Libri di Antonella Bianco

Come assicurare a tutti i bambini un incontro efficace con l'alfabetizzazione formale, tra scuola dell'infanzia e scuola elementare? In generale, quali condizioni e contesti costruiscono un ambiente favorevole all'apprendimento? Un gruppo di insegnanti torinesi ha deciso di mettersi "sotto osservazione" per un anno e ha avviato una riflessione sulle proprie modalità di insegnamento della lingua scritta, in un percorso che si strutturerà come ricerca azione e si proietterà ben oltre la prima elementare. Le insegnanti hanno messo in comune vissuti, criticità, idee, superando contrapposizioni e riconoscendo, oltre le singole scelte in didattica, un orizzonte condiviso, in cui si dà importanza alla riflessività e all'imparare ad apprendere.

È la paura di invecchiare a mischiarsi alla paura di non essere riusciti ad amare. Esplode. C'è un sogno cattivo che non mi abbandona: il perderti e il perdermi. Se io non ci sarò quando tu verrai e se la corrente mi avrà condotto altrove. Finirà il tempo buono, quello utile a farci sorridere ancora. Sono ritornata agganciata all'ombra di una mano. Ho viaggiato attraverso isole strette in cui non è mai sorto sole ampio. I tuoi respiri tanto miei sono stati l'ultima spiaggia da incontrare. Eppure ti ho sempre conosciuto, anima mia: nella mancanza durata anni, nei volti di chi non mi corrispondeva, nelle vene che pulsavano ancora e sembravano dire: «oggi è un giorno in più e un giorno in meno, a seconda di come lo intendi».

Una raccolta di emozioni, ricordi e attese espressi in versi liberi dalle rigide regole della metrica antica per arrivare dritte al cuore di tutti. Versi che raccontano una storia inedita di una giovane donna che si affaccia all'età adulta, un racconto fatto di perdita, follia, disperazione, ma anche di speranza e di un dono, quello di saper dare forma all'emozioni e trasformarle in parole.

Uno dei fattori attraverso cui, in alcuni casi, le società si sono rinnovate, è stato lo scontro generazionale. Oggi ce ne sarebbero tutti i presupposti vista l'emarginazione dei giovani, oltre ad una certa necessità - se si considera che il loro lasciarsi emarginare contribuisce a complicare ulteriormente l'impianto generale della convivenza civile - eppure, di tale scontro generazionale, non se ne vede traccia, se non in alcune sparute nicchie private. Racconto una di queste. Racconto uno scontro privato il quale ha offerto possibilità d'incontro - come potrebbe essere in generale, qualora i vecchi indagassero le loro modalità, le loro ragioni - racconto un percorso che porta ad inabissarsi, a sondare le radici delle pratiche quotidiane, dei giudizi e pregiudizi con cui si legge la realtà, la propria storia, la dimensione pubblica... un percorso che obbliga a guardarsi dentro, a scoprire la propria retorica e quella del proprio tempo. Non è raro infatti che si perda di vista la lettura dei tempi lunghi, collettivi, sia rispetto a se stessi, sia nei confronti dei figli verso i quali si agisce con dinamiche fortemente intrecciate con una dimensione temporale abbastanza ampia (almeno dai nonni al futuro). Si tratta di un arco temporale in cui vi sono stati determinati sviluppi collettivi con cui i giovani, nel presente, si trovano a dover fare i conti...