Libri di Antonio Sema
Le grandi battaglie dell'Isonzo
Gianni Baj-Macario, Anton von Pitreich
Libro: Libro in brossura
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 352
La Decima e l’Undicesima battaglia dell’Isonzo, le ultime due “spallate” di Cadorna narrate da due testimoni diretti di quei drammatici episodi, da essi seguiti in qualità di ufficiali di Stato Maggiore all’interno di due osservatori privilegiati: il Comando della XXVII Divisione del Generale Badoglio e quello dell’Isonzo Armee di Boroević. La professionalità deiloro ruoli si riverbera in una prosa asciutta, da “relazione ufficiale”: in quella del Baj-Macario, in particolare, percorsa a tratti da valutazioni personali e spunti polemici su fatti e protagonisti, ispirati – non è difficile immaginare – dallo stesso Badoglio, già superiore diretto dell’Autore. L’essenziale narrazione del von Pitreich è arricchita nel finale da pagine cariche di pathos, tratte dal diario di un soldato austriaco che descrive gli estremi, inani sforzi italiani per aver ragione del San Gabriele, il “Monte della Morte”, l’ultimo baluardo che sbarrava loro il passo sulla soglia di Gorizia. La sofferta conquista italiana della Bainsizza segnò lo sforzo massimo profuso dai combattenti e dalla nazione, ormai stanchi della guerra, ma anche gli austro-ungarici, ormai consapevoli che non sarebbero più stati in grado di sostenere da soli una dodicesima spallata, rivolsero un’accorata richiesta di aiuto all’alleato tedesco. Due opposti stati di prostrazione che recano in sé i germi di Caporetto. Prefazione di Antonio Sema.
La battaglia di Gorizia. Agosto 1916
Libro: Libro in brossura
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 424
Il volume presenta le diverse fasi del combattimento offrendone una nuova, duplice prospettiva storica. Da un lato, la relazione ufficiale austriaca della battaglia, stilata nel 1934 e qui tradotta per la prima volta in italiano, in cui si evidenzia come le truppe asburgiche scongiurarono il collasso del fronte che avrebbe altrimenti consentito agli italiani di penetrare nella vallata del Vipacco. Dall’altro, la vivida e minuziosa descrizione del tenente colonnello Zingales, che pone in risalto la rotta di un nemico colto di sorpresa in virtù della magistrale preparazione strategica, soffermandosi inoltre su vari aspetti delle ostilità: il ricorso alla “guerra di materiali” e lo straordinario effetto che sul piano psicologico e propagandistico ebbero la presa della città e del Sabotino. Un successo che, insieme alla conquista del San Michele e dell’altipiano di Doberdò, superò gli obiettivi inizialmente stabiliti dal generale Cadorna. "La battaglia di Gorizia" è corredato da un prezioso apparato topografico e da un centinaio di fotografie – per la maggior parte inedite – scattate durante le cruciali giornate dell’offensiva.
La Grande Guerra sul fronte dell'Isonzo
Antonio Sema
Libro: Copertina morbida
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 662
Questo libro parla di guerra, in particolare di quella combattuta sul fronte dell'Isonzo dal maggio 1915 al novembre 1917. La guerra è un atto di forza con il quale si vuole piegare la volontà degli avversari, verranno, quindi, doverosamente analizzate le tattiche militari adottate da tre popoli, italiani, slavi e tedeschi, confrontatosi in un territorio di confine, il Carso e nella terra attraversata dall'Isonzo. Questo lavoro non dà, però, solo un contributo alla ricostruzione della storia militare, non fornisce solo dettagliati ragguagli tecnici, bensì prende in esame la propaganda, l'uso delle popolazioni civili, dell'intelligence, del controspionaggio, l'adozione di nuove armi e lo spirito identitario provato dai combattenti di entrambi i fronti. Parla di uomini che hanno combattuto uniti dal medesimo ardore, che non hanno risparmiato energie e non si sono sottratti al sacrificio e alla morte e di alcuni, gli sloveni, che proprio nelle trincee del Carso hanno scoperto una patria da difendere. Tutti aspetti determinanti per una guerra di carattere totalizzante come quella in esame e da non sottovalutare se si è compreso che la guerra è anche la continuazione della politica. Antonio Sema ci permette di comprendere meglio il dopoguerra politico e nazionale nella Venezia Giulia e compie anche una revisione di giudizio sulle ultime operazioni militari italiane nella tarda estate del '17. Tramite un attenta documentazione, inoltre, fornisce spiegazioni capaci di rimettere in discussione convenzioni pregiudiziali e convincimenti ideologici spesso costruiti a posteriori.
La Grande Guerra sul fronte dell'Isonzo
Antonio Sema
Libro: Libro in brossura
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 200
La guerra italiana fu considerata dagli alleati anglofrancesi come un momento della più complessa vicenda strategica in atto sul "théatre italo-serbe". Per l'Italia e gli italiani quella fu invece la "nostra guerra" e le connessioni balcaniche di quel conflitto si ridussero ai territori pattuiti a Londra e negati a Versailles. Si credette di aver portato il R. Esercito a liberare le terre irredente e ci si trovò a combattere una guerra di posizione nelle due principali aree multietniche del nostro Paese; sul fronte dell'Isonzo ciò significò che le undici spallate vennero effettuate all'interno di un territorio dove esisteva una minoranza slava mentre si combatteva contro un esercito composto per il 42°/o da slavi. La logica della contrapposizione etnica, sottovalutata dalle FF. AA. italiane divenne invece centrale nella pianificazione e nella pratica di combattimento dell'esercito I. R.
I cetnici nella seconda guerra mondiale. Dalla resistenza alla collaborazione con l'esercito italiano
Stefano Fabei
Libro: Libro in brossura
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 349
Durante la seconda guerra mondiale, in Jugoslavia, per ragioni differenti e ciascuna con finalità proprie, sia le forze dell'Asse, in particolare gli italiani, sia quelle alleate puntarono sulla carta dei cetnici. Questi nazionalisti serbo-ortodossi pertanto furono al contempo un movimento di resistenza e di collaborazione con gli occupanti e operarono in diversi modi, dovuti a una pluralità di situazioni e di fattori politici, militari e strategici, per conseguire l'obiettivo finale della conquista del potere e della restaurazione della monarchia quando tedeschi e italiani si fossero ritirati. Dalla storia dei cetnici e della loro collaborazione con gli italiani fino al 1943 e con i tedeschi nel biennio successivo emergono anche episodi poco conosciuti quali l'ambiguo atteggiamento di Stalin nei confronti del movimento di Mihajlovic o i tentativi da parte dei partigiani comunisti di pervenire ad accordi con i tedeschi per distruggere gli odiati nazionalisti serbi e per respingere un eventuale e temuto sbarco sulle coste adriatiche della Jugoslavia da parte degli Alleati, di cui i cetnici erano ritenuti la quinta colonna. Questa pagina poco nota di storia italiana e jugoslava, ricostruita soprattutto con materiale documentario degli archivi dello Stato maggiore dell'esercito e del Ministero degli esteri, consente di scoprire il percorso di un movimento che nacque per combattere i croati e gli occupanti italo-tedeschi e poi finì per collaborare con entrambi, pagando pesantemente il prezzo dell'alleanza con la parte sconfitta. Aiuta inoltre a comprendere le tante e profonde ragioni per cui i popoli della Jugoslavia si sono massacrati, senza esclusione di colpi, non solo nel secondo conflitto mondiale, ma anche in tempi a noi più vicini. Negli anni novanta del XX secolo, infatti, dopo decenni di mimetizzazione durante la dittatura di Tito, i cetnici sono tornati alla ribalta sia sui campi di battaglia sia sui mass-media, legittimati da Slobodan Milosevic e dal rinnovato sogno della Grande Serbia. La nuova, revisionistica, lettura del fenomeno è stata sancita nel 2014 con l'accettazione da parte dell'Alta corte di Belgrado della richiesta da parte degli ambienti nazionalisti di riabilitare Mihajlovic: in sintesi, cetnici e partigiani sono da ritenersi uguali, perché inquadrati nella comune lotta al nazi-fascismo. Prefazione di Antonio Sema.
La Grande Guerra sul fronte dell'Isonzo
Antonio Sema
Libro: Libro in brossura
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 660
La guerra italiana fu considerata dagli alleati anglofrancesi come un momento della più complessa vicenda strategica in atto sul "théatre italo-serbe". Per l'Italia e gli italiani quella fu invece la "nostra guerra" e le connessioni balcaniche di quel conflitto si ridussero ai territori pattuiti a Londra e negati a Versailles. Si credette di aver portato il R. Esercito a liberare le terre irredente e ci si trovò a combattere una guerra di posizione nelle due principali aree multietniche del nostro Paese; sul fronte dell'Isonzo ciò significò che le undici spallate vennero effettuate all'interno di un territorio dove esisteva una minoranza slava mentre si combatteva contro un esercito composto per il 42°/o da slavi. La logica della contrapposizione etnica, sottovalutata dalle FF. AA. italiane divenne invece centrale nella pianificazione e nella pratica di combattimento dell'esercito I. R.