'Italia.
Terra matta
Vincenzo Rabito
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 411
Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare spiegazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato su una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l'altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua "maletratata e molto travagliata e molto desprezata" vita. Imprevedibile, umanissimo e vitale, "Terra matta" ci racconta le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di chi ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria; per salvarsi la pelle, ragazzino, nel mattatoio della Prima e poi della Seconda guerra mondiale; per garantirsi un futuro inseguendo (con "quella testa di antare affare solde all'Africa") il sogno fascista del grande impero coloniale in "uno miserabile deserto"; per arrabattarsi, in mezzo a "brecante e carabiniere", tra l'ipocrisia, la confusione e la fame del secondo dopoguerra; per tentare, a suo modo ("impriaco di nobilità"), la scalata sociale con un matrimonio combinato e godere, infine, del benessere degli anni Sessanta.

