Libri di Vincenzo Santo
Palestina tormentata. Tra torti e ragioni
Vincenzo Santo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Artestampa
anno edizione: 2024
pagine: 326
Senza alcun dubbio, la questione palestinese ha una storia che affonda nella notte dei tempi. Tuttavia, per le finalità di questo scritto non serve andare troppo in là, perdendosi nell'oscurità di quella notte. Infatti, volendo iniziare a tirare le fila degli avvenimenti odierni è sufficiente prendere un punto di partenza molto più vicino a noi, nei mesi immediatamente precedenti allo scoppio della Grande Guerra. È in ogni caso un lungo tracciato umano segnato da sangue, vendette, rivendicazioni e incomprensioni. Ma anche punteggiato da vari giochi politici e diplomatici che ne hanno costellato lo sviluppo con tante occasioni perse. Sempre che queste occasioni non le si volesse perdere di proposito. Ma prima di pensare di poter identificare il responsabile o i responsabili di tali fallimenti è necessario, e consigliabile, sfogliare queste pagine. Oggi, in una società occidentale, libera, democratica, avanzata in termini di progresso e sviluppo e, quindi, più ricca di altre, il pericolo che si corre è la semplificazione via via più accentuata dei processi volti a comporre il pensiero per dare un senso ai fatti. Tendenza che invoglia ad affidarsi quasi esclusivamente a modi di dire, slogan e posizioni preconfezionate secondo modelli partigiani che, per via della schiavitù ai social e della frenetica comunicazione, spingono il pubblico in mondi tanto separati tra loro da rendere difficoltoso persino il semplice e onesto confronto di opinioni. Realtà diverse basate su riporti troppo spesso distorti, sui quali non si vuole o non si ha tempo di approfondire, finendo per attribuire torti e ragioni in modo arbitrario. La questione palestinese ne è un esempio. Non andando tanto lontano nel tempo, prima le promesse formulate agli arabi, poi la dichiarazione Balfour e l'accordo Sykes-Picot sono le iniziali fasi pasticciate di questa storia dolorosa. Una matassa ingarbugliata che sembrava si potesse dipanare, finalmente, nel 1947, con la Risoluzione 181 che indicava la ripartizione della Palestina in tre parti: uno Stato arabo, uno Stato ebraico e la città di Gerusalemme come entità separata con un corpo governativo internazionale. Gli incidenti susseguenti, degenerati poi in una vera guerra, la prima arabo-israeliana, sarebbero stati l'inizio di una lunga scia di altri conflitti e di violenze che si sono trascinati sino ai nostri giorni. Ma anche un percorso punteggiato da tanti momenti di speranza per porre fine a un inferno di morti e distruzioni tra due contendenti: ebrei e arabi palestinesi. Momenti in cui aspettative, richieste e vere intenzioni sono risultate difficili da conciliare e da finalizzare in una pace. Un tracciato incompiuto reso tale dalla mancanza di fiducia, dal timore per le reazioni anche violente dei propri stessi concittadini e, soprattutto, dall'irrefrenabile spinta terroristica, fomentata dal crescente odio nazionalistico e dal condiviso attaccamento sacrale alla stessa Terra e alla stessa Gerusalemme. Un astio divenuto viscerale, come i più recenti fatti dimostrano. Una strage preordinata che rende francamente discutibile, anche se sempre auspicabile per il futuro, la possibilità di realizzare oggi la tanto sperata soluzione di "due popoli due stati". Soprattutto per la presenza di un irriducibile burattinaio, l'Iran, che conduce la propria partita egemonica nello scacchiere del Medio Oriente sostenendo e manovrando le frange terroristiche, Hezbollah e Hamas, con l'obiettivo ben dichiarato della cancellazione di Israele. Come finirà? Noi possiamo solo ipotizzare una o più alternative, ma il futuro non è nelle nostre mani. Soprattutto, una cosa che purtroppo io temo stia accadendo è che Israele, chiunque ne sia al governo, stia perdendo la fiducia in un Occidente che non fa che condannarlo, finendo per isolare pericolosamente "l'unica democrazia che ci somigli" in quell'angolo di mondo. Vittima di una realtà falsata.
Ucraina-Russia. Guerra, diritto e interessi nazionali
Alessandro Gentili, Antonio Li Gobbi, Vincenzo Santo, Antonio Venci
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Artestampa
anno edizione: 2022
pagine: 274
L'aver affidato a quattro generali della Forze Armate italiane la scrittura del libro Ucraina-Russia. Guerra, diritto e interessi nazionali costituisce un unicum nel mondo dell'editoria italiana di questi ultimi mesi. La prefazione è stata affidata all'editorialista de L'Espresso Gigi Riva. L'"operazione militare speciale" che la Federazione Russa ha avviato sul territorio ucraino il 24 febbraio si è subito trasformata in una vera e propria guerra convenzionale, per la pronta reazione dell'esercito ucraino. Ad oggi, non è dato sapere esattamente perché ciò sia avvenuto e se l'aggressione dell'Ucraina non sia invece considerabile come fisiologica conseguenza del trascorso storico e culturale russofono. Vi è infatti chi sostiene che la Russia abbia voluto muovere un attacco all'Occidente o che voglia ricostituire l'Impero Russo degli zar, ma vi è pure chi asserisce che siano gli Stati Uniti a voler muover guerra "per procura" alla Russia attraverso l'Ucraina. Ma più verosimilmente potrebbe trattarsi di una ineluttabile conseguenza dell'imminente implosione connessa alla fine del mondo globalizzato così come l'abbiamo sin qui teorizzato, conosciuto e attuato. Certo, siamo di fronte ad una guerra sui generis, combattuta anche con tutti gli strumenti mediatici: se è sempre esistita la documentazione di guerra, assistiamo oggi a una pervasività quasi voyeuristica. Altrettanto irrituali, destabilizzanti e plateali, se non irresponsabili, sono le esternazioni di vertici di istituzioni internazionali e di capi di Stato e di Governo, cointeressati, degli opposti schieramenti. Ad oggi questa guerra ha visto giungere nelle librerie oltre un centinaio di titoli che veicolano pensieri, esperienze e valutazioni di una moltitudine di soggetti i quali non sempre, tuttavia, parlano di ciò che conoscono. È per queste ragioni che si è chiesto a quattro alti ufficiali generali, ora in congedo, di scrivere questo libro. Dei testi scritti dai quattro autori, ciascuno verte su settori di specifica competenza; i singoli contributi rappresentano il pensiero del loro autore e non necessariamente quello dei coautori: ciò contribuisce a fornire al pubblico una lettura multivocale. I contenuti da loro offerti in quest'opera permetteranno al lettore di considerare valutazioni fino ad ora inedite di avvenimenti tragici, apportatori di sofferenze e crisi epocali.