Libri di William Easterly
La tirannia degli esperti. Economisti, dittatori e diritti negati dei poveri
William Easterly
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2015
pagine: 509
"Easterly dimostra che una crescita economica più rapida non può essere la motivazione per calpestare i diritti degli individui e i valori democratici." (Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'Economia) "L'approccio tecnocratico allo sviluppo poggia su una premessa sbagliata: che gli abitanti dei paesi poveri siano troppo inaffidabili per lasciare che prendano da soli le proprie decisioni. Easterly dimostra che questo presupposto è doppiamente errato: è moralmente offensivo e politicamente sbagliato." (Paul Romer, New York University) "Easterly è semplicemente l'economista più interessante e provocatorio fra tutti quelli che oggi scrivono di tematiche legate allo sviluppo." (Francis Fukuyama, Stanford University) William Easterly ricostruisce le politiche per lo sviluppo economico messe in atto in Asia, Africa e America Latina da organizzazioni come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite, la Gates Foundation, le agenzie di aiuti più note. La sua analisi evidenzia i gravi errori dell'approccio tecnocratico.
I disastri dell'uomo bianco. Perché gli aiuti dell'Occidente al resto del mondo hanno fatto più male che bene
William Easterly
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2007
pagine: 437
Secondo l'autore, molti dei luoghi in cui si è intervenuti con degli aiuti umanitari rivelano ancora oggi una situazione assolutamente identica, se non nettamente peggiorata, poiché i contesti locali sono troppo differenti, troppo complessi perché una soluzione univoca possa risultare efficace. Dal celebre verso di Rudyard Kipling, il "fardello dell'uomo bianco" denotava la missione di convertire alla civiltà le popolazioni altrimenti condannate alla barbarie: ma se già in epoca coloniale l'Occidente aveva fallito l'intento civilizzatore cui si sentiva destinato, oggi sembra non essere in grado neanche di esportare la ricchezza dove ve ne sia bisogno. D'altronde, sembra impensabile che l'Occidente pretenda di trasformare società con storie e culture molto diverse tra loro in un'improbabile immagine di se stesso. Dopo "Lo sviluppo inafferrabile", Easterly pone l'Occidente di fronte a uno specchio, al fine di rivelare la sua incapacità di aiutare il resto del mondo: un libro appassionato e irriverente, ma anche realistico e rigoroso.
Lo sviluppo inafferrabile. L'avventurosa ricerca della crescita economica nel Sud del mondo
William Easterly
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2010
pagine: XVIII-397
A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli economisti hanno cercato di capire in che modo i paesi poveri, i paesi del Sud del mondo, potessero raggiungere standard di vita paragonabili a quelli dei paesi europei e nordamericani. Questa vana ricerca della crescita ha dato luogo a una miriade di rimedi privi di efficacia. Un fallimento della scienza economica? Secondo l'autore si tratta piuttosto di un fallimento nell'applicazione dei principi dell'economia alla messa a punto delle politiche d'intervento. In breve, l'autore dimostra come tutte le soluzioni che avrebbero dovuto innescare lo sviluppo violassero un principio di base dell'economia, e cioè che senza incentivi la gente non fa niente, e questo vale per i privati cittadini e le imprese, i funzionari dello Stato e perfino i donatori e le associazioni benefiche.
Lo sviluppo inafferrabile. L'avventurosa ricerca della crescita economica nel Sud del mondo
William Easterly
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2006
pagine: XVIII-397
A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli economisti hanno cercato di capire in che modo i paesi poveri, i paesi del Sud del mondo, potessero raggiungere standard di vita paragonabili a quelli dei paesi europei e nordamericani. Questa vana ricerca della crescita ha dato luogo a una miriade di rimedi privi di efficacia. Un fallimento della scienza economica? Secondo l'autore si tratta piuttosto di un fallimento nell'applicazione dei principi dell'economia alla messa a punto delle politiche d'intervento. In breve, l'autore dimostra come tutte le soluzioni che avrebbero dovuto innescare lo sviluppo violassero un principio di base dell'economia, e cioè che senza incentivi la gente non fa niente, e questo vale per i privati cittadini e le imprese, i funzionari dello Stato e perfino i donatori e le associazioni benefiche.