Libri di Yone Noguchi
Diario americano di una ragazza giapponese
Yone Noguchi
Libro: Libro in brossura
editore: Elliot
anno edizione: 2021
pagine: 224
Nel 1902 Yone Noguchi, scrittore giovanissimo emigrato da Tokyo a San Francisco, si calò nei panni di Asagao (alias Miss Morning Glory), diciottenne frivola e insieme capace di acute riflessioni, e ne raccontò le peripezie alla scoperta del nuovo mondo. Nacque così il primo romanzo della letteratura scritto in lingua inglese da un autore giapponese, in cui la protagonista, proprio come l’autore, si diletta a giocare con la sua identità. Caustica nei confronti delle visioni stereotipate alla Madama Butterfly, l’eroina di Noguchi è una donna nuova, alla ricerca di qualcosa di diverso nella vita, e dispensa a ruota libera le sue opinioni irriverenti sulla cultura giapponese e sull’american way of life. Opera inedita in Italia e controversa come il suo autore – oggi discussa icona queer – “Diario americano di una ragazza giapponese” è considerato un romanzo rivoluzionario, un’opera ponte tra Oriente e Occidente tuttora oggetto di culto. Postfazione di Diego Cucinelli.
Diecimila foglie vaganti nell'aria. Haiku giapponesi
Yone Noguchi
Libro
editore: Lanfranchi
anno edizione: 1990
pagine: 118
L'importante non è quello che lo 'haiku' esprime, ma come esprime se stesso spiritualmente; il suo valore reale non sta nella sua immediatezza concreta, bensì nella sua non-immediatezza psicologica. Per usare una similitudine: è uguale alla rugiada sulle verdi foglie del loto o sotto le rosse foglie dell'acero, che a sua volta, non è altro che un'insignificante goccia d'acqua, che splende, scintilla e luccica ora bianca come una perla, ora blu come l'ametista o ancora rossa come il rubino a seconda della situazione e del momento della giornata. Meglio ancora, lo 'haiku' è come una tela di ragno, carica di bianche gocce di rugiada estiva, che ondeggia nell'aria fra i rami di un albero come un fantasma, spesso invisibile, in perfetto equilibrio; ed in effetti non sta nella tela di ragno in se stessa, bensì appunto nel suo ondeggiare, la bellezza del nostro componimento poetico di diciassette sillabe.

